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venerdì 12 agosto 2016

Consigli per Donne in viaggio… e non solo


Articolo già pubblicato per www.ilmascalzone.it
Tempi duri per i viaggiatori e vacanzieri. Oggi è sempre più importante aggiornarsi prima di pianificare un viaggio o una vacanza: per decidere la mèta bisogna fare i conti con il portafogli, con la salute, con la sicurezza. Il primo passo, per capire quale fetta di mondo possiamo permetterci di desiderare, è informarsi sul sito www.viaggiaresicuri.it per controllare se ci sono controindicazioni sul piano della sicurezza-scontri, attentati, situazione politica instabile, sul piano della salute-epidemie, o malattie che richiedano vaccini, e sul piano meteorologico-rischio di alluvioni, frane, maltempo. Un aiuto in più lo può dare il sito www.economicsandpeace.org che riporta il Global Peace Index, la lista dei Paesi più sicuri dove svetta da alcuni anni al primo posto l’Islanda.
Dopo quest evalutazioni, possiamo dedicarci alla rosa delle mète candidate valutando il budget di spesa, la compagnia -amici, amati, gruppo organizzato, con cui partire, i mezzi con cui spostarsi, le temperature del luogo. Bisogna decidere il tipo di viaggio: fai da te, o tour operator; capitale europea, o viaggio itinerante. L’imprevisto è sempre dietro l’angolo, e quindi bisogna armarsi di una buona dose di pazienza e grinta per affrontare gli imprevisti, in ogni caso. Qualcuno di noi andrà alla ricerca di avventura, in Paesi poco sicuri o praticando sport estremi. Ma il mio consiglio è di non rischiare e di prevenire disastri con una bella valigia piena di buon senso. Vorrei spendere due parole in più per le viaggiatrici, da sole o in gruppi di sole donne. Le donne sono più soggette a rischi rispetto ai viaggiatori uomini, per una serie di motivi: culturali, religiosi, e anche perchè in ogni caso potenzialmente possono essere oggetto di attenzioni sessuali non gradite.
Molto spesso, specie in Paesi poco “moderni”, l’ atteggiamento e l’abbigliamento di una donna sola all’estero possono essere oggetto di misunderstanding, ovvero di equivoci, discriminazioni e fastidiose attenzioni. In India, ad esempio, uno sguardo, o un semplice contatto visivo, possono essere scambiati per “disponibilità”.
E’ importante, prima di recarsi in un Paese, studiarne la cultura: la prima regola per essere rispettate è rispettare le usanze del posto. Ecco alcuni consigli per donne sole, o in gruppo, in viaggio:
- non dire a chiunque in quale albergo vi trovate e quali sono i vostri programmi di viaggio;
- lasciare a parenti o amici una traccia del vostro percorso, meglio ancora lasciare un recapito telefonico fisso oltre al cellulare;
-meglio ancora registrarsi su www.dovesiamonelmondo.it , sito della Farnesina: in caso di emergenze nel Paese – attentati, terremoti etc, si è rintracciabili più facilmente;
- se qualcuno chiede se si è sole, dire sempre che ci sono amici nelle vicinanze;
- preferibilmente, dire che si è sposate e che un incombente marito sta per tornare. In alcuni Paesi una donna non sposata può essere vista come donna di facili costumi.
- chiedere informazioni alle Forze dell’ordine del posto e non a chicchessia;
- in caso di dubbio su dove/come spostarsi, sempre meglio riflettere e non fare scelte avventate;
- procurarsi un allarme antistupro, di quelli con la sirena, utile per attirare l’attenzionein varie situazioni. Se permesso dalla legge del Paese dove vi recate, uno spray al peperoncino in tasca è meglio di un’arma.
- non esagerare mai con l’alcool o con droghe che possono far perdere il controllo: essere lucide è fondamentale per sapersi districare in mille situazioni;
Soprattutto nei Paesi in via di sviluppo è fortemente consigliato non dare nell’occhio, non indossare abiti
appariscenti e attillati, non mostrare sfarzo o portafogli pieni di denaro. Anche fare shopping richiede una certa cautela: per acquisti economicamente “importanti” rivolgersi sempre a buoni negozi e mai lasciarsi attirare in trappole di “affaroni” dietro l’angolo.
Ogni viaggio va pianificato con cura, onde evitare che una piacevole vacanza o un viaggio sognato per tanto tempo si trasformino in una disavventura.
Controllare prima di partire:
-i documenti(passaporto, patente, visto laddove necessario);
-le risorse finanziarie: sempre meglio una scorta di contanti insieme a bancomat e carta di credito; ATTENZIONE, alcuni istituti bancari hanno bisogno che sblocchiate le carte incluso il bancomat prima di usarle all’estero, altrimenti si rischia di rimanere senza soldi;
- le vaccinazioni necessarie e consigliate  e le medicine da portare;
-le opportune assicurazioni di viaggio e sanitarie;
-  il clima che incontrerete onde portare il giusto abbigliamento.
Durante i miei viaggi in solitaria, in Australia come negli Stati Uniti, in India come Papua Nuova Guinea, mi sono trovata diverse volte in pericolo di vita, ma l’esperienza e le precauzioni -oltre che la fortuna- mi hanno salvato. Quindi raccomando a tutti, ma alle donne in particolare: la priorità è “tutti a casa sani e salvi”.

domenica 8 aprile 2012

Dalle Grandi Pianure all'Oceano Artico: nuovo viaggio in solitaria per la avventuriera Milandri

Dal fratello indiano di Obama, poi a caccia di balene: il nuovo viaggio in solitaria della "avventuriera" Milandri annunciato su Rai Due.Sarà sempre in diretta su Facebook.
Il sogno, l'avventura. E' una moderna eroina, viaggiatrice solitaria, fotografa, scrittrice ma soprattutto attivista per i diritti umani dei popoli indigeni. Ha visitato e raccolto testimonianze sui Pigmei, sui Boscimani, sugli aborigeni australiani, sugli Adivasi indiani , è stata adottata come sorella dal Presidente della Nazione Crow, Cedric Black Eagle. "Io sono la sorella adottiva, il fratello adottivo di Cedric invece è il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. " Adesso parte per l'ennesimo viaggio, che la porterà dalle Grandi Pianure all'Oceano Artico. Sarà un viaggio mediatico, con collegamenti radio e in livestreaming, e in diretta su Facebook. Questo il link dove sarà possibile seguire tutti gli aggiornamenti http://www.facebook.com/groups/186600868082438/ "Ho tante curiosità e domande da soddisfare, sia sulla vita attuale nelle riserve indiane e Innuit, sia sulla caccia alle balene praticata in modo tradizionale dai popoli indigeni sull'Oceano Artico"dice la Milandri."Sono sempre accolta bene: mi tolgo le mie vesti di occidentale per indossare i panni dei popoli più antichi della Terra e per assorbire la loro incredibile capacità di vivere a contatto con la natura" Dopo la uscita del suo libro "Io e i Pigmei", edito da Polaris, che ha raccolto ottimi risultati di pubblico e di critica , Raffaella Milandri scriverà durante il suo imminente viaggio il prossimo libro. "Io e i Pigmei? E' una storia incredibile, dove prendo il lettore per mano alla scoperta di scottanti verità, senza censure e senza buonismi" Qui il link alla sua ultima partecipazione in Rai http://www.youtube.com/watch?v=UftvTztqXFA a Tg2 Insieme, condotto da Maria Concetta Mattei e Dario Celli

"Io e i Pigmei": successo di pubblico e di critica per un libro senza censure

E' la cronaca del viaggio di una donna sola nella foresta, tra i Pigmei. Una eroina dei tempi moderni, avventuriera in nome dei diritti umani. "Un viaggio che comincia – descrive la giornalista Adelina Zarlenga – “dove finiscono le nostre certezze”. Un libro avvincente, ricco di testimonianze e di foto, in cui è racchiusa l’essenza della scrittrice: Raffaella Milandri, una donna tenace, capace di arrivare in capo al mondo pur di difendere i popoli più deboli. "
Con estrema trasparenza e semplicità, Raffaella Milandri, viaggiatrice solitaria, fotografa e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, svela nel suo libro la drammatica situazione dei Pigmei. E i disagi fisici e psicologici di un viaggio nel cuore dell'Africa "vera". Dice l'autrice: "Mi sono trovata di fronte ad una realtà cruda e drammatica: nessuno protegge il Popolo della Foresta, che è vittima insieme alla Foresta stessa. I popoli indigeni assurgono al ruolo di agnelli sacrificali. I Pigmei , oggetto di una sistema­tica discriminazione da centinaia di anni, ora rischiano di scomparire. Per sempre. " Scrive a tal proposito Raja James Sheshardi, della American University: “I Pigmei sono sfrattati e poi sfruttati; da molti Stati africa­ni non sono considerati cittadini e viene rifiutata loro la carta d’iden­tità, insieme a terra di proprietà, assistenza sanitaria ed educazio­ne scolastica. Forzati da Governi e multinazionale del legname a lasciare le foreste, loro terre ance­strali da sempre, hanno un destino di emarginazione, impoverimento e abusi" Nella recensione del libro "Io e i Pigmei" , su La Stampa, scrive Irene Cabiati : "Il libro riesce ad inquadrare la situazione di un Paese, il Camerun, con 280 gruppi etnolinguistici spesso succubi della stregoneria, allegri e fieri della nazionale di football , inevitabilmente destinati a perdere la ricchezza delle foreste: sulle banconote da mille franchi qualche funzionario creativo ha pensato bene di far stampare la macchina che taglia il legname. Come segno di progresso naturalmente.  " Si legge in una recensione su Q Libri: "Ma i Pigmei ? Chi tutela i Pigmei ? La loro estinzione in quanto semplici uomini e' autorizzata ? Strano mondo il nostro." Il libro "Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella foresta", di Raffaella Milandri, è edito da Polaris . Qui il link all'avvincente booktrailer: http://www.youtube.com/watch?v=5sHZgaTRPOY La viaggiatrice, che ha visitato aborigeni australiani, boscimani, pigmei, adivasi e altri popoli, ha appena annunciato su Rai Due http://www.youtube.com/watch?v=UftvTztqXFA il prossimo viaggio che la porterà oltre il circolo Polare Artico, tra i popoli Innuit, a vivere con gli equipaggi della caccia alle balene, e a visitare la riserva degli indiani Crow, in Montana, dove la Milandri è stata adottata come sorella dal Presidente della Nazione Crow, Cedric Black Eagle. "Io sono la sorella adottiva, il fratello adottivo di Cedric invece è il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. " Condurrà una ricerca su storia e usanze dei Crow, nonchè sulla storia di Custer e del Little Big Horn dal loro punto di vista. " Il mio prossimo libro sarà proprio su mio fratello e sul suo popolo" dice la Milandri

domenica 20 novembre 2011

L'incredibile racconto della avventuriera Raffaella Milandri nel libro "Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella foresta"

Nella lettura di questo sorprendente viaggio, ci immergiamo insieme all'autrice nel caldo della foresta tropicale, e ci lasciamo trasportare attraverso villaggi e personaggi, ansiosi di scoprire chi si incontra dietro l'angolo. Nella esperienza narrata nel libro della viaggiatrice solitaria e attivista per i diritti umani Raffaella Milandri, troviamo i buoni e i cattivi , ma soprattutto i cattivi: a tratti drammatico, mai patetico, è un vero racconto di denuncia. I Pigmei sono vittime di soprusi impensabili. Attraverso gli occhi della Milandri, ci troviamo anche noi alle volte inquieti, alle volte arrabbiati, altre volte ancora divertiti da situazioni vissute con ironia e dipinte con pungenti osservazioni . Le avventure della scrittrice si dipanano in un racconto avvincente, è il viaggio di una donna, attivista per i diritti umani, alla scoperta dei Pigmei odierni: chi sono e quali sono le straordinarie tradizioni di questa cultura millenaria? Qual è il devastante impatto del "Progresso" su questo popolo pacifico e in profonda armonia con la natura? Link al minitrailer del filmato della Milandri sui Pigmei http://www.youtube.com/watch?v=2Em3VpPrN-I Il libro, illustrato da bellissime foto, racconta un incredibile viaggio e una ardua ricerca della verità. Le testimonianze raccolte diventano un appello disperato inviatoci dal Popolo della Foresta. Confida l'autrice del libro Raffaella Milandri, viaggiatrice in solitaria e fotografa umanitaria, in merito alle difficoltà incontrate durante la sua esplorazione: “Il mio vantaggio più grande? L'essere donna. Il mio svantaggio più grande? L'essere donna” L'esperienza della viaggiatrice è un racconto avvincente, commovente e terribilmente vero. In uscita alla fine di novembre 2011, edito dalla Polaris, il libro contiene anche consigli per i viaggiatori "faidate" e soprattutto per le donne in viaggio. La dedica dell'autrice va a Sergio Bonelli " ha scolpito i miei Sogni" ; un capitolo è dedicato a Maurizio Costanzo , che ha ospitato la Milandri in tv. Link al libro http://www.polaris-ed.it/index.php?page=shop.product_details&flypage=shop.flypage&product_id=679&category_id=2&option=com_virtuemart&Itemid=21

Lettera a Sergio Bonelli

Sergio Bonelli: arrivederci nelle celesti praterie- Lettera di Raffaella Milandri
Tempo fa sentii il bisogno di scrivere a Sergio Bonelli, per ringraziarlo. Perchè è proprio grazie ai fumetti bonelliani , alla filosofia bonelliana , che ho sviluppato e realizzato i miei Sogni: sono diventata una viaggiatrice solitaria, una attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, una fotografa umanitaria. Tex Willer, Zagor e Mister No, fin da bambina, hanno nutrito i miei sogni d'avventura, e alimentato i miei principi di giustizia. E anche oggi, da adulta, faccio regolarmente viaggi nell'universo bonelliano; anzi, per me è una necessità.
Scrissi nella mia prima lettera al grande Sergio Bonelli: "Sergio, Le scrivo con una gratitudine immensa. Mi spiace che oggi tanti bambini trascurino i Suoi fumetti per i videogiochi. E che perdano quello che io ho avuto la fortuna di apprendere." La coerenza e il senso di giustizia estrema dei personaggi bonelliani sono infatti le fondamenta di un mondo romantico dove i personaggi si muovono su binari di eroica e nobile avventura, gli ideali trionfano . Attraverso le pagine di questo mondo, si avverte anche la ricerca di un nitore storico e culturale. I personaggi bonelliani sono stati sicuramente specchio dell'animo dell'uomo Sergio Bonelli, che mi rispondeva con modestia: "Le sono sinceramente grato per avermi attribuito il merito delle Sue straordinarie scelte. Mi complimento con Lei, e confesso molta ammirazione per i Suoi mille viaggi avventurosi e per il nobile scopo che li anima. Dal canto mio sono ormai rassegnato all'idea che un fumetto non abbia la forza di sensibilizzare i lettori su temi importanti" Eppure, i fumetti di Bonelli hanno nutrito intere generazioni, fin dagli anni '60; e la sua è l'unica casa editrice che abbia resistito alle intemperie dell'elettronica. In altre lettere scambiate con Sergio Bonelli, gli ho confidato alcuni passi della mia missione per i diritti umani dei popoli indigeni, e gli ho raccontato, fiera, della mia adozione nella tribù dei Crow; nella sua ultima lettera mi giungeva il suo incoraggiamento: "Sarò lieto di seguire discretamente, come persona, i Suoi passi e i Suoi successivi successi. Il mio più sincero in bocca al lupo anche da parte dei "ragazzi" di via Buonarroti". Ho dedicato a Sergio Bonelli il mio primo libro su un incredibile mio viaggio tra i Pigmei: "Io e i Pigmei.Cronache di una donna nella foresta" che esce in questi giorni. Gentilissimo Sergio, un arrivederci nelle celesti praterie, e grazie ancora. Lunga vita a Tex, Mister No, Zagor , Dylan Dog e tutti gli altri Suoi amati personaggi che hanno sempre raccontato tanto del Suo modo di vedere la vita. E un grande in bocca al lupo a Davide Bonelli. Fotografa umanitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, viaggiatrice solitaria, scrittrice, Raffaella Milandri pubblica foto, articoli e filmati di sensibilizzazione, denuncia e comunicazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali .

Su Facebook con la viaggiatrice Raffaella Milandri: facci sognare

Alcuni giornali definiscono Raffaella Milandri una "avventuriera", una incredibile figura romantica di altri tempi . Gli amici la hanno soprannominata "Raffa Jones", Maurizio Costanzo ha detto "invidio il suo coraggio": è una viaggiatrice solitaria che parte alla esplorazione di alcuni remoti angoli di mondo, in fuoristrada. Armata di telecamera e macchina fotografica, si reca in riserve e villaggi di pigmei, aborigeni, indiani d'America, boscimani e cerca la verità sulle attuali condizioni di questi popoli, pronta a documentare e denunciare le ingiustizie e le violazioni dei diritti umani . Su Facebook tantissime persone la seguono e viaggiano con lei: lei in fuoristrada, in Africa, Asia, America; loro seduti di fronte al pc.
Questi alcuni commenti di chi segue i suoi viaggi su Facebook: “I reportage e i diari che ci hai puntualmente inviato sono stati davvero molto arricchenti: ci hanno fatto respirare l'aria di quei luoghi lontani e sentire il battito del cuore di quelle popolazioni, tutto con rara sensibilità ed equilibrio, grazie a te”G.V “. ... immagini e parole che toccano il cuore..” B.A. La incontriamo nel suo studio pieno di foto. -Quali angolo di mondo Le sono rimasti nel cuore? "Tutti, luoghi e persone. Il Giappone, l'Orissa, il Camerun, il Botswana, l'Australia , il Tibet....Forse l'Alaska ha un posto speciale: l'ultima frontiera" -La mèta del prossimo viaggio? "Ancora da confermare. Per ora sono impegnata con la presentazione del mio libro in prossima uscita 'Io e i Pigmei.Cronache di una donna nella foresta' della casa editrice Polaris. E' un racconto di viaggio ma anche una denuncia del rischio di estinzione dei Pigmei. " Link a filmato su youtube http://www.youtube.com/watch?v=HXApuzVaVok

lunedì 23 maggio 2011

Su Facebook indignati per i Pigmei, dopo il Maurizio Costanzo Talk


Ospite del Maurizio Costanzo Talk, su Rai Due, Raffaella Milandri ha avuto spazio per lanciare il suo appello umanitario:
il popolo dei Pigmei è a rischio di estinzione, sono schiavizzati e oggetto di violenze. Oltretutto, rapiscono anche le loro donne.
Raffaella Milandri, fotografa umanitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, viaggia in solitaria per raccogliere
denunce e testimonianze ed è tornata da poco dal Camerun.
Ma la puntata del 18 maggio su Rai Due non è stata idonea all'argomento trattato:
tra battute e lazzi di Pierluigi Diaco, e i tempi stretti, gli oltre 6000 iscritti su Facebook alla causa "Per i diritti umani dei popoli indigeni"
(link http://www.causes.com/causes/355059 ) hanno commentato delusi e arrabbiati l'esito dell'appello.
Alcuni commenti(parzialmente censurati) visibili sul profilo facebook della Milandri http://www.facebook.com/raffaella.milandri :
"personaggi televisivi che trasformano tutto in barzelletta cercando di rendere meno credibile e insignificante il tuo racconto di denuncia,
senza capire e rispettare le motivazioni, le passioni, gli ideali che spingono le persone come te a farci riflettere."
"io sono senza parole...non pensavo potesse esistere tanta indifferenza e mancanza di rispetto"
"sono riuscita a vedere quel teatrino insulso di persone portate solo a sfottere gli altri senza ascoltare chi parla."
"non sopporto molto quel programma,mi hanno irritato molto le battute fuori luogo su un argomento così delicato ed importante!!!! "
"guarda se dovessi dire tutto su quella puntata con la rabbia che mi è montata nel vederla non ti dico!!!!!!"
" per molti è meglio riderci sopra per me no! Ci sono anche i pigmei di cervello....e sono più schiavi del potere dei veri pigmei."
"dietro una testimonianza come la tua cercano di trovare spunto per qualche battuta.....se
avessi raccontato che tutto quello che hai vissuto l'avevi fatto in un reality buttandoti su di un isola a giocare ad avere fame avresti avuto
più attenzione...che tristezza"
Qui il link all'intervento http://www.youtube.com/watch?v=BYz9yeJT_dY
Dichiara Raffaella Milandri " Ho avuto il mio spazio e ovviamente capisco chi crede nella nostra causa sui popoli indigeni
ed è rimasto indignato. Ma la tv è questa, meglio così che niente. Ringrazio Maurizio Costanzo
e tutto lo staff e, magari, auspico e chiedo "asilo" per uno spazio televisivo più ampio e adeguato"
La popolare viaggiatrice è impegnata nelle cause dei diritti umani e dedica la sua arte fotografica a opere di beneficenza e di sensibilizzazione.
"Prossimo viaggio? Sempre in diretta su Facebook, ovviamente. E sempre tra popoli indigeni vittime di soprusi"

lunedì 25 aprile 2011

I miei amici Pigmei non sono su Facebook -di Raffaella Milandri ©





I popoli indigeni non sono un argomento di attualità.Sono anacronistici.
Non vivono all'insegna del consumismo, sono immuni al "Progresso",
non producono rifiuti tossici, non risentono del caro-benzina e dell'inflazione.
Non emigrano: sono, appunto, indigeni, e quindi legati alle loro terre ancestrali da sempre.
Pur se oggetti di soprusi inimmaginabili, non chiedono visti e permessi di soggiorno in altri Paesi.

I miei amici Pigmei non sono su Facebook: non sanno nemmeno cosa è un computer.

Ben 300 milioni di persone nel mondo appartengono a popoli indigeni:
Pigmei, Boscimani, Adivasi, Aborigeni australiani, Indios, Maori, Indiani d'America.
E tanti altri popoli dai nomi semi-sconosciuti, che insieme alle loro culture, tradizioni, linguaggi,
sono un patrimonio unico per la storia dell'Umanità.
Come dinosauri umani, molte etnie sono a rischio di estinzione. Senza tutela e protezione.
Anzi, sono oggetto di attacchi mirati nel nome del vangelo Denaro; un vangelo che predica la legge del più forte, in terre dimenticate fino a quando si scoprono risorse preziose e intoccate: petrolio, foreste, diamanti, oro. E' incredibile come in tutti gli ultimi paradisi terrestri arrivati ai giorni nostri
coesistano risorse naturali e popoli indigeni.
Eppure lo stile di vita dei popoli indigeni, a contatto con la natura, ha fatto sì che, nelle loro terre, non si siano estinti come altrove animali e piante. Guardiani della natura. Ambientalisti , ecologisti perfetti. Poichè sempre vale il detto "homo homini lupus" sono proprio altri uomini che distruggono e mettono in pericolo l'esistenza di queste razze umane, di queste etnie. E molti popoli indigeni sono a rischio di estinzione.

In alcuni Paesi, come in Camerun, i popoli indigeni come i Pigmei non sono nemmeno censiti: sono esseri umani che non esistono. Privati delle loro terre, dei diritti umani più elementari, della propria dignità e spirito semplice e libero. Non esiste paese dove non vi sia discriminazione. Le leggi internazionali adeguate non esistono o, come nel caso del Forest Right Act in India, sono fatte per essere violate. Il diritto alla propria terra, alla propria religione, alla propria lingua , al proprio nome
e alla propria esistenza è stato violato prima ed è violato ORA. " I nostri nomi originali sono stati cambiati, storpiati e poi cancellati nell'ultimo secolo. Ed ora stiamo lottando per ricomprare la nostra stessa terra, a prezzi salatissimi” mi racconta Marie della tribù dei Salish, negli Stati Uniti.


Non esiste altro posto dove i popoli indigeni vogliano nascere, vivere e morire: la terra dei padri.
"Datemi un carro, un asino: voglio tornare a casa" dice una donna boscimane durante una mia intervista in Botswana. Non desidera altro: deportata dal deserto, strappata da " casa", a causa del ritrovamento di un ricco giacimento di diamanti, non vuole soldi o una casa o un lavoro: vuole tornare a casa.

"La nostra vita è molto peggiore di quella dei nostri padri. Fuori dalla foresta non sappiamo come vivere. Siamo vittime di soprusi e violenze" mi dice una donna pigmea in Camerun.

"Dopo averci arrestato e torturato, ci hanno detto : adesso toglietevi di mezzo o spariamo su tutti."
racconta un adivasi dell'Orissa, dove è in atto una lotta spietata di una multinazionale per un ricco giacimento di bauxite, che causa deportazioni di interi villaggi (in campi di "riabilitazione", come li chiamano) nonchè un terribile inquinamento dalle conseguenze mortali su flora, fauna e esseri umani.

Preziosissimo l'esempio delle riserve indiane, negli Stati Uniti: nate per ghettizzare ed emarginare,
hanno funzionato invece come incredibile "collante" per le tribù dei nativi americani, che non si sono disperse ai quattro venti. Ora in molte riserve si studia il linguaggio originale, si recuperano tradizioni e cultura, e addirittura si registra un incremento della popolazione.

Le testimonianze che raccolgo sono un pesante fardello che porto con me, per condividerlo sotto forma di foto e filmati -in preziosa lingua originale- in conferenze-reportage che sono un appello umanitario ed un importante documento. Perchè vado in Paesi lontani, a rimestare nel fango, a testa bassa? Per poter girare a testa alta in nome di un allarme da lanciare. "Solo l'informazione può salvarci" questo è il messaggio semplice e incisivo di Kumti Majhi, un leader tribale dell'Orissa , contenuto in un appello che ho diffuso su sua esplicita richiesta. All'interno della conferenza-reportage "Scomode Verità" , itinerante in diverse città italiane.

Oggi si è tutti adirati e pronti a far la voce grossa per ripulire la propria fetta di mondo. Ma globalizzazione, attenzione, vuol dire che la nostra fetta di mondo non è più limitata al quartiere, alla città, al Paese. Ciò che accade in Giappone arriva a toccarci in un attimo. I mercati finanziari sono soggetti all'effetto domino immediato. Il mondo è di tutti.
La cultura dei popoli indigeni è un tesoro che appartiene a tutti e va salvaguardato prima che scompaia. Dice Gyani, donna della tribù dei Kusunda in Nepal: "sono l'ultima rimasta, dopo di me nessuno parlerà più la mia lingua."





Fotografa umanitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, Raffaella Milandri, nei suoi viaggi in solitaria, si dedica alla fotografia intesa come strumento di sensibilizzazione, denuncia e comunicazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali . Con particolare attenzione ai popoli indigeni. Dice la fotografa : "Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l'animo dei popoli"
Raffaella Milandri si impegna in campagne informative e di denuncia attraverso foto, filmati e interviste . Attraverso mezzi di comunicazione e social network lancia appelli, raccoglie firme e missive di denuncia da inviare a Organizzazioni internazionali, Presidenti e Ministri di diverse nazioni, tra cui Sonia Gandhi e il Commissariato per l’eliminazione delle Discriminazioni Razziali dell’ONU. Svariate sue foto sono state donate per aste di beneficenza e raccolte fondi a fini benefici.

Per informazioni e contatti scrivere a raf999@libero.it

domenica 11 aprile 2010

GUIDA PER IL PERFETTO VIAGGIATORE INDIPENDENTE: QUANDO E CON CHI



Una miniguida della viaggiatrice solitaria e fotografa Raffaella Milandri.
Il momento del viaggio
Stai per partire: l’odore dell’aria e le cose intorno a te diventano evanescenti e lasciano il posto
a nuovi e ancora inimmaginabili atmosfere e panorami.
La tua dimensione sta per proiettarsi “oltre”, stai per varcare i confini del tuo Paese, e poi altri ancora,
per percorrere e fagocitare miglia su miglia, via aria, via terra, via mare.
Ti vedi un puntino minuscolo e insignificante sul mappamondo, e più ti allontani dalle tue abituali coordinate e più le tue radici geografiche, sociali e culturali si sfilacciano .
Stai per entrare in contatto con il te stesso che sonnecchia nella sicurezza del tran tran quotidiano.
E’ un momento di evasione dalla propria realtà quotidiana e dai ritmi usuali. Il tuo mondo sarà la valigia e il tuo zaino, devi scegliere cosa portare con te e le poche cose da amministrare. Assapori il piacere di ridurre il tuo parco telefoni ad un solo cellulare; i tuoi vestiti si ridurranno a 4 pantaloni e 6 maglie , i libri da leggere saranno 4 e in cuor tuo speri di non avere il tempo di leggerli tutti. Lasci tutte le tue cose in ordine perché quando torni tutto sarà al suo posto -un bisogno di certezza irrinunciabile.
Qualcuno intende il viaggio come vacanza e relax: due settimane al mare, o dieci giorni in crociera, o in un villaggio turistico, con i terminali mentali spenti senza pensare a nulla.
Qualcuno intende il viaggio come una esperienza di vita, un momento di conoscenza, di esplorazione e di crescita personale. E’ un momento di scoperta, di se stessi e degli altri.
La scelta
In un viaggio viene prima la scelta del dove o del quando?
Viene prima la scelta del dove o del “con chi” ?
E come si decide se viaggiare “fai da te” o con tour organizzati?
Quando e quanto
Con l’elenco delle località preferite in mano, è fondamentale identificare :
1)il periodo delle ferie: in Italia la maggior parte di noi mortali ha le ferie in agosto e a fine dicembre, quando i prezzi lievitano per i voli, per i tour, per tutto.
Se possibile, è sempre meglio viaggiare negli altri mesi.
2)la durata delle ferie: ottimale, per viaggi indipendenti fuori continente, avere 15/20 giorni o anche più. Per viaggi in Europa, invece, 10 giorni sono ottimi per molte destinazioni .
3)il budget di spesa: sono copiose le offerte di mutui per le vacanze, ma sarebbe meglio un viaggio dal costo accessibile sulla base delle proprie possibilità. Il viaggio indipendente può essere più economico ma è più soggetto a spese impreviste e richiede una buona organizzazione .
DA SOLI
La fondamentale consapevolezza prima di partire è che non puoi dimenticare nulla, non puoi tralasciare dettagli, devi prevenire al massimo gli imprevisti (fisici, mentali, climatici, etc) La tabella dei preparativi va seguita con scrupolo . Una buona parte dei tuoi imprevisti (qualcuno è inevitabile!!)si possono ridurre o risolvere con informazione e prevenzione e trovare la soluzione migliore in tempi veloci . In Giappone ad esempio i bancomat non sono sempre compatibili con le nostre carte. Onde evitare di esibirti in “O sole mio” nelle stazioni della metro a Tokyo per racimolare un po’ di spiccioli, è opportuno partire con scorta di contanti e carta di credito supplementare.
Io amo il viaggio indipendente in solitaria: è decisionismo puro, senza compromessi. Tutto dipende da te. Già in due è fondamentale sottostare ad una democrazia che impone di consultarsi e trovare un accordo. Ritengo un momento di grande crescita personale il viaggio in solitaria ”Chi rompe paga, e i cocci sono suoi”. Ecco, se sbagli qualcosa nel tuo percorso, i cocci sono tutti tuoi e tutto sommato sei sempre più tollerante con te stesso che non con gli altri. Grandi amicizie o anche relazioni sentimentali sono state distrutte, divelte, dissacrate dopo 10 giorni di convivenza in vacanza. La formula per l’esatta convivenza è ardua da trovare. Patti chiari amicizia lunga: prima di partire, onde abbeverarsi a quel dolce nettare che è la condivisione della vacanza, è opportuno definire: dove si va, la filosofia di viaggio, il budget di spesa, le località da visitare.
Con il partner
Occorre senz’altro una relazione solida per fare un viaggio “fai da te” con il tuo partner. Devi conoscerlo/a bene, sapere la sua resistenza fisica e mentale ai vari imprevisti. Certo, una vacanza di 15 giorni in un villaggio turistico non richiede molta preparazione e precauzioni, e anche una settimana in una capitale europea ben si presta alle coppie in via di consolidamento. Ma la vacanza on the road, con ritmi pressanti e sbalzi frequenti, richiede sangue freddo e non solo amore. Ti capiterà talvolta di tornare da un viaggio con il tuo partner, dicendoti che non avete nulla in comune: le sue reazioni al giro nel centro commerciale e quelle al giro nel bazar di Algeri sono completamente diverse. I suoi gusti alimentari macrobiotici, pienamente appagati nel centro di Milano, stonano terribilmente con le avventurose pietanze che trovi a Bangkok. Le sue lunghe soste in bagno, la mattina, ti hanno rubato ore preziose da dedicare all’esplorazione del Gange all’alba. La sua ricerca in tutti i negozi di Jaipur di una sciarpa in seta per la mamma ti ha sfinito, tediato, spossato fino all’esasperazione. Non reagire subito, aspetta e fai decantare le emozioni per almeno 15 giorni dopo il rientro dal viaggio. Probabilmente, dopo 15 giorni e qualche racconto agli amici della vostra vacanza, tutto sembrerà meno terribile. Ci riderai su. L’amore tornerà a trionfare.
Con gli amici
Se vai in vacanza con un solo amico/a , vale quello che è stato detto per la vacanza con il/la partner. Leggi amicizia e affetto invece di amore, e ci siamo. Il gruppo di amici/amiche , composto da tre o più persone, offre molte soluzioni e soprattutto alleanze opportune che alleviano la convivenza. Nelle decisioni vince la maggioranza, ma c’è una libertà maggiore, due di voi vanno a visitare il museo etnico, un altro va a fare shopping, due si fermano a mangiare un piatto di spaghetti neozelandesi. La cosa importante e vitale è avere poi sempre un posto di ritrovo e dei punti fermi, nonché nelle emergenze la possibilità di comunicare fra di voi. A Delhi abbiamo speso 4 (dico quattro ) ore cercando di ritrovarci in centro, con circa 42 gradi all’ombra , venditori ambulanti assillanti, mal di piedi incombente. Ognuno aveva ragione, ognuno pensava dell’altro che era un idiota. Con gli amici è altresì vitale, prima di partire, fare un programma di viaggio di massima, accordarsi su tempi e ritmi, stabilire tappe sicure e lasciare spazio alle variabili. Gli interessi possono essere diversi, quindi bisogna dare spazio ad ognuno nel programma . Questi punti fermi prima della partenza saranno utilissimi per gestire il tempo di tutti. Perché, va ricordato, in vacanza il tempo è denaro. Quando spendi 1000 euro di biglietto aereo e la prima mattina a San Francisco, per lasciare l’albergo, devi aspettare due ore Giovanni perché non si è svegliato, difficilmente avrai per lui tutta la tua comprensione . In vacanza il tempo è un patrimonio che va gestito molto oculatamente. Può essere difficile tornare negli stessi posti un’altra volta nella tua vita( e magari quei posti in dieci anni cambieranno del tutto fisionomia), quindi il rispetto del tempo comune è fondamentale. Un altro aspetto dei viaggi con amici è la famosa e temibile “cassa comune”. Quella cassa (un portafogli, un sacchettino, una tasca) verrà nutrita dalle tasche di tutti, onde evitare disparità (quello ci marcia, diranno di Andrea che ha la fama di essere tirchio). Con la cassa comune si pagheranno le spese comuni ed uguali per tutti: l’albergo, i biglietti per i musei o i parchi, il carburante o il treno. I pasti sono un caso a parte, da stabilire all’occorrenza: ho visto persone fare storie sul conto diviso equamente perché Giulia aveva mangiato per 40 centesimi più degli altri. Ho visto amici fare discriminazioni : Fabio beve birra e Luisa beve acqua, non possono pagare uguale. Insomma, la cassa comune è una fonte inesauribile di discussioni e dolori. Tra l’altro, chi tiene la cassa comune? Chiunque egli /ella sia, designato da tutti gli altri, verrà ad un certo punto guardato con sospetto: “Luigi, ma non è che hai pagato la tua freccia indiana con la cassa comune?Mi sembrava…ma è sicuro che tieni i soldi della cassa separati dai tuoi?” Fantastico Osvaldo , negli States: si lancia nel Colorado a fare il bagno con la cassa comune in tasca! Insomma, quando si viaggia insieme, si è collegati come nel gioco del domino, uno in fila all’altro, e quello/a che sta male, che perde i soldi, che deve SUBITO andare in bagno , che ha la gonna corta e nella moschea non può entrare, che la mattina non si alza, che mangia solo vegetariano, insomma quello/a che coinvolge anche gli altri del gruppo con le sue individuali esigenze o problematiche.
CON COMPAGNI IMPROVVISATI
Oggi molti siti web propongono e facilitano l’aggregamento tra compagni di viaggio che non si conoscono e che decidono di partire insieme, accomunati dalla meta desiderata. L’entusiasmo della partenza stempera le possibili divergenze di opinione, l’importante è partire! Ma i nodi verranno al pettine: mai tralasciare il programma di viaggio (tappe, ritmi, etc) ; questo è il salvagente che eviterà al vostro viaggio comunitario di
naufragare. Se infatti l’amore o l’amicizia possono fare da deterrente a litigi, discussioni e fratture fra i partecipanti al viaggio, quando si viaggia fra sconosciuti il malcontento è pronto a serpeggiare e a spuntar fuori anche violentemente. Ognuno ha il proprio ego pronto ad armarsi fino ai denti per la sopravvivenza e per la difesa della propria vacanza. Ognuno ha sognato la “propria” vacanza. Esistono delle persone amabili a priori, che si adatteranno comunque ad ogni circostanza e cercheranno di smussare gli animi spigolosi che li circondano; ma per molti è facile arrivare al momento delle polemiche e della “tolleranza zero”.
Dopo circa 10 giorni di patimenti caratteriali, intuiti ma non evitati, dopo qualche urlo e parolaccia, subìti ma non perdonati, la stazione di Calcutta si trasformò nello stage del film “Fuga da Alcatraz”: in due fuggimmo dal treno ancora in movimento, bagagli a tracolla, per seminare gli altri tre scomodi compagni di viaggio. In un batter d’occhio eravamo su un taxi , noncuranti degli altri e del loro futuro. “Mors tua vita mea” . Attenzione alla miscellanea di caratteri e di esperienza, e soprattutto ai “viaggiatori per caso” . Altro aspetto importante dei viaggi di gruppo: i bagagli. C’è che porta un bagaglio spartano e chi no. Se si viaggia in auto, è fondamentale spartire equamente gli spazi con gli altri. E mantenere del posto libero per i souvenir, immancabili, di ognuno.
“Mi raccomando, una valigia a testa!” dissi io. In partenza in auto per la Romania, in quattro, una valigia a testa, ma una valigia era grande come una portaerei. Non entrava nel bagagliaio!
Sosta tecnica per rifacimento bagagli.
Altro viaggio, in partenza in auto per la Polonia, in quattro : una valigia a testa! Avete presente il libro di Jerome K.Jerome, divertentissimo “Tre uomini in barca…per tacer del cane”?
Qui il titolo era “ Due uomini e due donne in auto…per tacer dell’asse da stiro” Ebbene sì, lo spirito pratico e spartano aveva suggerito ad una dei viaggiatori di portare l’asse da stiro. Forse era da usare come zattera in caso di alluvione?
CHI E' RAFFAELLA MILANDRI
Viaggiatrice in solitaria e fotografa, Raffaella Milandri
si dedica principalmente alla “fotografia umanitaria” intesa come strumento di sensibilizzazione verso i diritti umani, per i quali lottano quotidianamente molti popoli indigeni ad esempio, e problematiche sociali quali il lavoro minorile e la situazione femminile.
La sua attenzione si concentra sulle culture extraeuropee, sulla vita di strada e nei villaggi rurali: durante i suoi viaggi in solitaria cammina e vive con la sua Canon al collo, indaga con estrema curiosità, si siede fra la gente, beve, mangia e parla con loro, spesso ospite delle loro abitudini e cerimonie, partecipando con estrema empatia.
Nessuna posa o situazione è creata nelle sue opere: la fotografa riproduce la realtà, le situazioni e gli sguardi così come appaiono, cercando di ridurre al minimo il suo impatto “occidentale” sull’ambiente circostante.
Dal 2007 collabora con la Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi (MI )
-FOTOREPORTAGE
Australia (Northern Territory, Kimberly), Giappone ,
India (Gujarat, Rajasthan etc), Nepal , Tibet 2009,
Stati Uniti (Navajoland, Texas, New Mexico, Alaska, etc),
Canada (Yukon), Egitto (White Desert ), Botswana ,
Europa (Polonia, Francia etc etc)
-MOSTRE E PROIEZIONI
2008 Mostra Crossing borders sulla situazione della donna e il lavoro minorile in India
2009 Mostra Imagine sulla situazione nepalese e tibetana con asta di beneficenza
2009 Proiezione “ Imagine” sulla condizione del viaggio in solitaria in Tibet
2009-2010 Mostra-Proiezione “Tra la perduta gente” in solidarietà ai Boscimani del Kalahari
Svariate sue foto sono state donate per aste di beneficenza e raccolte fondi a fini benefici.
-VIAGGI MEDIATICI
Vari collegamenti in diretta dai luoghi dei suoi viaggi, tra cui uno con Maurizio Costanzo, e collegamenti in diretta su Facebook da Tibet, Nepal e Botswana fanno diventare i viaggi in solitaria di Raffaella Milandri un evento mediatico molto seguito.
“ Viaggiare in solitaria crea il necessario distacco dal mio quotidiano:
mi “abbandono” ai modi di vivere dei popoli che sto visitando, mi immergo “incontaminata” nella loro cultura e ne respiro l’essenza, in una dimensione spirituale ideale per la mia ricerca. Mi assimilo alle genti per catturarne l’immagine autentica, in momenti carichi di intenso significato emozionale. Il mio terzo occhio è la macchina fotografica, con la quale cristallizzo il quotidiano in un momento senza tempo”
“Cammino fra la gente e talvolta ho dei “colpi di fulmine”: mi innamoro di un viso, di un gesto,
di una situazione e sono capace di stare per ore ad inseguire l’attimo da immortalare”
“Adatto sempre i mie abiti e i miei gesti alla cultura locale. Viaggiare in solitaria può comportare vari contrattempi e pericoli , ad esempio oltre il Circolo Polare Artico ho dovuto abbandonare il fuoristrada in un fiume, rischiando l’ipotermia”

IN PROGRAMMA
“ Sto meditando i prossimi viaggi in solitaria del 2010.
Tra le prossime mete , il Camerun e la mia amata India, con particolare ricerca sulle popolazioni indigene e sulle loro problematiche. Sempre in diretta su Facebook.”

domenica 26 aprile 2009

NUOVO VIAGGIO IN SOLITARIA DI RAFFAELLA MILANDRI: DA NEPAL E TIBET COLLEGAMENTI SU FACEBOOK E MOSTRA FOTOGRAFICA "IMAGINE" PER IL FESTIVAL DELLA PACE


La viaggiatrice in solitaria e fotografa Raffaella Milandri,
di San Benedetto del Tronto, che sta preparando la mostra fotografica
"Imagine" per fine maggio 2009, parte martedì 28 aprile per un viaggio tra Nepal e Tibet.

LA MOSTRA
"Imagine" di Raffaella Milandri,
ci trasporta ai confini tra Nepal e Tibet, tra fratelli tibetani in esilio e soldati che pattugliano i confini.
La quotidianità appare sconvolta ma non rassegnata,
in una tensione carica di dignità, aspettando che il mondo reagisca in maniera determinante.
La mostra farà parte delle molteplici e interessanti manifestazioni del 1° Festival della Pace
organizzato dal Comune di San Benedetto, e sarà allestita all'interno dell'Hotel Calabresi, in Piazza della Rotonda (Piazza Giorgini)
dal 29 maggio al 7 giugno 2009. Durante la mostra sarà allestita una asta di beneficenza,
il ricavato della vendita delle foto sarà devoluto.
IL VIAGGIO
Rigorosamente in solitaria, senza alcuna prenotazione tranne l'aereo,
questo viaggio di Raffaella Milandri la vedrà indagare nella realtà del Nepal e del Tibet,
alla ricerca di immagini e di emozioni."Mi spoglio degli agi quotidiani, solo una valigia
e niente cellulare. Il mio cammino sarà costruito giorno per giorno.
Unico bagaglio sostanzioso: macchina fotografica, videocamera per mettere su Youtube alcuni filmati , e una webcam con la quale mi collegherò su Facebook per raccontare le mie giornate ."
(link alla pagina http://www.facebook.com/home.php#/profile.php?id=1138090234&ref=profile)
"Prima di partire ho prestato servizio con il Gruppo di Protezione Civile Comunale di San Benedetto e con il FIR SER di Ascoli per aiutare la popolazione aquilana, auguro un buon lavoro a tutti e invio un saluto speciale alle persone attendate al campo di Tempera (AQ) dove ho lasciato il cuore: forza e coraggio"
L'AUTRICE
Raffaella Milandri, viaggiatrice in solitaria e fotografa di San Benedetto del Tronto,
indaga tra popoli e culture con estrema curiosità, ritraendo momenti carichi di intenso significato emozionale.
«Viaggiare in solitaria crea il necessario distacco dal mio quotidiano che mi permette un temporaneo ma completo “abbandono” al modo di vivere dei popoli che sto visitando: mi permette di essere immersa “incontaminata” nella loro cultura e respirarne l'essenza. Io mi assimilo alle genti che studio per catturarne l’immagine autentica, perché mi vedano come una di loro - non come un forestiero - adatto sempre i miei abiti e i miei gesti alla cultura locale.»
L'autrice collabora con la Fototeca Storica Nazionale Gilardi (MI) ed ha all'attivo fotoreportage in Giappone, Australia, India, Nepal, Usa, Canada, Egitto e in vari paesi europei. In preparazione un libro sui suoi viaggi.

mercoledì 16 luglio 2008

Viaggiare sicuri


A tutti i viaggiatori e turisti all’estero : parola d’ordine sicurezza e informazione .
E per le donne, qualche precauzione in più .

Alle prese con i preparativi per la sua spedizione in Alaska di agosto 2008, la viaggiatrice in solitaria e fotografa Raffaella Milandri , di San Benedetto del Tronto , raccomanda:
“ Ogni viaggio va pianificato con cura, onde evitare che una piacevole vacanza o un viaggio sognato per tanto tempo si trasformino in una disavventura.
Controllate prima di partire:
-i documenti(passaporto, patente, visto laddove necessario);
- le vaccinazioni necessarie e consigliate (nel 2007 si sono verificati casi di turisti italiani tornati dall’Asia e dall’Africa con la malaria) e le medicine da portare : può sembrare eccessivo partire con una farmacia da viaggio, ma è sempre meglio che farsi prendere alla sprovvista da un malanno nel deserto del Thar, a Tokyo, ad Algeri o a Cuba;
-le opportune assicurazioni di viaggio e sanitarie prima di partire, sono in genere poco costose e permettono di viaggiare in sicurezza;
- il clima che incontrerete onde portare il giusto abbigliamento;
-collegatevi al sito www.viaggiaresicuri.it curato dal Ministero degli Esteri e dall’ACI, validissimo per le informazioni, raccomandazioni e avvertenze sempre aggiornate;
-registratevi al sito http://www.dovesiamonelmondo.it/ , onde lasciare una traccia del vostro percorso ed essere reperibili in casi di emergenze.”

Come donna, cosa raccomanda Raffaella Milandri alle donne che viaggiano sole o fra amiche?
“Renderci conto che possiamo essere più fragili e soggette a rischi rispetto ai viaggiatori uomini, non è una debolezza ma è un punto di forza che ci aiuta ad essere più consapevoli.
Molto spesso , per ignoranza individuale, o per cultura e religione del Paese, l’ atteggiamento e l’abbigliamento di una donna sono oggetto di “misunderstanding” , equivoci, discriminazione e attenzioni fastidiose. Durante i miei viaggi in solitaria, in Australia come in America, in India come in Europa , sono incappata in uomini che hanno provato a farmi bere alcolici o a farmi assumere sostanze stupefacenti. Magari una volta sola in 20 giorni di viaggio, ma una sola occasione può bastare per trasformare il viaggio in una brutta disavventura o in una tragedia. Tra mille brave persone che si incontrano, può bastare un malintenzionato a mettere in serio pericolo la propria incolumità.
Alcuni consigli, validi per donne sole in viaggio :
- non dite a chiunque, a cuor leggero, in quale albergo vi trovate e quali sono i vostri programmi di viaggio;
- lasciate sempre una traccia a parenti o amici del vostro percorso , e se potete lasciate loro un recapito telefonico fisso oltre al cellulare;
- a chi vi chiede se siete sole dite che avete amici nelle vicinanze;
- chiedete informazioni preferibilmente a personale delle Forze dell’ordine;
- in caso di dubbio su dove/come spostarvi, prendetevi del tempo in più per riflettere meglio;
- preferibilmente, dite che siete sposate e che vostro marito torna fra poco. In alcuni Paesi una donna non sposata può essere intesa come donna di facili costumi.
- procuratevi un allarme antistupro(molto usato in Inghilterra), di quelli con la sirena, e –se permesso dalla legge del Paese dove vi recate- uno spray al peperoncino. In caso di emergenza possono essere un salvavita.
- non esagerate mai con l’alcool o peggio ancora con altre sostanze che vi facciano perdere il controllo; qualcuno dice che l’alcool è un fluidificante sociale, in realtà è causa primaria di molte tragedie.
La vacanza e il viaggio sono un momento di svago, e verrebbe naturale lasciarsi andare alle amicizie, alle feste, ai balli, ma le precauzioni vanno comunque mantenute. Nei miei viaggi una sola volta, nel 2002 in Irlanda del Nord, ho fatto bisboccia con ragazze del posto; ad un certo punto, le “compagne di sbronze” sono scomparse e alcuni ragazzi hanno provato a caricarmi su un taxi e portarmi via. E’ andata bene, non è successo niente ma da allora non bevo più di una birra, possibilmente a bassa gradazione alcolica ”

Qualche accenno al prossimo viaggio?
“Un percorso in fuoristrada di 10.000 chilometri, con temperature da +30°C a -10°C.
Partenza da Vancouver, in Canada, con tappe ad Anchorage e Fairbanks in Alaska e
passaggio via terra oltre il Circolo Polare Artico”

Questo l’ambizioso piano di viaggio per Raffaella Milandri, che dopo le ultime spedizioni in India e Nepal ha deciso di puntare la rotta verso le terre estreme del nord ovest.

“Ho pubblicato delle miniguide gratuite su internet, è incredibile il numero di persone, uomini e donne, che mi scrivono per chiedere consigli. Al mio ritorno dall’Alaska terminerò un libro proprio su “Donne sole in viaggio””

domenica 15 giugno 2008

Miniguida del Nepal per viaggiatori





Come viaggiatrice in solitaria e come fotografa, sento doveroso raccogliere alcuni consigli che sono orientati più al viaggiatore che al turista, a colui o colei che intende il viaggio come esperienza di vita e full immersion in una cultura molto diversa dalla nostra. La prima regola per il viaggiatore è il rispetto del Paese e del popolo che si va a conoscere, nelle usanze, nei costumi, nella religione, nella dignità.

Nonostante la posizione strategica tra India e Cina, i due stati più popolosi del pianeta, il Nepal è effettivamente un’isola culturale a sé stante. Con i suoi scarsi 30 milioni di abitanti, in Nepal si respira aria di una civiltà indomita : terra martoriata da atti terroristici, povertà ma non miseria, presenza ovunque di militari(32 campi militari solo nel parco Chitwan!!), mai è stata conquistata dal colonialismo, e qui la monarchia dopo circa 250 anni sta lasciando il passo alla Repubblica. Negli occhi dei nepalesi si legge una fierezza, una onestà e una matrice culturale dalle profonde radici. Il popolo del Nepal apprezzerà il rispetto che possiamo recare loro come viaggiatori, aprendoci un cuore generoso. Non fermatevi alle località turistiche, ai ristoranti per turisti, andate ad esplorare la identità di questo popolo nei villaggi, nei piccoli monasteri, nei campi dove mietono il grano. Interagite con i nepalesi parlando, magari con l’aiuto di una guida e interprete, fatevi raccontare cosa pensano e cosa sognano. Al primo posto dei loro sogni c’è la pace per il loro Paese, una pace che porti prosperità, istruzione, miglioramenti tecnologici. Mi sono seduta spesso, durante il mio viaggio, a guardare il telegiornale con i nepalesi, e spesso ho chiesto a quale casta appartenevano, e posto mille domande-fors’anche indiscrete- per capire di più. In questo 2008 speranza e ottimismo sono i sentimenti dominanti, anche se qui i volti sono spesso seri , ed è una conquista poterli far sorridere. I nepalesi sono poveri ma molto dignitosi e affaccendati . Come viaggiatrice in solitaria e come fotografa, raccolgo qui alcuni consigli per il viaggiatore che intende il viaggio come esperienza di vita e full immersion in una cultura diversa. La prima regola per il viaggiatore è il rispetto del Paese e del popolo che si va a conoscere, nelle usanze, nei costumi, nella religione, nella dignità. Ecco la mia miniguida divisa per argomenti:
DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI
DOVE DORMIRE
DOVE E COSA MANGIARE
BEVANDE
ABBIGLIAMENTO
VACCINI E MEDICINE
SOLDI , MANCE, ELEMOSINE
GUIDE
FOTO
LINGUA
CLIMA
TELEFONO E INTERNET
DONNE SOLE

DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI
Imperdibile la vallata di Kathmandu: tra le varie località, Pashupatinath (induista) , Bodhnath (buddhista), Bhaktapur che è un vero gioiello, Patan etc.
Kathmandu è piena di gente con le mascherine antismog, piena di traffico, direi invivibile a meno che non ci si voglia rinchiudere in quel serraglio per occidentali – e con prezzi da occidentali-che è la zona di Thamel. Sulle sponde del fiume Bagmati tendopoli e povertà sono incorniciate da rifiuti.
Ad ovest di Kathmandu, deliziosa una passeggiata a Devghat, una serata a Bandipur (anche se molto turistica), un salto in funivia a Manakamana, impegnativa ma interessante la scalata di 1500 gradini a Gorkha Mandir.
Ad est di Kathmandu, Nagarkot e Dhuliket offrono viste mozzafiato sull’Himalaya(ma solo da settembre ad aprile, poi le nuvole e la nebbia offuscano tutto), Namobuddha è una scoperta, con il suo monastero buddhista fuori mano e fuori dalle guide turistiche. Il Parco Chitwan –a sud - è molto turistico ma imperdibile, consiglio il giro in elefante all’alba ma se potete permettervelo prendete un elefante solo per voi, per godervi dei momenti indimenticabili nella giungla. Godetevi la pacifica convivenza di induisti e buddisti facendo un mix di luoghi sacri ad entrambe le religioni. Ah, ovviamente c’è il trekking che regna sovrano, con tanti percorsi: procuratevi una buona cartina! Per spostarsi anche di molti chilometri potete prendere un taxi (15-20 euro circa al giorno per l’intera giornata),
un microbus o un autobus che però spesso può essere sovraffollato, preparatevi a viaggiare sul tetto. Dentro Kathmandu un risciò va benissimo, ma attenzione allo smog. Al momento in cui scrivo, l’accesso al Tibet è chiuso, ma tutta la zona nord-est del Nepal verso il Tibet è da scoprire.
DOVE DORMIRE:

non è necessario prenotare, a meno che non si abbiano esigenze particolari o non ci si rechi in posti come Bandipur (piccola e molto turistica) Gli alberghi sono in genere puliti e decorosi per circa 6/8 euro a notte, bisogna SEMPRE chiedere di vedere prima la camera, controllate se si affaccia sulla strada poiché ovunque al mattino presto è rumoroso. Verificate che ci sia l’acqua a tutte le ore, controllate che ci siano candele sul comodino, l’elettricità va via spesso.
DOVE E COSA MANGIARE:

nei ristorantini solo per nepalesi potete tranquillamente mangiare con 0,50 euro; nei posti per turisti si arriva anche a 10 euro a testa. La cucina nepalese è abbastanza varia, dal vegetariano al non veg, con carne di bufalo, montone , pollo. La cucina newari è molto caratteristica, con frittelle di sangue, salsicce di lardo, etc etc. Decidete se sperimentare……..Le condizioni igieniche sono spesso precarie, ma in linea di massima accettabili.
BEVANDE:

attenzione all’acqua del rubinetto, sempre meglio bevande sigillate. Birra e superalcolici si trovano facilmente, in Nepal producono molte varietà di whisky e rum a basso prezzo – con conseguenze negative sulla popolazione dopo le 8 di sera…..
ABBIGLIAMENTO:

indipendente dalla stagione, consiglio sempre maniche lunghe, sia per uomini che per donne, e calzoni lunghi (o gonne) per due motivi: prima di tutto per integrarsi con i nepalesi e con le loro usanze e la loro cultura, e di conseguenza, rispettandoli, avere il loro rispetto spontaneo. Poi , soprattutto nei mesi caldi, per mantenere il calore corporeo e contenere l’evaporazione (consigliabile lino e tessuti traspiranti), nonché evitare scottature. Scarpe: parola d’ordine: SCARPE COMODE;

consigliabili scarpe chiuse, per evitare la sporcizia nelle strade ed eventuali insetti nei prati; al tempo stesso facilmente sfilabili, per entrare nei templi.
VACCINI E MEDICINE:

quando si viaggia è preferibile essere previdenti in materia di salute, perciò consiglio la profilassi antimalarica (da comprare in Italia e iniziare a prendere il giorno prima della partenza) soprattutto se andate nei parchi tipo Chitwan ; sempre consigliabili l’antitetanica e vaccini per l’epatite A e B. Se avete intenzione di camminare in zone isolate, consiglio anche l’antirabbica: vi sono moltissimi cani randagi e talvolta mordono. Da portarsi dietro: un antibiotico, un antidiarroico, degli integratori minerali e vitaminici, pomata cortisonica, antipiretico, antizanzare, salviettine disinfettanti(utilissime) e soprattutto fatevi consigliare dal medico un medicinale per il mal di montagna, se andate oltre i 2000 metri.

SOLDI , MANCE, ELEMOSINE:

bisogna sempre considerare il tenore di vita del luogo, e quindi diffidare da chi vi chiede 30, 50 o 100 dollari per un souvenir anche se pregiato. A Patan un venditore di coltelli artigianali (la mia passione!) mi ha seguito per tre ore partendo da un prezzo di 150 dollari. Alla fine me la sono cavata con 1000 rupie nepalesi (10 euro) . Una mancia di 50 rupie è sufficiente, al tassista o al cameriere o al facchino. Adeguatevi al valore dei soldi del Paese dove vi trovate, onde non fare la figura dei “ricconi” occidentali. E’ molto facile, con il vostro atteggiamento, lasciare delle impressioni negative che andranno poi a mutare i modi di fare nei confronti dei turisti in genere. Essere parsimoniosi e oculati serve anche a farsi rispettare maggiormente. Consiglio: tenete i vostri soldi in posti diversi, magari anche nella classica cintura a fascia, e spartite in due tasche diverse i tagli piccoli di denaro e i tagli grandi, così non mostrerete di avere molto denaro ogni volta che pagate qualcosa. Non date assolutamente denaro ai bambini: è un modo per invogliarli all’accattonaggio. Se volete, comprate loro dei dolcetti o delle penne o dei quaderni. Attenzione: a Bhaktapur (dove ci sono molti turisti) tanti bambini hanno questo approccio: chiedono di quale paese siete, quando dite che siete italiani, loro dicono “Capitale Roma” e poi “comprare libro” (incredibile!!se prendo chi glielo ha insegnato….) Chiederanno di comprargli un dizionario. Ebbene, nel 90% dei casi, sono d’accordo con il negoziante , quindi se comprate il dizionario poi i bambini lo riporteranno al negozio e si faranno dare i soldi indietro (meno una parte per il negoziante). E’ una forma “evoluta” di accattonaggio. Se proprio vi fate convincere, una volta comprato il dizionario scriveteci sopra con la penna una vostra dedica e il vostro nome, così non potranno rivenderlo.

GUIDE:

in Nepal con pochi euro (5 o 10 al massimo) potete procurarvi una guida del posto, più o meno accreditata. Magari non vi saprà citare la storia di un monumento, ma è ottimo come interprete per poter comunicare con i nepalesi che non conoscono l’inglese, e vi spiegherà magari come comportarvi nei templi e nei luoghi religiosi: si può fare, non si può fare. Almeno per un giorno, consiglio di provare.
FOTO
Chiedete SEMPRE il permesso prima di fare una foto in primo piano, rispettate la dignità delle persone. Se qualcuno non vuole una foto, non forzate e rispettate. Se vi chiedono dei soldi per una foto, possibilmente rifiutate, onde non far intraprendere il ruolo di accattoni anche in futuro ai soggetti che fotografate. Monaci buddisti e santoni invece sono abituati a vivere di elemosina, perciò non è scorretto dargli 50 rupie.
LINGUA

L’inglese è indispensabile per muoversi al di fuori di tour organizzati. In alcuni casi può non bastare, se non siete bravi mimi procuratevi una guida. Esistono alcuni dizionari di nepalese, per gli studiosi…(o secchioni)
CLIMA
In generale, i monsoni durano da giugno a settembre: le strade all’interno sono difficilmente percorribili e con molte frane. Informatevi bene prima di scegliere il periodo del viaggio e la zona da visitare. In alcune zone è molto freddo in inverno e le strade sono chiuse. Se noleggiate una macchina è meglio una 4x4.
TELEFONO E INTERNET
Ad oggi, non esiste operatore italiano che offra una tariffa conveniente per chiamare o ricevere telefonate dal Nepal col cellulare : la media è di 3 euro al minuto se si chiama dal Nepal e 2 euro al minuto se si riceve una telefonata dall’Italia. E’ consigliabile quindi comprare una scheda ricaricabile con un numero nepalese, il costo è molto limitato. Bisogna portarsi due foto tessera per richiedere il numero, e fornire la copia del passaporto. Attenzione, chiedete una sim card Meromobile, e non del provider governativo che ci mette anche un anno per rilasciare una scheda nuova!!. Per telefonare invece dal telefono fisso, i telefoni sono molto frequenti e il costo al minuto può essere in media di 20/35 rupie al minuto, ance se la linea alle volte è molto disturbata. L’alternativa è parlare con Skype, ma gli internet point non sono moltissimi ( 20 rupie all’ora) e anche qui la connessione può avere problemi.

DONNE SOLE
Raccomandazioni:

1) vestirsi in modo appropriato (gonne o pantaloni lunghi, maniche lunghe)

2) non andare in giro da sole dopo le 9 di sera: non c’è vita mondana, a una certa ora vi sono ubriachi in giro e può essere pericoloso

3) non dare troppa confidenza se non si vuole essere molestate. Un aneddoto: ero sulla jeep nel parco Chitwan, da sola con l’autista e la guida nel retro, di fronte a me. Costui aveva già mostrato il vizio di toccarmi spesso la spalla mentre parlava, gesto per me fastidioso e per la sua cultura poco rispettoso nei confronti di una donna. Ad un certo punto mi mette una mano sul ginocchio: conto fino a tre e poi SCIAFF!! Gli schiaffeggio la mano e gli spiego che per la mia cultura, in Italia, questi gesti con una donna li può fare solo a) il proprio marito b) una amica femmina. Mi guarda un po’ incredulo, ma io risoluta gli ripeto le “usanze italiane” e a questo punto lui smette del tutto. Talvolta è importante essere decise e autoritarie onde evitare trattamenti maleducati e audaci; purtroppo qui le donne occidentali hanno fama di essere “facili” e ho dovuto ricorrere ad una ferrea “morale” in uso nel mio paese per scoraggiarlo. Se sapesse invece qui da noi…….

Miniguida del Giappone per viaggiatori





Come viaggiatrice in solitaria e come fotografa, sento doveroso raccogliere alcuni consigli che sono orientati più al viaggiatore che al turista, a colui o colei che intende il viaggio come esperienza di vita e full immersion in una cultura molto diversa dalla nostra. La prima regola per il viaggiatore è il rispetto del Paese e del popolo che si va a conoscere, nelle usanze, nei costumi, nella religione, nella dignità. La bellezza del Giappone è nel fatto che conserva tutto il fascino delle proprie tradizioni pur essendo all'avanguardia. E i giapponesi sono disarmanti nel loro "non-europeismo": molto gentili, disponibili, discreti. Fiumi di persone silenziose e composte escono ed entrano dalla metropolitana a Tokyo, ad esempio, e dopo un paio di giorni credi di essere diventato l'uomo invisibile, per come sono discreti nel non guardarti o osservarti . Ecco la mia miniguida divisa per argomenti:
DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI
DOVE DORMIRE
DOVE E COSA MANGIARE
BEVANDE
ABBIGLIAMENTO
SALUTE E MEDICINE
SOLDI
FOTO
LINGUA
CLIMA
TELEFONO E INTERNET
DONNE SOLE

DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI:

una caratteristica strabiliante di questo Paese è la rete ferroviaria che attraversa il Paese. Acquistando il Japan Rail Pass da una delle due Agenzie italiane autorizzate, (prima di partire!!) potete viaggiare liberamente sui treni giapponesi. Il pass costa circa 200 euro a settimana e si può scorazzare ovunque (il mio favorito è l'Hikari, 600 km all'ora WOW!!) Questi treni superveloci sono disponibili sulla rete principale, per recarsi in località più periferiche vi sono treni normali. I treni sono superpuntualissimi! Occorre prenotare, per le tratte lunghe, presso gli uffici appositi in stazione; qui viene dato il numero del vagone e del posto a sedere e, sul binario, si trova segnalato sul marciapiede il punto esatto per accedere al vagone giusto quando il treno si ferma. Una volta in viaggio, hostess e personale si prendono cura dei passeggeri, facendo l’inchino di saluto ad ogni uscita dai vagoni.
Questi spostamenti così veloci permettono molta agilità , per esempio da Tokyo a Kyoto, a Hiroshima, a Fukuoka. A Tokyo, città molto intrigante e facile da visitare con la metro, puoi scorazzare dal mercato del pesce ai quartieri hi-tech ai mercatini vecchio stile al quartiere a luci rosse, alla Tokyo Bay , puoi trovare la loro versione della Torre Eiffel (+grande) e la loro Statua della Libertà(+piccola). Tutti i nomi di città e fermate in stazione e metro sono scritti anche in caratteri normali, quindi ci si può orientare
L’importante è costruirsi un tour sulla base delle proprie esigenze, dei propri ritmi e tempi, e dei propri interessi, studiando prima una buona guida (consiglio Lonely Planet).
DOVE DORMIRE:

consiglio di prenotare online, anche poche settimane prima, magari su siti tipo hostelworld.com . Si può scegliere il budget e la posizione dell’albergo, o optare per un ryokan (alla giapponese). Prezzo medio a persona: 40 euro a persona per notte
DOVE E COSA MANGIARE:

la cucina giapponese è molto varia. Vi sono catene di ristorantini molto economici, dove un pasto costa circa 5/6 euro incluse bevande; si possono comprare ovunque vaschette take-away e snacks di mille tipi ; vi sono ristoranti tipici dove invece si spendono 30/40 euro a persona. Assolutamente consigliato un giro nel reparto gastronomia dei grandi magazzini: i banchi delle varie specialità fanno assaggiare di tutto, è un viaggio nella cucina giapponese(anche se talvolta si portano alla bocca cibi sconosciuti!). Mi permetto di raccomandare di non esagerare (non è un buffet!) e di essere sempre gentili e sorridenti, prima e dopo l’assaggio.
BEVANDE:

birra e sakè sono le bevande più popolari, oltre al thè verde. Distributori automatici ovunque -anche per bevande calde in lattina- e soft drinks anche originali e strambi. Alla sera, i giapponesi efficientissimi si rilassano e si lasciano andare a bevande alcoliche a gogò.
ABBIGLIAMENTO:

indipendente dalla stagione, un piccolo ombrello o un impermeabile è consigliato. Scarpe: assolutamente comode e al tempo stesso facilmente sfilabili, per entrare nei templi e per sedersi a mangiare nei posti che lo richiedano. Attenzione ai calzini bucati…...
SALUTE E MEDICINE:

tutto tranquillo in Giappone, ma è meglio stipulare una buona assicurazione sanitaria
prima di partire e portarsi alcune medicine per le emergenze. Se in farmacia non c’è nessuno che parla inglese, può essere molto complicato farsi capire.SOLDI : controllare con la propria banca prima di partire, alcuni bancomat non funzionano con il normale PIN . Consigliabile prenotare degli yen e portarseli con sé alla partenza.
FOTO :

Sempre chiedere il permesso prima di fare una foto: normalmente i giapponesi sono molto disponibili, ma una buona dose di rispetto è sempre un buon lasciapassare in qualsiasi Paese.

LINGUA :

L’inglese è indispensabile , ma non sono molti i giapponesi che lo parlano fluentemente.
Importante!Per educazione i giapponesi non dicono mai NO direttamente, quindi attenti quando si chiede una informazione: dicono di sì con la testa, e poi si scopre che non sanno ciò che serve, e si scusano tantissimo!

CLIMA

In generale, il clima è abbastanza simile al nostro nella fascia centrale del Paese; ma al nord (Hokkaido) è sempre più freddo e al sud più caldo.
TELEFONO E INTERNET

Ad oggi, il solo operatore italiano che offra una tariffa conveniente per chiamare o ricevere telefonate dal Giappone col cellulare è Vodafone. I telefoni pubblici sono comunque dappertutto,
da usare con schede internazionali prepagate . Attenzione al prefisso per chiamare l’Italia, su alcune guide è riportato il prefisso sbagliato (ci ho messo 5 giorni prima di scoprire quello giusto) Nessun problema per internet point, diffusissimi anche negli alberghi
DONNE SOLE

In generale, non ci sono problemi di nessun tipo. Solo la sera sul tardi, è opportuno prestare un minimo di attenzione poiché vi sono molti giapponesi alticci alla fine della loro giornata di lavoro.

sabato 3 maggio 2008

Miniguida dell'India per viaggiatori


India : miniguida per viaggiatori
Come viaggiatrice in solitaria e come fotografa, alla soglia del mio terzo viaggio in India, sento doveroso raccogliere alcuni consigli che sono orientati più al viaggiatore che al turista, a colui o colei che intende il viaggio come esperienza di vita e full immersion in una cultura molto diversa dalla nostra, con l’intenzione di vivere e non solo visitare questa realtà. La prima regola per il viaggiatore è il rispetto del Paese e del popolo che si va a conoscere, nelle usanze, nei costumi, nella religione, nella dignità. Ecco la mia miniguida divisa per argomenti:
DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI
DOVE DORMIRE
DOVE E COSA MANGIARE
BEVANDE
ABBIGLIAMENTO
VACCINI E MEDICINE
SOLDI , MANCE, ELEMOSINE
FOTO
LINGUA
CLIMA
TELEFONARE IN ITALIA
DONNE SOLE

DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI: in un Paese così grande c’è solo l’imbarazzo della scelta.L’importante è costruirsi un tour sulla base delle proprie esigenze, dei propri ritmi e tempi, e dei propri interessi, studiando prima una buona guida (consiglio Lonely Planet e Routard). Per spostarsi, l’ideale è sicuramente noleggiare una vettura con autista, che ha un costo molto accessibile e permette di avere molta libertà. L’autista è indispensabile, il traffico e il modo di guidare sono terribili (tipo western, sfida a duello ad ogni sorpasso) e guidando da soli si potrebbe rischiare non solo una crisi di nervi, ma anche la vita.La velocità media ottimistica è di 70 km orari. Le soluzioni sono due: il tour a boomerang (che parte e torna nello stesso punto) o il tour che parte ad esempio da Delhi e finisce a Calcutta o Ahmedabad o Bombay etc e da lì si prende l’aereo. Personalmente sconsiglio i treni per lunghi tragitti, per fare 700 km mi ci sono volute 15 ore e la gente si legava la valigia al polso con le manette mentre dormiva(!!) In auto, grazie al mitico Francis di Delhi, molto onesto e professionale, ho percorso nel novembre 2007 ben 4500 km in 16 giorni (un tour de force) e sono andata fuori dalle rotte turistiche raccogliendo foto e momenti indimenticabili. Ho scelto io tutte le tappe in assoluta autonomia, è stato fantastico: guardare la cartina dell’India e provare un senso di libertà assoluta.
DOVE DORMIRE: non è necessario prenotare, a meno che non si abbiano esigenze particolari o non ci si rechi in posti sovraffollati (esempio fiera dei cammelli di Pushkar negli ultimi tre giorni). Si possono trovare alberghi abbastanza puliti e decorosi per circa 6/8 euro a notte, bisogna SEMPRE chiedere di vedere prima la camera, controllare che sia pulita, che ci siano lenzuola , gli asciugamani, la carta igienica e poi trattare sul prezzo. Se si è un po’ schizzinosi comunque consiglio alberghi più costosi, dai 20 euro in su a notte.
DOVE E COSA MANGIARE: la cucina indiana è molto varia, piccante e poco costosa (tranne che nei posti solo per turisti) In genere c’è prevalenza di cucina vegetariana ( legata alla religione induista) Se non si hanno degli anticorpi vigorosi e armati fino ai denti è sconsigliabile nutrirsi alle bancarelle degli ambulanti dove le condizioni igieniche sono in maniera evidente molto aleatorie. Per chi non va d’accordo con il superpiccante, sempre dire “mild” quando si ordina, (sarebbe un“piccante light”) oppure “not spicy” se si vuole evitare del tutto. Attenzione, gli induisti usano solo la mano destra per mangiare poiché la sinistra è considerata la mano “impura” quindi, se volete rispettare le usanze locale ed essere guardati con simpatia da tutti, mangiate con la destra. Consiglio il thali , un piatto unico con molte salse e verdure e diversi tipi di pane, molto gustoso (una versione di thali per cammellieri che ho provato io era un po’ diversa, solo due ciotoline con della salsetta e due pezzi di pane cotto sullo sterco di cammello….solo per UOMINI VERI!!) In ogni caso, anche il cibo è una parte del viaggiare che richiede una buona dose di apertura mentale
BEVANDE: è un pò difficile trovare birra e alcolici , per via della religione induista e giainista, e spesso hanno prezzi europei. Attenzione all’acqua e a tutte le bevande allungate con l’acqua o con ghiaccio (lassi-bevanda a base di jogurt, spremuta di canna da zucchero etc) onde evitare problemi intestinali, l’acqua spesso può essere portatrice di germi. Infatti è preferibile una bevanda calda, dove l’acqua viene bollita, tipo thè o caffè. Oppure acqua in bottiglia, facendo attenzione che il tappo sia sigillato (tante volte riempiono di nuovo le bottiglie vuote con acqua di rubinetto e poi le rimettono in vendita…bene per il riciclaggio della plastica ma male per eventuali disagi intestinali!)
ABBIGLIAMENTO: indipendente dalla stagione, che sia il torrenziale luglio dei monsoni o il riarso maggio, consiglio sempre maniche lunghe, sia per uomini che per donne, e calzoni lunghi (o gonne) per due motivi: prima di tutto per integrarsi con gli indiani e con le loro usanze e la loro cultura, e di conseguenza, rispettandoli, avere il loro rispetto spontaneo. Poi , soprattutto nei mesi caldi, per mantenere il calore corporeo e contenere l’evaporazione (consigliabile lino e tessuti traspiranti), nonché evitare scottature. Inoltre, sappiate che nei templi non fanno entrare se non si è vestiti in maniera più che decorosa. Portarsi un copricapo, sia per il sole che, per le donne, per l’ingresso in alcuni templi. Scarpe: nel 2000, dopo aver girato col mal di piedi a Beverly Hills con le lacrime agli occhi, ho finalmente imparato: scarpe comode!! Consigliabili scarpe chiuse, per evitare la sporcizia nelle strade ed eventuali insetti nei prati; al tempo stesso facilmente sfilabili, per entrare nei templi.
VACCINI E MEDICINE: quando si viaggia è preferibile essere previdenti in materia di salute, perciò consiglio la profilassi antimalarica (da comprare in Italia e iniziare a prendere il giorno prima della partenza) , il vaccino per il tifo, l’antitetanica e l’epatite A e B. Troppe vaccinazioni? Dato che il nostro servizio sanitario (da contattare l’Ufficio di Igiene e Profilassi della propria città ) ce le offre a costi contenuti, perché rischiare? L’imprevisto può essere sempre in agguato, un po’ di prudenza non fa male. Da portarsi dietro: un antibiotico, un antidiarroico, degli integratori minerali e vitaminici, pomata cortisonica, antipiretico, antizanzare, salviettine disinfettanti(utilissime). SOLDI , MANCE, ELEMOSINE: quando il costo della vita è molto più basso che in Italia ci sentiamo bene , siamo portati anche ad essere più generosi. Ma il valore dei soldi deve essere adeguato al tenore di vita del popolo che visitiamo. Lasciare una mancia troppo alta, o dare a un mendicante 100 rupie (che sono circa 2 euro) è una esagerazione, è elevarci al di sopra del loro stile di vita creando un abisso. Non siamo più visti come persone ma come soldi che camminano. Con i soldi possiamo educare o diseducare il nostro prossimo, e dobbiamo pensare ad avere un atteggiamento responsabile SEMPRE. Nei posti dove non ci sono turisti, incredibilmente, nessuno mi ha chiesto dei soldi facendo l’elemosina o cercando insistentemente di vendermi qualcosa; anzi, sono stati molto cordiali, mi hanno offerto da bere senza aspettarsi nulla in cambio. Io sono diventata un’ospite, non una turista. Nei posti pieni di turisti invece siamo inseguiti da uno stuolo di venditori, di mendicanti, di bambini e così via. Dopo diversi esperimenti ed esperienze , sono passata dal non dare i soldi a nessuno a darli solo a quelli che realmente apparivano bisognosi (10 o 20 rupie sono più che convenienti). Mai dare soldi quando ci sono molti mendicanti, rischiano di azzuffarsi. Poi ho deciso di non dare soldi ai bambini (spesso sfruttati dagli adulti come mendicanti) ma di comprare loro da mangiare. Poi ancora mi son portata da casa penne e matite, abbigliamento vario da regalare. Mi chiedevano sempre i soldi, (che delusione) ma penne e matite hanno funzionato bene e fatto felici molti bambini. Poi, la svolta: caramelle e cioccolatini. Di fronte a questi doni, si sono rallegrati bambini e anziani, uomini e donne e io mi sono comportata da ospite e non da “ricca turista”. Due episodi: a Benares una bambina, vende cartoline;le faccio una foto, e le dico che non voglio comprare le cartoline ma le posso dare una mancetta (10 o 20 rupie)Lei dice: “non voglio soldi , solo se compri le cartoline, perche' questo e' il mio lavoro” Grande lezione di dignità da parte della bambina.
SONO QUINDI I TURISTI A CAMBIARE LE PERSONE DEL LUOGO E A COMMUTARLI IN QUESTUANTI?
Altro episodio a Pushkar: un ragazzino mi segue e chiede soldi per almeno due chilometri. Gli dico “niente soldi, se vuoi ti compro il chapati (sarebbe il pane) “ . Lui insiste per i soldi, io “ domani sarò qui e ti comprerò il chapati”. Il giorno dopo eccolo puntuale, dignitoso . “Preferisco che mi compri la farina” mi dice, e mi porta ad una bancarella che ne vende.Sceglie un tipo molto costoso (l’equivalente di 2 euro al chilo !) io subodoro una strana spartizione di denaro e percentuali, alla fine scelgo io la farina e ne compro due chili (a 1 euro). Insomma, un braccio di ferro per affermarmi come persona che dà valore al denaro e vuole dare un aiuto , alle prese con un bambino abituato ai turisti e a vederli come banconote ambulanti. Il giorno dopo ancora, mi invita a casa sua, perché sua mamma vuole ringraziarmi della farina (vive in una tenda di stracci). Ringrazio ma non vado,forse è una scusa per vendermi qualcosa , forse è un inizio di un rapporto umano vero? Non lo vado a scoprire, io mi sono comportata responsabilmente come persona e come viaggiatrice.
FOTO Baba, la mia guida nel Kutch per i villaggi, mi racconta che un paio d’anni prima ha accompagnato un fotografo nei villaggi, e costui ha iniziato a dare 500 rupie (10 euro circa) a tutti quelli che fotografava; ebbene, Baba ha ha cancellato il tour perché vuole evitare queste “pessime abitudini” e perche' deve rimanere la dignita', il contatto umano.... l’ elargire “tutti quei soldi” alle persone dei villaggi sarebbe stato diseducativo !! A Mandvi, un uomo con un neonato in braccio mi chiede una foto; ebbene, gliela faccio. Poi mi chiede i soldi! Al che , io ho cancellato di fronte a lui (con la mia reflex digitale) la foto scattata, a dimostrazione che il suo comportamento era sbagliato. Dopodichè, al successivo episodio come questo, ho chiesto IO i soldi (ma solo per finta) per far capire che chiedere di farsi fare delle foto non è un corretto modo di approcciare le persone e guadagnarsi da vivere (a meno che tu non sia un mimo professionista)IMPORTANTE: chiedete SEMPRE il permesso prima di fare una foto in primo piano, rispettate la dignità delle persone. Se qualcuno non vuole una foto, io assolutamente non la faccio. Molte donne si coprono il viso quando vedono la macchina fotografica; non offendetele e rispettatele.
LINGUAL’inglese è indispensabile per muoversi al di fuori di tour organizzati. In alcuni casi può non bastare, se non ci sono persone che parlano inglese; infatti, molti indiani sanno alcune parole di inglese ma non lo parlano fluentemente. Nei posti turistici trovate persone che parlano inglese che cercano di aiutarvi , di condurvi in negozi, di portarvi in alberghi di loro conoscenza. Se accettate il loro aiuto, chiarite subito cosa vi serve e dite che darete loro una mancia solo se siete soddisfatti e se fanno quello che gli chiedete.

CLIMA
In generale, i monsoni durano da giugno a settembre su una ampia fascia centrale dell’India, e non è il miglior periodo per visitarla: le strade all’interno sono difficilmente percorribili. Informatevi bene prima di scegliere il periodo del viaggio e la zona da visitare. Aprile e maggio, nella fascia centrale (Delhi, deserto del Tar, Benares, Calcutta etc) hanno temperature molto alte, e si va da un caldo molto asciutto a un caldo molto umido. Valutate la vostra salute se partite in questi mesi. Ottimo il periodo da ottobre a marzo, salvo che per il nord, dove è ancora molto freddo ( verso il Tibet)

TELEFONO E INTERNET
Ad oggi, non esiste operatore italiano che offra una tariffa conveniente per chiamare o ricevere telefonate dall’India col cellulare : la media è di 3 euro al minuto se si chiama dall’India e 2 euro al minuto se si riceve una telefonata dall’Italia. E’ consigliabile quindi comprare una scheda ricaricabile con un numero indiano, il costo è molto limitato. Bisogna portarsi due foto tessera per richiedere il numero, e fornire la copia del passaporto. Attenzione, mi è capitato che, acquistando la scheda in un posto di passaggio, non abbiano registrato i documenti e così mi son trovata dopo tre giorni col servizio disattivato, quindi cercate di andare in un negozio acrreditato. Per telefonare invece dal telefono fisso, i telefoni sono davvero ad ogni angolo di strada e il costo al minuto può essere in media di 10/15 rupie al minuto, quindi conveniente. L’alternativa è parlare con Skype, gli internet point sono davvero molti e qui scendiamo anche a 30 rupie all’ora.
Per connessioni con la webcam, invece, è difficile trovare connessioni veloci a banda larga e quindi dovreste: 1)portarvi la webcam dall’Italia con relativo cd di installazione 2) accettare una qualità abbastanza lenta della connessione.

DONNE SOLE
In generale, non ci sono problemi purchè: 1) ci si vesta in modo appropriato (gonne o pantaloni lunghi, maniche lunghe)2) non si vada in giro da sole dopo le 9 di sera: pochi posti hanno vita mondana, a una certa ora vi sono ubriachi in giro e può essere pericoloso 3) non si dia troppa confidenza a persone che approcciano per strada. Ricordate, in India la condizione femminile generale è ancora disagiata, anche se alcuni fenomeni- feticidio femminile, immolazione della vedova alla morte del marito- sono quasi debellati. La vita sociale di uomini e donne è tuttora separata nei villaggi, e in India si è ben accolte da donne e bambini, talvolta invitate nelle case. In generale, vale sempre il principio di ricordare SEMPRE di rispettare la cultura del posto per essere rispettati.

SPERO DI ESSERE STATA UTILE, SE OCCORRE QUALCHE INFORMAZIONE DI PIU’ CERCHERO’ DI RISPONDERE,
SCRIVETE A raf999@libero.it
Raffaella Milandri