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lunedì 29 luglio 2013

La nuova spedizione in solitaria della Milandri: Papua Nuova Guinea



Dopo aver vissuto con gli Innuit sui ghiacci, cercato acqua con i Boscimani nel Deserto del Kalahari , esplorato la foresta pluviale con i Pigmei ed essere stata adottata in una tribù di Nativi Americani, il nuovo viaggio della viaggiatrice in solitaria Raffaella Milandri ad agosto 2013 si preannuncia estremamente periglioso. La fotografa e scrittrice(Io e i Pigmei:cronache di una donna nella foresta, Polaris 2011 e La mia Tribù: storie autentiche di Indiani d'America, Polaris 2013) si recherà ad agosto in Papua Nuova Guinea. "Una terra ai confini del mondo. -dice la avventuriera- E' ora per me di affrontarla e di scoprirla. In fuoristrada." Sulle 6000 lingue parlate nel mondo, circa 1000 sono parlate in Papua Nuova Guinea. Vi sono tribù dalle tradizioni incredibili, e gli ultimi cannibali vivono qui: l'estate scorsa ben 29 persone sono state processate per cannibalismo. In una Natura selvaggia, si susseguono forti terremoti ogni giorno, dai 5 ai 7 gradi della scala Richter . A maggio 2013, nonostante le proteste dell'Onu, il Governo ha ripristinato la pena di morte per stupri, rapine a mano armata e omicidi, onde scoraggiare la miriade di crimini che rimbalzano dalle città di Port Moresby e Mount Hagen fino ai villaggi più inaccessibili.
Una terra crudele nei confronti delle donne: oltre il 50% sono vittime di stupri, e il 66% è vittima di violenze domestiche. E' proprio dopo l'uccisione di una turista australiana e lo stupro di una ricercatrice americana, a maggio 2013, che il Primo Ministro Peter O'Neill ha portato avanti la pena capitale come mezzo di dissuasione . Esistono moltissime "gang" di uomini che fanno incursioni violente nelle vite degli abitanti della Papua Nuova Guinea, ma specialmente delle donne: pare che ben due terzi degli uomini abbiano partecipato almeno una volta a uno stupro di gruppo . Ma non finisce qui: il Sourcery Act è una legge tuttora in vigore che permette una pena indulgente a chi a pratica il rogo per stregoneria . E' quindi frequente una "caccia alle streghe" che molte volte maschera una lite familiare o una vendetta personale e sfocia in omicidio. Le cronache riportano troppo frequentemente questi "assalti purificatori" in Papua Nuova Guinea.
Chiediamo a Raffaella Milandri, nota attivista per i diritti umani, come si prepara a questo viaggio. "Certo ho paura, ma sconfiggere la paura è il presupposto per avere coraggio. Sfidare i propri limiti è per me una filosofia essenziale. Sono estremamente curiosa di esplorare questa terra, ma userò il massimo della prudenza. Viaggerò in solitaria come al solito, mi porterò molte medicine e abiti informi e semplici per non dare nell'occhio. Macchina fotografica e telecamera saranno le mie fidate compagne di viaggio. E poi una serie di amuleti portafortuna! Purtroppo non c'è una Ambasciata italiana nel Paese, quindi non c'è assistenza per le emergenze. Andrò alla ricerca soprattutto delle donne indigene di questo Paese, per farmi raccontare le loro storie. Il mio obiettivo è raccogliere testimonianze che aiutino le vittime di violenze." Chiediamo alla Milandri: " Racconterà il suo viaggio su Facebook in diretta, come negli altri viaggi?". Risponde la viaggiatrice: "Assolutamente sì. Ho migliaia di persone che mi seguono con affetto, e nei momenti bui anche una frase amica può aiutare."
Sarà possibile seguire il viaggio della Milandri in diretta su facebook a questo link
L'ultima domanda a Raffaella Milandri: "Ha mai rischiato la vita?"
"Diverse volte, rendendomene conto. Molte altre, sfiorando situazioni estreme senza accorgermene. Devo usare l'istinto, e tutte le qualità innate nell'uomo ormai sopite nel mondo moderno. Un sesto senso ancestrale che, all'occorrenza, è un vero e proprio angelo custode.Per me è come essere due persone diverse: la Raffaella occidentale, presa da shopping, bollette da pagare, orari da ufficio; e la Raffaella "indigena", che usa olfatto, tatto, udito nella foresta, per sopravvivere. "
E aggiunge: "Dedico questo viaggio a tutti gli attivisti per i diritti umani che credono negli ideali di un Uomo giusto verso il Prossimo."

NOTE BIOGRAFICHE DI RAFFAELLA MILANDRI

Fotografa umanitaria e scrittrice(Io e i Pigmei, Polaris 2011 e La mia Tribù, Polaris 2013), attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, viaggiatrice solitaria, usa le sue foto, libri e filmati come strumento di sensibilizzazione e mezzo di denuncia di ingiustizie e violazioni dei diritti umani. Per i diritti umani dei popoli indigeni, porta avanti campagne e petizioni in favore di boscimani, pigmei e altri popoli vittime di ingiustizie e a rischio di estinzione , divulgando scottanti inchieste . Attualmente Raffaella Milandri sta portando avanti una petizione per la Giornata Mondiale dei Popoli Indigeni con il supporto di diversi Lions Club. Si impegna in campagne informative sul turismo responsabile nei Paesi in via di sviluppo.


Varie le sue partecipazioni televisive e radiofoniche : con Maurizio Costanzo sia su Rai Uno che su Rai Due , su Rai Tre a Alle falde del Kilimangiaro e telegiornale , su Rai Due a TG2 Insieme , su Radio Uno, Radio Due, etc etc . Numerosi gli articoli sui suoi viaggi, su quotidiani e riviste . 

lunedì 19 novembre 2012

Tutta la verità sui miei viaggi in solitaria

Amici carissimi,
viste le tante domande sui miei viaggi, ecco domande e risposte!
Versione da viaggio

Versione "occidentale"

1)VIAGGI DAVVERO DA SOLA?
Sì, assolutamente. Per me è una esigenza: sia per essere libera nei movimenti , sia per essere accolta senza problemi. A chi fa paura una donna sola?
E' anche un modo per mettermi alla prova, per sfidare le mie paure.La disciplina è la mia prima regola, insieme alla preparazione fisica. Per poter spogliarmi della mentalità occidentale , senza preconcetti. E per chi non credesse che viaggio sola: ho le prove e i testimoni che mi hanno incontrato lungo i miei cammini....
2)COME TI FINANZI?
Ho un lavoro primario da libera professionista che, incrociando le dita, mi permette di prendermi il tempo necessario e mi permette di autofinanziarmi. Non ho sponsor, pago tutto io per poter avere la libertà di movimento indispensabile.
3)HAI PAURA?
Ho sempre paura....Viaggiare, e uscire dai binari della mia quotidianità, mi immerge in un flusso di eventi spesso incontrollabili e soggetti ad ogni tipo di imprevisto.
4)COME ORGANIZZI I TUOI VIAGGI?
Normalmente dall'Italia prenoto solo il volo, e in alcuni casi il fuoristrada. Una buona cartina, e uno studio della zona e delle problematiche attraverso libri e internet, mi permette di avere una idea di come muovermi e dove andare, ma non ho mai un programma fisso: lo costruisco giorno per giorno. Alle volte parto per indagare su soprusi a popoli indigeni (pigmei, boscimani, etc) ma non sono mai sicura di riuscire a raggiungere lo scopo del mio viaggio.
5)CHE VITA FAI QUANDO SEI FUORI DA SOLA?DOVE DORMI?
Vita estremamente spartana. A letto presto, anche perchè in molti Paesi non è sicuro girare di notte; e la mattina amo vedere l'alba e mettermi in viaggio presto, anche per catturare fotografie inconsuete e momenti di vita più indiscreti. Dormo in preferenza in alberghi o ostelli, ma sempre modesti; ho il sacco a pelo pronto e in alcuni casi dormo in macchina. Anche il cibo è semplice ed economico.
6)QUANDO VIAGGI  FAI AMICIZIE? VAI A FESTE, VAI A BALLARE?
Faccio amicizie certo, ma sempre e solo con persone del luogo e preferibilmente con persone dei piccoli villaggi. Per me stare con persone semplici, e popoli indigeni, è una sensazione di estremo benessere e ritrovo in me stessa i valori veri della vita. Feste e balli? Non in senso occidentale. Non mi rilasso mai più di tanto , devo badare a me stessa. Ad esempio, non bevo mai alcolici quando sono in viaggio.
7)IL PROSSIMO VIAGGIO?
Sempre incrociando le dita, Nuova Guinea, in solitaria e fuoristrada. Vi sono molte tribù di popoli indigeni e voglio sapere di più sulla loro situazione. Non da turista, ma da attivista per i diritti umani dei popoli indigeni.
8)ALTRI PROGRAMMI?
Sto scrivendo il mio nuovo libro sui Crow e sugli  Indiani d'America. Un libro impegnativo, ma ricco di sorprese per chi ama questo popolo. Il mio sogno è di poter lavorare solo come scrittrice, amo comunicare attraverso le parole scritte ed avere la attenzione del lettore, è un rapporto molto speciale.

giovedì 28 ottobre 2010

Scomode verità, multireportage per i diritti umani di Raffaella Milandri




L'ultimo multireportage per i diritti umani di Raffaella Milandri: "Come testimone, io sono responsabile di verità che non vanno taciute"


Si preannuncia un evento molto seguito il multireportage-conferenza "Scomode verità: solidarietà e riflessione sui popoli indigeni", di Raffaella Milandri, che si terrà ad Ascoli Piceno il 31 ottobre.
"E' un incredibile viaggio che tocca vari popoli indigeni e feroci discriminazioni dei diritti umani
nonchè veri e propri genocidi. Per chi partecipa sarà come essere testimone oculare delle mie esperienze in solitaria " dice la Milandri.

Questo incontro con la fotografa umanitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni
Raffaella Milandri è una piccola rassegna di scomode verità raccolte durante i suoi viaggi in solitaria nelle realtà tribali. Foto, filmati e interviste denunciano situazioni che sono state riportate anche al Commissariato per l’eliminazione delle Discriminazioni Razziali dell’ONU.

Attraverso mezzi di comunicazione e social network la Milandri lancia appelli, raccoglie firme e missive di denuncia da inviare a Presidenti e Ministri di diverse nazioni, tra cui anche Sonia Gandhi.

L'appuntamento, organizzato dal Lions Club Ascoli Piceno Urbs Turrita e in particolare dal Presidente Marisa Cozza.è per il 31 ottobre 2010 ore 17,30 ad Ascoli Piceno, alla Sala Docens in Piazza Roma 6, nell'occasione vi sarà la cerimonia per il conferimento della borsa di Studio "Simona Orlini". Una poesia di Andrea cacciavillani, poeta e scrittore molisano, è stata composta
in solidarietà ai popoli indigeni e sarà interpretata dall'artista Edoardo Vecchiola.
L'evento, proprio grazie al suo particolare rilievo umanitario, verrà segnalato dall'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Milistero per le Pari Opportunità.

Dagli indiani d'America, agli aborigeni australiani, agli indios amazzonici, ai boscimani del Kalahari, agli adivasi dell'India e tante altre etnie, questi popoli indigeni sono fratelli nel condividere una storia tragicamente simile.

Culture antiche, radicate alle loro terre ancestrali, tradizioni e linguaggi unici patrimonio dell'Umanità. Ogniqualvolta in queste terre, tutt'oggi, viene trovato un giacimento minerario-oro, diamanti, bauxite, carbone- o una risorsa da sfruttare-petrolio, foreste- incomincia la distruzione, la cancellazione, la persecuzione per questi popoli , in nome del "Progresso" .

Durante questo multireportage, tra gli altri popoli, si parlerà in particolare dei boscimani del Kalahari, allontanati con la forza dalle loro terre a causa di miniere di diamanti che, sulla base di un comunicato di ottobre 2010, hanno fatto registrare un surplus di 22 milioni di euro nelle casse del Botswana. " I boscimani rischiano l'estinzione, gli interessi in gioco sono troppo rilevanti" dice la Milandri e aggiunge: "Questo multireportage sarà in programmazione in alcune città italiane e sono disponibile a ulteriori divulgazioni presso scuole e associazioni: come testimone, io sono responsabile di verità che non vanno taciute"

"Solo l'informazione può salvarci" questo è il messaggio semplice e incisivo di Kumti Majhi, un leader tribale dell'Orissa , che è contenuto in un appello divulgato dalla fotografa .

La Milandri, recentemente adottata simbolicamente dalla tribù dei Crow, indiani d'America,
organizza i suoi viaggi in solitaria preferibilmente in fuoristrada,
ecco il link ad un filmato su Raffaella Milandri :
http://www.youreporter.it/video_Il_lavoro_di_testimone_e_attivista_per_i_diritti_umani_1

domenica 26 aprile 2009

NUOVO VIAGGIO IN SOLITARIA DI RAFFAELLA MILANDRI: DA NEPAL E TIBET COLLEGAMENTI SU FACEBOOK E MOSTRA FOTOGRAFICA "IMAGINE" PER IL FESTIVAL DELLA PACE


La viaggiatrice in solitaria e fotografa Raffaella Milandri,
di San Benedetto del Tronto, che sta preparando la mostra fotografica
"Imagine" per fine maggio 2009, parte martedì 28 aprile per un viaggio tra Nepal e Tibet.

LA MOSTRA
"Imagine" di Raffaella Milandri,
ci trasporta ai confini tra Nepal e Tibet, tra fratelli tibetani in esilio e soldati che pattugliano i confini.
La quotidianità appare sconvolta ma non rassegnata,
in una tensione carica di dignità, aspettando che il mondo reagisca in maniera determinante.
La mostra farà parte delle molteplici e interessanti manifestazioni del 1° Festival della Pace
organizzato dal Comune di San Benedetto, e sarà allestita all'interno dell'Hotel Calabresi, in Piazza della Rotonda (Piazza Giorgini)
dal 29 maggio al 7 giugno 2009. Durante la mostra sarà allestita una asta di beneficenza,
il ricavato della vendita delle foto sarà devoluto.
IL VIAGGIO
Rigorosamente in solitaria, senza alcuna prenotazione tranne l'aereo,
questo viaggio di Raffaella Milandri la vedrà indagare nella realtà del Nepal e del Tibet,
alla ricerca di immagini e di emozioni."Mi spoglio degli agi quotidiani, solo una valigia
e niente cellulare. Il mio cammino sarà costruito giorno per giorno.
Unico bagaglio sostanzioso: macchina fotografica, videocamera per mettere su Youtube alcuni filmati , e una webcam con la quale mi collegherò su Facebook per raccontare le mie giornate ."
(link alla pagina http://www.facebook.com/home.php#/profile.php?id=1138090234&ref=profile)
"Prima di partire ho prestato servizio con il Gruppo di Protezione Civile Comunale di San Benedetto e con il FIR SER di Ascoli per aiutare la popolazione aquilana, auguro un buon lavoro a tutti e invio un saluto speciale alle persone attendate al campo di Tempera (AQ) dove ho lasciato il cuore: forza e coraggio"
L'AUTRICE
Raffaella Milandri, viaggiatrice in solitaria e fotografa di San Benedetto del Tronto,
indaga tra popoli e culture con estrema curiosità, ritraendo momenti carichi di intenso significato emozionale.
«Viaggiare in solitaria crea il necessario distacco dal mio quotidiano che mi permette un temporaneo ma completo “abbandono” al modo di vivere dei popoli che sto visitando: mi permette di essere immersa “incontaminata” nella loro cultura e respirarne l'essenza. Io mi assimilo alle genti che studio per catturarne l’immagine autentica, perché mi vedano come una di loro - non come un forestiero - adatto sempre i miei abiti e i miei gesti alla cultura locale.»
L'autrice collabora con la Fototeca Storica Nazionale Gilardi (MI) ed ha all'attivo fotoreportage in Giappone, Australia, India, Nepal, Usa, Canada, Egitto e in vari paesi europei. In preparazione un libro sui suoi viaggi.

domenica 15 giugno 2008

Miniguida del Nepal per viaggiatori





Come viaggiatrice in solitaria e come fotografa, sento doveroso raccogliere alcuni consigli che sono orientati più al viaggiatore che al turista, a colui o colei che intende il viaggio come esperienza di vita e full immersion in una cultura molto diversa dalla nostra. La prima regola per il viaggiatore è il rispetto del Paese e del popolo che si va a conoscere, nelle usanze, nei costumi, nella religione, nella dignità.

Nonostante la posizione strategica tra India e Cina, i due stati più popolosi del pianeta, il Nepal è effettivamente un’isola culturale a sé stante. Con i suoi scarsi 30 milioni di abitanti, in Nepal si respira aria di una civiltà indomita : terra martoriata da atti terroristici, povertà ma non miseria, presenza ovunque di militari(32 campi militari solo nel parco Chitwan!!), mai è stata conquistata dal colonialismo, e qui la monarchia dopo circa 250 anni sta lasciando il passo alla Repubblica. Negli occhi dei nepalesi si legge una fierezza, una onestà e una matrice culturale dalle profonde radici. Il popolo del Nepal apprezzerà il rispetto che possiamo recare loro come viaggiatori, aprendoci un cuore generoso. Non fermatevi alle località turistiche, ai ristoranti per turisti, andate ad esplorare la identità di questo popolo nei villaggi, nei piccoli monasteri, nei campi dove mietono il grano. Interagite con i nepalesi parlando, magari con l’aiuto di una guida e interprete, fatevi raccontare cosa pensano e cosa sognano. Al primo posto dei loro sogni c’è la pace per il loro Paese, una pace che porti prosperità, istruzione, miglioramenti tecnologici. Mi sono seduta spesso, durante il mio viaggio, a guardare il telegiornale con i nepalesi, e spesso ho chiesto a quale casta appartenevano, e posto mille domande-fors’anche indiscrete- per capire di più. In questo 2008 speranza e ottimismo sono i sentimenti dominanti, anche se qui i volti sono spesso seri , ed è una conquista poterli far sorridere. I nepalesi sono poveri ma molto dignitosi e affaccendati . Come viaggiatrice in solitaria e come fotografa, raccolgo qui alcuni consigli per il viaggiatore che intende il viaggio come esperienza di vita e full immersion in una cultura diversa. La prima regola per il viaggiatore è il rispetto del Paese e del popolo che si va a conoscere, nelle usanze, nei costumi, nella religione, nella dignità. Ecco la mia miniguida divisa per argomenti:
DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI
DOVE DORMIRE
DOVE E COSA MANGIARE
BEVANDE
ABBIGLIAMENTO
VACCINI E MEDICINE
SOLDI , MANCE, ELEMOSINE
GUIDE
FOTO
LINGUA
CLIMA
TELEFONO E INTERNET
DONNE SOLE

DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI
Imperdibile la vallata di Kathmandu: tra le varie località, Pashupatinath (induista) , Bodhnath (buddhista), Bhaktapur che è un vero gioiello, Patan etc.
Kathmandu è piena di gente con le mascherine antismog, piena di traffico, direi invivibile a meno che non ci si voglia rinchiudere in quel serraglio per occidentali – e con prezzi da occidentali-che è la zona di Thamel. Sulle sponde del fiume Bagmati tendopoli e povertà sono incorniciate da rifiuti.
Ad ovest di Kathmandu, deliziosa una passeggiata a Devghat, una serata a Bandipur (anche se molto turistica), un salto in funivia a Manakamana, impegnativa ma interessante la scalata di 1500 gradini a Gorkha Mandir.
Ad est di Kathmandu, Nagarkot e Dhuliket offrono viste mozzafiato sull’Himalaya(ma solo da settembre ad aprile, poi le nuvole e la nebbia offuscano tutto), Namobuddha è una scoperta, con il suo monastero buddhista fuori mano e fuori dalle guide turistiche. Il Parco Chitwan –a sud - è molto turistico ma imperdibile, consiglio il giro in elefante all’alba ma se potete permettervelo prendete un elefante solo per voi, per godervi dei momenti indimenticabili nella giungla. Godetevi la pacifica convivenza di induisti e buddisti facendo un mix di luoghi sacri ad entrambe le religioni. Ah, ovviamente c’è il trekking che regna sovrano, con tanti percorsi: procuratevi una buona cartina! Per spostarsi anche di molti chilometri potete prendere un taxi (15-20 euro circa al giorno per l’intera giornata),
un microbus o un autobus che però spesso può essere sovraffollato, preparatevi a viaggiare sul tetto. Dentro Kathmandu un risciò va benissimo, ma attenzione allo smog. Al momento in cui scrivo, l’accesso al Tibet è chiuso, ma tutta la zona nord-est del Nepal verso il Tibet è da scoprire.
DOVE DORMIRE:

non è necessario prenotare, a meno che non si abbiano esigenze particolari o non ci si rechi in posti come Bandipur (piccola e molto turistica) Gli alberghi sono in genere puliti e decorosi per circa 6/8 euro a notte, bisogna SEMPRE chiedere di vedere prima la camera, controllate se si affaccia sulla strada poiché ovunque al mattino presto è rumoroso. Verificate che ci sia l’acqua a tutte le ore, controllate che ci siano candele sul comodino, l’elettricità va via spesso.
DOVE E COSA MANGIARE:

nei ristorantini solo per nepalesi potete tranquillamente mangiare con 0,50 euro; nei posti per turisti si arriva anche a 10 euro a testa. La cucina nepalese è abbastanza varia, dal vegetariano al non veg, con carne di bufalo, montone , pollo. La cucina newari è molto caratteristica, con frittelle di sangue, salsicce di lardo, etc etc. Decidete se sperimentare……..Le condizioni igieniche sono spesso precarie, ma in linea di massima accettabili.
BEVANDE:

attenzione all’acqua del rubinetto, sempre meglio bevande sigillate. Birra e superalcolici si trovano facilmente, in Nepal producono molte varietà di whisky e rum a basso prezzo – con conseguenze negative sulla popolazione dopo le 8 di sera…..
ABBIGLIAMENTO:

indipendente dalla stagione, consiglio sempre maniche lunghe, sia per uomini che per donne, e calzoni lunghi (o gonne) per due motivi: prima di tutto per integrarsi con i nepalesi e con le loro usanze e la loro cultura, e di conseguenza, rispettandoli, avere il loro rispetto spontaneo. Poi , soprattutto nei mesi caldi, per mantenere il calore corporeo e contenere l’evaporazione (consigliabile lino e tessuti traspiranti), nonché evitare scottature. Scarpe: parola d’ordine: SCARPE COMODE;

consigliabili scarpe chiuse, per evitare la sporcizia nelle strade ed eventuali insetti nei prati; al tempo stesso facilmente sfilabili, per entrare nei templi.
VACCINI E MEDICINE:

quando si viaggia è preferibile essere previdenti in materia di salute, perciò consiglio la profilassi antimalarica (da comprare in Italia e iniziare a prendere il giorno prima della partenza) soprattutto se andate nei parchi tipo Chitwan ; sempre consigliabili l’antitetanica e vaccini per l’epatite A e B. Se avete intenzione di camminare in zone isolate, consiglio anche l’antirabbica: vi sono moltissimi cani randagi e talvolta mordono. Da portarsi dietro: un antibiotico, un antidiarroico, degli integratori minerali e vitaminici, pomata cortisonica, antipiretico, antizanzare, salviettine disinfettanti(utilissime) e soprattutto fatevi consigliare dal medico un medicinale per il mal di montagna, se andate oltre i 2000 metri.

SOLDI , MANCE, ELEMOSINE:

bisogna sempre considerare il tenore di vita del luogo, e quindi diffidare da chi vi chiede 30, 50 o 100 dollari per un souvenir anche se pregiato. A Patan un venditore di coltelli artigianali (la mia passione!) mi ha seguito per tre ore partendo da un prezzo di 150 dollari. Alla fine me la sono cavata con 1000 rupie nepalesi (10 euro) . Una mancia di 50 rupie è sufficiente, al tassista o al cameriere o al facchino. Adeguatevi al valore dei soldi del Paese dove vi trovate, onde non fare la figura dei “ricconi” occidentali. E’ molto facile, con il vostro atteggiamento, lasciare delle impressioni negative che andranno poi a mutare i modi di fare nei confronti dei turisti in genere. Essere parsimoniosi e oculati serve anche a farsi rispettare maggiormente. Consiglio: tenete i vostri soldi in posti diversi, magari anche nella classica cintura a fascia, e spartite in due tasche diverse i tagli piccoli di denaro e i tagli grandi, così non mostrerete di avere molto denaro ogni volta che pagate qualcosa. Non date assolutamente denaro ai bambini: è un modo per invogliarli all’accattonaggio. Se volete, comprate loro dei dolcetti o delle penne o dei quaderni. Attenzione: a Bhaktapur (dove ci sono molti turisti) tanti bambini hanno questo approccio: chiedono di quale paese siete, quando dite che siete italiani, loro dicono “Capitale Roma” e poi “comprare libro” (incredibile!!se prendo chi glielo ha insegnato….) Chiederanno di comprargli un dizionario. Ebbene, nel 90% dei casi, sono d’accordo con il negoziante , quindi se comprate il dizionario poi i bambini lo riporteranno al negozio e si faranno dare i soldi indietro (meno una parte per il negoziante). E’ una forma “evoluta” di accattonaggio. Se proprio vi fate convincere, una volta comprato il dizionario scriveteci sopra con la penna una vostra dedica e il vostro nome, così non potranno rivenderlo.

GUIDE:

in Nepal con pochi euro (5 o 10 al massimo) potete procurarvi una guida del posto, più o meno accreditata. Magari non vi saprà citare la storia di un monumento, ma è ottimo come interprete per poter comunicare con i nepalesi che non conoscono l’inglese, e vi spiegherà magari come comportarvi nei templi e nei luoghi religiosi: si può fare, non si può fare. Almeno per un giorno, consiglio di provare.
FOTO
Chiedete SEMPRE il permesso prima di fare una foto in primo piano, rispettate la dignità delle persone. Se qualcuno non vuole una foto, non forzate e rispettate. Se vi chiedono dei soldi per una foto, possibilmente rifiutate, onde non far intraprendere il ruolo di accattoni anche in futuro ai soggetti che fotografate. Monaci buddisti e santoni invece sono abituati a vivere di elemosina, perciò non è scorretto dargli 50 rupie.
LINGUA

L’inglese è indispensabile per muoversi al di fuori di tour organizzati. In alcuni casi può non bastare, se non siete bravi mimi procuratevi una guida. Esistono alcuni dizionari di nepalese, per gli studiosi…(o secchioni)
CLIMA
In generale, i monsoni durano da giugno a settembre: le strade all’interno sono difficilmente percorribili e con molte frane. Informatevi bene prima di scegliere il periodo del viaggio e la zona da visitare. In alcune zone è molto freddo in inverno e le strade sono chiuse. Se noleggiate una macchina è meglio una 4x4.
TELEFONO E INTERNET
Ad oggi, non esiste operatore italiano che offra una tariffa conveniente per chiamare o ricevere telefonate dal Nepal col cellulare : la media è di 3 euro al minuto se si chiama dal Nepal e 2 euro al minuto se si riceve una telefonata dall’Italia. E’ consigliabile quindi comprare una scheda ricaricabile con un numero nepalese, il costo è molto limitato. Bisogna portarsi due foto tessera per richiedere il numero, e fornire la copia del passaporto. Attenzione, chiedete una sim card Meromobile, e non del provider governativo che ci mette anche un anno per rilasciare una scheda nuova!!. Per telefonare invece dal telefono fisso, i telefoni sono molto frequenti e il costo al minuto può essere in media di 20/35 rupie al minuto, ance se la linea alle volte è molto disturbata. L’alternativa è parlare con Skype, ma gli internet point non sono moltissimi ( 20 rupie all’ora) e anche qui la connessione può avere problemi.

DONNE SOLE
Raccomandazioni:

1) vestirsi in modo appropriato (gonne o pantaloni lunghi, maniche lunghe)

2) non andare in giro da sole dopo le 9 di sera: non c’è vita mondana, a una certa ora vi sono ubriachi in giro e può essere pericoloso

3) non dare troppa confidenza se non si vuole essere molestate. Un aneddoto: ero sulla jeep nel parco Chitwan, da sola con l’autista e la guida nel retro, di fronte a me. Costui aveva già mostrato il vizio di toccarmi spesso la spalla mentre parlava, gesto per me fastidioso e per la sua cultura poco rispettoso nei confronti di una donna. Ad un certo punto mi mette una mano sul ginocchio: conto fino a tre e poi SCIAFF!! Gli schiaffeggio la mano e gli spiego che per la mia cultura, in Italia, questi gesti con una donna li può fare solo a) il proprio marito b) una amica femmina. Mi guarda un po’ incredulo, ma io risoluta gli ripeto le “usanze italiane” e a questo punto lui smette del tutto. Talvolta è importante essere decise e autoritarie onde evitare trattamenti maleducati e audaci; purtroppo qui le donne occidentali hanno fama di essere “facili” e ho dovuto ricorrere ad una ferrea “morale” in uso nel mio paese per scoraggiarlo. Se sapesse invece qui da noi…….

Miniguida del Giappone per viaggiatori





Come viaggiatrice in solitaria e come fotografa, sento doveroso raccogliere alcuni consigli che sono orientati più al viaggiatore che al turista, a colui o colei che intende il viaggio come esperienza di vita e full immersion in una cultura molto diversa dalla nostra. La prima regola per il viaggiatore è il rispetto del Paese e del popolo che si va a conoscere, nelle usanze, nei costumi, nella religione, nella dignità. La bellezza del Giappone è nel fatto che conserva tutto il fascino delle proprie tradizioni pur essendo all'avanguardia. E i giapponesi sono disarmanti nel loro "non-europeismo": molto gentili, disponibili, discreti. Fiumi di persone silenziose e composte escono ed entrano dalla metropolitana a Tokyo, ad esempio, e dopo un paio di giorni credi di essere diventato l'uomo invisibile, per come sono discreti nel non guardarti o osservarti . Ecco la mia miniguida divisa per argomenti:
DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI
DOVE DORMIRE
DOVE E COSA MANGIARE
BEVANDE
ABBIGLIAMENTO
SALUTE E MEDICINE
SOLDI
FOTO
LINGUA
CLIMA
TELEFONO E INTERNET
DONNE SOLE

DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI:

una caratteristica strabiliante di questo Paese è la rete ferroviaria che attraversa il Paese. Acquistando il Japan Rail Pass da una delle due Agenzie italiane autorizzate, (prima di partire!!) potete viaggiare liberamente sui treni giapponesi. Il pass costa circa 200 euro a settimana e si può scorazzare ovunque (il mio favorito è l'Hikari, 600 km all'ora WOW!!) Questi treni superveloci sono disponibili sulla rete principale, per recarsi in località più periferiche vi sono treni normali. I treni sono superpuntualissimi! Occorre prenotare, per le tratte lunghe, presso gli uffici appositi in stazione; qui viene dato il numero del vagone e del posto a sedere e, sul binario, si trova segnalato sul marciapiede il punto esatto per accedere al vagone giusto quando il treno si ferma. Una volta in viaggio, hostess e personale si prendono cura dei passeggeri, facendo l’inchino di saluto ad ogni uscita dai vagoni.
Questi spostamenti così veloci permettono molta agilità , per esempio da Tokyo a Kyoto, a Hiroshima, a Fukuoka. A Tokyo, città molto intrigante e facile da visitare con la metro, puoi scorazzare dal mercato del pesce ai quartieri hi-tech ai mercatini vecchio stile al quartiere a luci rosse, alla Tokyo Bay , puoi trovare la loro versione della Torre Eiffel (+grande) e la loro Statua della Libertà(+piccola). Tutti i nomi di città e fermate in stazione e metro sono scritti anche in caratteri normali, quindi ci si può orientare
L’importante è costruirsi un tour sulla base delle proprie esigenze, dei propri ritmi e tempi, e dei propri interessi, studiando prima una buona guida (consiglio Lonely Planet).
DOVE DORMIRE:

consiglio di prenotare online, anche poche settimane prima, magari su siti tipo hostelworld.com . Si può scegliere il budget e la posizione dell’albergo, o optare per un ryokan (alla giapponese). Prezzo medio a persona: 40 euro a persona per notte
DOVE E COSA MANGIARE:

la cucina giapponese è molto varia. Vi sono catene di ristorantini molto economici, dove un pasto costa circa 5/6 euro incluse bevande; si possono comprare ovunque vaschette take-away e snacks di mille tipi ; vi sono ristoranti tipici dove invece si spendono 30/40 euro a persona. Assolutamente consigliato un giro nel reparto gastronomia dei grandi magazzini: i banchi delle varie specialità fanno assaggiare di tutto, è un viaggio nella cucina giapponese(anche se talvolta si portano alla bocca cibi sconosciuti!). Mi permetto di raccomandare di non esagerare (non è un buffet!) e di essere sempre gentili e sorridenti, prima e dopo l’assaggio.
BEVANDE:

birra e sakè sono le bevande più popolari, oltre al thè verde. Distributori automatici ovunque -anche per bevande calde in lattina- e soft drinks anche originali e strambi. Alla sera, i giapponesi efficientissimi si rilassano e si lasciano andare a bevande alcoliche a gogò.
ABBIGLIAMENTO:

indipendente dalla stagione, un piccolo ombrello o un impermeabile è consigliato. Scarpe: assolutamente comode e al tempo stesso facilmente sfilabili, per entrare nei templi e per sedersi a mangiare nei posti che lo richiedano. Attenzione ai calzini bucati…...
SALUTE E MEDICINE:

tutto tranquillo in Giappone, ma è meglio stipulare una buona assicurazione sanitaria
prima di partire e portarsi alcune medicine per le emergenze. Se in farmacia non c’è nessuno che parla inglese, può essere molto complicato farsi capire.SOLDI : controllare con la propria banca prima di partire, alcuni bancomat non funzionano con il normale PIN . Consigliabile prenotare degli yen e portarseli con sé alla partenza.
FOTO :

Sempre chiedere il permesso prima di fare una foto: normalmente i giapponesi sono molto disponibili, ma una buona dose di rispetto è sempre un buon lasciapassare in qualsiasi Paese.

LINGUA :

L’inglese è indispensabile , ma non sono molti i giapponesi che lo parlano fluentemente.
Importante!Per educazione i giapponesi non dicono mai NO direttamente, quindi attenti quando si chiede una informazione: dicono di sì con la testa, e poi si scopre che non sanno ciò che serve, e si scusano tantissimo!

CLIMA

In generale, il clima è abbastanza simile al nostro nella fascia centrale del Paese; ma al nord (Hokkaido) è sempre più freddo e al sud più caldo.
TELEFONO E INTERNET

Ad oggi, il solo operatore italiano che offra una tariffa conveniente per chiamare o ricevere telefonate dal Giappone col cellulare è Vodafone. I telefoni pubblici sono comunque dappertutto,
da usare con schede internazionali prepagate . Attenzione al prefisso per chiamare l’Italia, su alcune guide è riportato il prefisso sbagliato (ci ho messo 5 giorni prima di scoprire quello giusto) Nessun problema per internet point, diffusissimi anche negli alberghi
DONNE SOLE

In generale, non ci sono problemi di nessun tipo. Solo la sera sul tardi, è opportuno prestare un minimo di attenzione poiché vi sono molti giapponesi alticci alla fine della loro giornata di lavoro.