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venerdì 24 luglio 2015

Dopo il 25 aprile 2015: una piccola scuola made in Italy in Nepal





Raffaella Milandri in Nepal, dopo il terremoto

























Era inevitabile: viaggiando per il mondo fotografando, filmando, intervistando e scrivendo,  per documentare violazioni di diritti umani, era inevitabile che io fondassi una associazione umanitaria, insieme ad amici fidati. Al primo posto nel mio cuore rimane sempre il mio essere attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, popoli di un mondo "diverso" dove la diversità è maestra di vita e dove il mondo e i costumi occidentali traggono profondo insegnamento e innumerevoli spunti di riflessione. Ma poi è nata inevitabile la voglia di creare in modo stabile un modo per dare un aiuto concreto, qui in Italia ma anche all'estero. L'emergenza Nepal è arrivata come un fulmine, quando la associazione Omnibus Omnes Tutti per Tutti era appena aperta, stravolgendo piani e programmi: altrimenti che emergenza è?
Abbiamo subito organizzato una raccolta fondi, la "fase 1" per inviare aiuti e soccorsi a due associazioni nepalesi, la MYS e la Aawaaj. Utilizzando le mie immagini del Nepal prima del terremoto come strumento di divulgazione per la campagna umanitaria. Amo profondamente il Nepal, dove natura, monumenti e gente meravigliosi creano un Paese unico al mondo, che ho visitato più volte. Perchè viaggiare significa imparare ad amare il mondo, ma anche la gente nelle mille sfaccettature dell'essere umano, prezioso perchè diverso nelle miriade di colori, di religioni, di usanze, di linguaggi. Il successo della fase 1 mi ha concesso il grande privilegio di recarmi, a giugno, nel Nepal "dopo terremoto": un viaggio tragico ed esaltante al tempo stesso. La tragedia immane delle vittime, dei feriti, dei senzatetto. Ma anche la tragedia di un Paese ferito e sconvolto, e di tanti monumenti stupendi distrutti e perduti, forse per sempre.
Terremoto in Nepal-foto di Raffaella Milandri
E con la tragedia, la esaltazione di distribuire viveri e coperte nel distretto di Kavre, insieme ai ragazzi del Mys, a oltre 150 famiglie. La felicità di donare, grazie a chi ha contribuito e sta contribuendo alla nostra causa nepalese.Con i contributi raccolti dalla Omnibus nella fase 1, i ragazzi del Mys hanno acquistato coperte, riso, fagioli, biscotti e tanto altro.
Distribuzione di coperte e viveri nel distretto di Kavre
Durante la fase 1, è nata la idea della fase 2. Ho visitato la scuola di Okse, una piccola scuola elementare, due piccoli edifici, 6 classi, 45 bambini e 3 insegnanti.
Raffaella Milandri, sullo sfondo i ragazzi del Mys e alcuni bambini della scuola elementare di Okse

Bambini che hanno perso la casa, che recano il trauma del terremoto nei piccoli volti. Ma che vogliono tornare a scuola. Dove stare insieme a compagni e maestri, e dove costruire una istruzione che gli possa dare un futuro migliore. Ce la possiamo fare: io con la Omnibus,  Rajib con la Mirmire Youth Society, insieme a tutti coloro che hanno contribuito e contribuiranno alla nostra campagna. Campagna che si nutre delle sconvolgenti immagini e dei video del Nepal dopo terremoto raccolte da Raffaella Milandri, che compongono l'evento di beneficenza che verrà proposto in diverse serate e diverse località.  "Rivoglio la mia scuola", dice Neesha, 4 anni.

La campagna "Rivoglio la mia scuola" della Omnibus Omnes-Tutti per Tutti
Per i materiali di base, occorrono solo 7000 euro. Per la manodopera,tanta buona volontà e una decina di volontari bastano. Perchè questa piccola scuola, la Janajyaty Primary School, abbia una targa made in Italy, fatta col cuore e i contributi di chi sa che le emergenze come quella del 25 aprile 2015 in Nepal richiedono un piccolo aiuto concreto.

venerdì 2 agosto 2013

CONSIGLI E SEGRETI PRIMA DI PARTIRE di Raffaella Milandri ©



Dopo aver vissuto con gli Inuit sui ghiacci, cercato acqua con i Boscimani nel Deserto del Kalahari, esplorato la foresta pluviale con i Pigmei ed essere stata adottata in una tribù di Nativi Americani, il mio nuovo viaggio in solitaria ad agosto 2013 si preannuncia estremamente periglioso. La Papua Nuova Guinea si inizia ad affacciare all'orizzonte......
con molti punti interrogativi. Ecco la spunta delle mie cose da fare, che sarà utile per tutti i viaggiatori come promemoria. Sono Raffaella Milandri, viaggiatrice solitaria in fuoristrada, il fatto di viaggiare da sola e di poter contare solo su me stessa ha creato una grande esperienza.
I miei viaggi sono sempre spartani, e il budget di spesa è importante.

VOLO :
verificare sempre orari, stampare un paio di copie dei biglietti, verificare il bagaglio permesso in kg, e in caso registrarsi come frequent flyer per usufruire di vantaggi e accumulo miglia. Per me, volo su Port Moresby+volo interno su Mount Hagen: ok, a parte la differenza di bagaglio che per la compagnia del volo interno scende da 23 a 16 kg.
ASSICURAZIONE SANITARIA:
fuori dall'Europa, sempre da fare . Ne l mio caso, è abbastanza completa, include spostamenti di emergenza in Paesi vicini dove l'assistenza sanitaria sia più affidabile, e l'eventuale reimpatrio anticipato. Ho aggiunto anche furto e smarrimento bagagli.
VACCINI:
verificare sempre quelli consigliati e quelli indispensabili nel sito www.viaggiaresicuri.it curato dal Ministero degli Esteri. Per la Papua Nuova Guinea la lista è molto lunga; ho aggiunto solo quella per la parotite che mi mancava, e farò la terapia antimalarica, sempre da fare in Paesi a rischio e con clima caldo-umido. Nel mio caso, la Papua ha un alto rischio malarico e di altre malattie portate da zanzare e insetti.
CONTANTI , CARTE DI CREDITO ETC:
porterò con me il bancomat ( attenzione alcune banche chiedono di attivare il prelievo all'estero prima di partire), la carta di credito e una carta prepagata di emergenza(emessa su un circuito bancario alternativo alla carta di credito usuale); infine, una parte di contanti. Il tutto verrà tenuto diviso in varie tasche e scomparti, e questo accorgimento è valido per tutti i Paesi .
E' importante sempre tenere a portata di mano banconote di piccolo taglio di valuta locale, onde non esibire MAI in pubblico una quantità di denaro che potrebbe fare gola ai malviventi.
PASSAPORTO E PATENTE:
conviene fare le fotocopie e tenerle separate dagli originali.
Verificare se occorra o meno la patente internazionale per guidare nel Paese.
In Papua, ad esempio, il Ministero degli Esteri dice che è valida la nostra patente italiana.
MEDICINE ETC:
E' opportuno portare con sè almeno un antibiotico, un antistaminico, cortisone, un antidiarroico e/o disinfettante intestinale, un antinfiammatorio; nei climi caldi un buon integratore di potassio e magnesio, repellente per zanzare e altri insetti, protezione solare. In Paesi a rischio di disagi, portarsi un disinfettante per l'acqua (bere sempre acqua minerale imbottigliata e sigillata, niente ghiaccio e attenzione alla frutta e verdura). Nel caso della Papua, io aggiungerò un kit per aspirare il veleno da eventuali morsi di serpenti (oltre a portare appositi gambali protettivi).
ELETTRONICA , CARICABATTERIE E PRESE DI CORRENTE:
Verificare sempre la presa elettrica in uso nel Paese, anche a questo link http://it.wikipedia.org/wiki/Spina_elettrica . Per la Papua Nuova Guinea è in uso la presa elettrica di tipo A e I. La A è come quella americana ma senza messa a terra. Meglio procurarsi gli adattatori prima di partire! Oggi il bagaglio elettronico è una delle parti più importanti: tablet o smartphone o ultrabook, telecamera, macchina fotografica, GPS.....certo oggi con uno smartphone si può fare tutto, ma io sono all'antica: uno strumento per ogni evenienza. Per l'occasione ho acquistato una piccola telecamera da "indossare" con una imbracatura. Non porterò il GPS, poichè non è disponibile la cartina della Papua. Importante verificare se occorrono altri adattatori da sommare a quello giusto (noi in Italia abbiamo prese di tipo L ma alcuni elettrodomestici possono avere la presa tedesca o francese). Personalmente, niente asciugacapelli o ferri da stiro: non è un viaggio comodo!
PASSWORD, PIN ETC
Scrivete su un foglio , da duplicare e da tenere in posti separati, tutte le password e pin che vi possono servire: cellulare, ma anche per facebook e social network vari, posta elettronica etc etc. Vi eviterete un grande stress !
ABBIGLIAMENTO:
il massimo del comfort è d'obbligo. Alle donne dico: NO a tacchi a spillo, NO a minigonne, NO a scollature. Ovunque nel mondo oggi purtroppo le donne possono essere soggette a violenze. Sicchè, meglio non attirare l'attenzione a meno che non si vada a un party tra amici fidati. In molti Paesi , come anche la Papua Nuova Guinea, è opportuno, specialmente nelle zone rurali, legarsi e/o coprirsi i capelli, e magari indossare maniche lunghe, oltre a pantaloni o gonne lunghi. Che aiutano anche contro gli insetti. Con 5 paia di pantaloni e 8 t-shirts sono in grado di stare via almeno un mese. Una bustina con del detersivo per panni in valigia è ottimo. Sempre utile una canottiera di lana (in caso di escursioni in montagna o bruschi cambi di temperatura) e un giacchino impermeabile. Una buona scorta di calzini ad uso sportivo aiuta la salute dei piedi. Personalmente, ritengo che la calzatura ideale sia uno stivaletto leggero, che protegge le caviglie da distorsioni ma anche da insetti e/o serpenti.
AUTODIFESA:
Nonostante abbia acquistato nella lontana Bangkok uno storditore elettrico, il rischio di essere arrestata per detenzione illegale d'arma esiste.....Consiglio a tutte le donne di nascondersi sempre in borsetta un buono spray al peperoncino. Illegale o non illegale, a meno che non si sia maestri d'ati marziali un minimo di autodifesa è indispensabile! Da aggiungere senz'altro una sirena portatile antipanico: fanno tanto chiasso , richiamano l'attenzione e sono un buon deterrente per cani randagi , lupi e altri animali. Una sirena mi ha salvato la vita dai lupi in Alaska!
MEZZI DI SPOSTAMENTO:
ogni Paese ha caratteristiche diverse. Io preferisco sempre essere autonoma e noleggiare un fuoristrada, prenotandolo prima di partire. Questa volta non è stato possibile, quindi andrò un pò all'arrembaggio contando magari anche su "noleggio" di veicoli privati, e autobus. In Papua niente treni! E i taxi sono sconsigliati a donne sole, a detta del consolato italiano.
PERNOTTAMENTI:
C'è chi preferisce prenotare tutto rigorosamente, chi invece vive alla giornata.
Io amo vivere alla giornata, anche se alle volte mi fermo per cercare un posto per dormire a notte inoltrata, esausta, e poco lucida. Però, l'arrivo in un Paese è sempre il momento di debolezza maggiore. Quindi consiglio di prenotare sempre la prima notte , quando il fuso orario offusca le menti! Per la Papua, non ho fatto programmi tranne il volo interno, e ho prenotato solo alcune notti, quando sarò in prossimità di un famoso festival tribale che potrebbe portare a un tutto esaurito. Gli alberghi in papua sono molto costosi e non c'è molta scelta. Valida alternativa, da verificare in loco, case missionarie .
GUIDE E MAPPE
Rigorosamente occorre prima di affrontare un Paese nuovo leggersi una Lonely Planet , i consigli di www.viaggiaresicuri.it e anche siti per viaggiatori di altri Paesi, come www.smartraveller.gov.au .
Le Lonely Planet più aggiornate sono disponibili in inglese e si possono scaricare dal sito , ad un costo ridotto rispetto al libro vero e proprio. Quando possibile, munirsi sempre di una mappa e verificare le distanze (anche su siti appositi online).

Per ora è tutto, BUON VIAGGIO !
 
NOTE BIOGRAFICHE DI RAFFAELLA MILANDRI

Scrittrice e giornalista, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è studiosa in particolare dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. Presidente della associazione Omnibus Omnes OdV, patrocinata dalla UNRIC Italia (ONU Italia). Titolare alla Europrinters Consulting e Direttore editoriale al Gruppo Editoriale Mauna. Ha pubblicato finora oltre dieci libri sui Nativi Americani e sui Popoli Indigeni, con particolare attenzione ai diritti umani, in un contesto sia storico che contemporaneo. La Milandri si dedica alla scrittura, alla fotografia e ai reportage, intesi come strumento di sensibilizzazione e  divulgazione sul tema dei diritti umani  e delle problematiche sociali, attraverso campagne di informazione, appelli,  petizioni e conferenze, e diffondendo libri e interviste.  Attualmente sta conducendo un programma su Radio Talpa intitolato “Nativi Americani ieri e oggi” e collaborando con quotidiani e riviste.  

 

PUBBLICAZIONI

-Liberi di non Comprare. Un invito alla Rivoluzione, seconda edizione 2019.

-Gli Ultimi Guerrieri. Viaggio nelle Riserve Indiane, prima edizione 2019.

-In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi, seconda edizione 2019.

-In India. Cronache per Veri Viaggiatori, seconda edizione 2019.

-Lessico Lakota. Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Lakota, prima edizione 2019.

-La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d’America, seconda edizione 2020.

-Lessico Cherokee. Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Cherokee, prima edizione 2021.

-Nativi Americani. Guida alle Tribù e alle Riserve Indiane degli Stati Uniti, prima edizione 2021.

-Io e i Pigmei. Cronache di una Donna nella Foresta, seconda edizione 2022.

-Le scuole residenziali indiane. Le tombe senza nome e le scuse di Papa Francesco, prima edizione 2023.

 

TRADUZIONE, INTRODUZIONE E NOTE A CURA DI

-Racconti di Nativi Americani: Old Indian Legends di Zitkala-Sa, traduzione e note, prima edizione 2021.

-Racconti di Nativi Americani: Plenty Coups. Capo dei Crow di Frank B. Linderman, traduzione e note, prima edizione 2022.  

-Racconti di Nativi Americani: Il mio popolo. I Sioux di Luther Standing Bear, traduzione e note, prima edizione 2022.   

-Racconti di Nativi Americani: Infanzia indiana di Charles Eastman, traduzione e note, prima edizione 2023.   

-Racconti di Nativi Americani: Eroi e grandi capi indiani di Charles Eastman, traduzione e note, prima edizione 2023.   

-Racconti di Nativi Americani: La Terra dell’Aquila Maculata di Luther Standing Bear, prima edizione 2023.

-Racconti di Nativi Americani. I cinque di mezzo. Ragazzi indiani a scuola di Francis La Flesche, traduzione e note, prima edizione 2024.  


mercoledì 15 maggio 2013

Imperdibile per gli appassionati di Nativi Americani: il libro La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d'America



La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d'America

 
E' un libro ardito, brillante e provocatorio, che narra il passato e il presente degli Indiani d’America. Il passato, custodito negli archivi della tribù Crow e del Governo degli Stati Uniti, rivela  i pensieri, i progetti , le macchinazioni perpetrate contro gli Indiani dall’epopea della “Frontiera” fino ai giorni nostri. Il presente nelle riserve indiane è invece svelato da incontri e interviste della autrice : suicidi, alcolismo, disoccupazione, razzismo e leggi obsolete minacciano oggi la sopravvivenza delle tribù indiane. Da testimoni viventi, viene alla luce un genocidio programmato negli Stati Uniti alle porte degli insospettabili anni '70. L'autrice racconta la sua adozione presso la stessa famiglia della tribù Crow , in Montana, che ha adottato nel 2008 il Presidente degli Stati Uniti Obama. 
Barack Obama

Ma il viaggio tra i Nativi Americani non finisce qui: antiche leggende, tradizioni, religione  e spiritualità vengono raccontate in modo avvincente e personale. Un libro rivelatore.
Non manca una miniguida per chi vuole viaggiare nelle riserve dei Nativi Americani.
Raffaella Milandri

Raffaella Milandri è scrittrice, giornalista,fotografa e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni. Viaggiatrice solitaria, viene accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo e usa le sue foto e filmati  come mezzo di denuncia di ingiustizie e violazioni dei diritti umani. “Amo le persone semplici, e sono fiera di essere una di loro” dice di sé. Tra gli altri libri, è già autrice di “Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella foresta”.

Come attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, porta avanti campagne e petizioni in favore di boscimani, pigmei e altri popoli vittime di ingiustizie e a rischio di estinzione.
E' spesso ospite televisiva e radiofonica (di Maurizio Costanzo, Licia Colò etc).
Le chiediamo il perchè del suo smisurato amore per i Popoli indigeni.
"Tutto è iniziato quando ero bambina e leggevo i fumetti di Tex Willer,  dalla parte degli Indiani. Tra l'altro ho avuto la fortuna di avere una amicizia proprio con il compianto editore di Tex, Zagor, Mister No: Sergio Bonelli, da cui ho appreso lo spirito per l'avventura, ma anche il senso di responsabilità di essere cittadina del mondo e la volontà di lottare contro le ingiustizie. I miei contatti con queste popolazioni ai confini del mondo mi hanno arricchito tantissimo,  loro sì che hanno lo spirito e le caratteristiche dell'Uomo, e hanno una nobiltà che ancora il denaro e l'avidità occidentale non sono riusciti ad intaccare. Gli Italiani di un tempo, come potevano essere i miei nonni e bisnonni, semplici, onesti e limpidi, rispecchiano tantissimo l'animo puro dei popoli indigeni. Vanno protetti e salvati, come ultimo patrimonio dell'Umanità."
 
Un momento della adozione nella famiglia Black Eagle, della tribù Crow.

lunedì 19 novembre 2012

Tutta la verità sui miei viaggi in solitaria

Amici carissimi,
viste le tante domande sui miei viaggi, ecco domande e risposte!
Versione da viaggio

Versione "occidentale"

1)VIAGGI DAVVERO DA SOLA?
Sì, assolutamente. Per me è una esigenza: sia per essere libera nei movimenti , sia per essere accolta senza problemi. A chi fa paura una donna sola? E' anche un modo per mettermi alla prova, per sfidare le mie paure.La disciplina è la mia prima regola, insieme alla preparazione fisica. Per poter spogliarmi della mentalità occidentale , senza preconcetti. E per chi non credesse che viaggio sola: ho le prove e i testimoni che mi hanno incontrato lungo i miei cammini....
2)COME TI FINANZI?
Ho un lavoro primario da libera professionista che, incrociando le dita, mi permette di prendermi il tempo necessario e mi permette di autofinanziarmi. Non ho sponsor, pago tutto io per poter avere la libertà di movimento indispensabile.
3)HAI PAURA?
Ho sempre paura....Viaggiare, e uscire dai binari della mia quotidianità, mi immerge in un flusso di eventi spesso incontrollabili e soggetti ad ogni tipo di imprevisto.
4)COME ORGANIZZI I TUOI VIAGGI?
Normalmente dall'Italia prenoto solo il volo, e in alcuni casi il fuoristrada. Una buona cartina, e uno studio della zona e delle problematiche attraverso libri e internet, mi permette di avere una idea di come muovermi e dove andare, ma non ho mai un programma fisso: lo costruisco giorno per giorno. Alle volte parto per indagare su soprusi a popoli indigeni (pigmei, boscimani, etc) ma non sono mai sicura di riuscire a raggiungere lo scopo del mio viaggio.
5)CHE VITA FAI QUANDO SEI FUORI DA SOLA?DOVE DORMI?
Vita estremamente spartana. A letto presto, anche perchè in molti Paesi non è sicuro girare di notte; e la mattina amo vedere l'alba e mettermi in viaggio presto, anche per catturare fotografie inconsuete e momenti di vita più indiscreti. Dormo in preferenza in alberghi o ostelli, ma sempre modesti; ho il sacco a pelo pronto e in alcuni casi dormo in macchina. Anche il cibo è semplice ed economico.
6)QUANDO VIAGGI  FAI AMICIZIE? VAI A FESTE, VAI A BALLARE?
Faccio amicizie certo, ma sempre e solo con persone del luogo e preferibilmente con persone dei piccoli villaggi. Per me stare con persone semplici, e popoli indigeni, è una sensazione di estremo benessere e ritrovo in me stessa i valori veri della vita. Feste e balli? Non in senso occidentale. Non mi rilasso mai più di tanto , devo badare a me stessa. Ad esempio, non bevo mai alcolici quando sono in viaggio.
7)IL PROSSIMO VIAGGIO?
Sempre incrociando le dita, Nuova Guinea, in solitaria e fuoristrada. Vi sono molte tribù di popoli indigeni e voglio sapere di più sulla loro situazione. Non da turista, ma da attivista per i diritti umani dei popoli indigeni.
8)ALTRI PROGRAMMI?
Sto scrivendo il mio nuovo libro sui Crow e sugli  Indiani d'America. Un libro impegnativo, ma ricco di sorprese per chi ama questo popolo. Il mio sogno è di poter lavorare solo come scrittrice, amo comunicare attraverso le parole scritte ed avere la attenzione del lettore, è un rapporto molto speciale.

sabato 21 luglio 2012

Alaska: miniguida per viaggiatori di Raffaella Milandri©



Come viaggiatrice in solitaria e come fotografa, sento doveroso raccogliere alcuni consigli che sono orientati più al viaggiatore che al turista, a colui o colei che intende il viaggio come esperienza di vita e full immersion in una realtà molto diversa dalla nostra. L'Alaska è l'ultima frontiera e , pur offrendo tutti gli agi moderni, richiede una buona organizzazione e molte precauzioni . Gli spazi da percorrere sono sterminati , i paesaggi sono mozzafiato ; e la natura è la padrona. Se il sogno di molti viaggiatori è quello di incontrare un grizzly o un orso polare, il grande rischio è di mettere a repentaglio non solo la propria vita  ma anche  quella di questi maestosi animali , che rischiano di essere abbattuti in caso di pericolo per l'uomo.  Per viaggiare in Alaska occorre recuperare i nostri sensi  primitivi e utilizzarli : udito, olfatto, vista.
Ecco la mia miniguida divisa per argomenti:
DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI
DOVE DORMIRE
DOVE E COSA MANGIARE
ABBIGLIAMENTO
VACCINI E MEDICINE
SOLDI
GUIDE
FOTO
LINGUA
CLIMA
TELEFONO E INTERNET
DONNE SOLE

DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI
Solo Anchorage offre una familiare visione di cittadina occidentale , con le sue strade innaffiate di impiegati con valigetta, e cosparse di negozi e locali. Più a nord, Faibanks già fa respirare l'aria della corsa all'oro  e del Grande Nord .   Alcune località sono raggiungibili solo via aerea, come Nome e Barrow, mentre per tutto il centro-sud, passando dal maestoso Denali National Park, poi giù fino alla penisola del Kenai , muoversi in auto è assolutamente consigliabile per potersi fermare in autonomia a osservare panorami unici o a curiosare nel negozio di un cercatore d'oro (come il mio caro amico John, reduce del Vietnam e ora raccoglitore di pepite) o ancora ad assaggiare la favolosa clam chowder (zuppa di molluschi) in un saloon per persone del posto. Ad Homer il paesaggio delle Isole Aleutine con i loro vulcani strappa “wow” a ripetizione, mentre a Seward una gita in barca tra ghiacciai, balene, orche e foche può costare 200 dollari al giorno ma li vale assolutamente tutti. Per andare nella zona a sud est, come la capitale Juneau , e Sitka, piena di angoli di Russia, occorre prendere vari traghetti o l'aereo.
Una sfida per gli automobilisti avventurosi è la Dalton Highway che porta  da Fairbanks fino a Prudhoe Bay: 700 km di strada sterrata fino all'Oceano Artico, costeggiando la Transalaska Pipeline . Un solo paesino di 13 abitanti a metà strada. E lungo la strada orsi, e caribù, e buoi muschiati , e volpi.....Attenzione: solo due agenzie di autonoleggio a Fairbanks procurano fuoristrada adatti al percorso. Tutte le altre compagnie vietano assolutamente la Dalton Highway e non danno copertura assicurativa. Un carro attrezzi può costare anche 10.000 dollari.

DOVE DORMIRE: in generale gli alberghi sono abbastanza costosi ed è difficile trovare sistemazioni al di sotto dei 100 dollari per notte, tranne in alcuni bed&breakfast a condotta familiare.  Se vi inoltrate a est di Fairbanks, vi sono posti per mangiare e/o dormire ogni 200/300 km.

DOVE E COSA MANGIARE:   bistecche e carne di selvaggina sono il piatto forte , insieme a pesce di fiume e di mare : l'Alaska è il paradiso dei cacciatori e dei pescatori.  I prezzi sono abbastanza alti nei ristoranti, ma andando per pub e saloon tutto è più abbordabile. Viste le lunghe distanze, se si viaggia in auto è bene portarsi sempre una scorta di acqua e bevande (attenzione non si possono tenere bevande alcoliche nell'auto, specialmente bottiglie aperte- la polizia può decidere di farvi passare una notte in guardina) e fare rifornimento in uno dei Wal Mart presenti nelle -poche – città.

ABBIGLIAMENTO: assolutamente pratico, e anche senza avventurarsi in sentieri o arrampicate, è opportuno avere dei buoni scarponi , pantaloni robusti e abbigliamento “a cipolla” , ovvero a strati. Mentre in estate si ha una escursione termica durante il giorno (la mattina presto la temperatura può essere sotto lo zero) e si può andare da -5°C a +20°C anche nel raggio di pochi chilometri, d'inverno si passa dal gelo esterno (fino ai -50°C sull'Oceano Artico) al caldo di locali e abitazioni. Canottiera, maglietta, maglione e poi gilet e giaccone, insieme a sciarpe e cappelli, vi renderanno un pochino goffi ma a prova di ogni temperatura. Quando sono andata sui ghiacci, a Barrow in maggio, faceva “caldo”: circa -20°C. Tre paia di pantaloni, tre maglie, due paia di guanti …. quando si è a due ore di slitta da qualsiasi cosa, è meglio premunirsi!

VACCINI E MEDICINE: quando si viaggia è preferibile essere previdenti in materia di salute, perciò  è fondamentale una buona assicurazione sanitaria. Gli Stati Uniti sono tristemente famosi per conti di medici e ospedali veramente salati. In Alaska però vi sono molte zone sperdute prive di assistenza sanitaria .Non serve nessun vaccino, ma una buona farmacia da viaggio (antibiotico, antipiretico, antidiarroico, sali minerali, etc) è fondamentale per viaggiare in autonomia. Importante un buon antizanzare in estate, e in caso di escursioni sui ghiacciai, insieme agli occhiali da sole, un buon collirio e una crema solare ad alta protezione.

SOLDI :  carta di credito indispensabile (anche per noleggiare l'auto) , il bancomat (ATM) può essere utile ma non funziona dappertutto per banche internazionali. Una buona scorta di dollari cash (contanti)  adeguatamente  riposta e suddivisa tra tasche, zaino etc è  raccomandata

GUIDE:  se non siete avventurieri provetti, è sempre meglio procurarvi una guida o una compagnia del posto per addentrarvi “into the wild”, per escursioni  fuori dal mondo civilizzato. Vi sono persone preparatissime che possono togliervi d'impaccio in ogni situazione.

FOTO: Chiedete SEMPRE il permesso prima di fare una foto , e rispettate la dignità delle persone.  L'Alaska è ottima per fotografare panorami e animali selvaggi-portate un buon obiettivo per foto a lunga distanza.

LINGUA: L’inglese è indispensabile per muoversi al di fuori di tour organizzati e per godersi una vacanza in piena autonomia.

CLIMA: Informatevi bene prima di scegliere il periodo del viaggio e la zona da visitare.  In generale, i mesi migliori vanno da giugno a fine agosto, il clima è mite, le giornate lunghe -al nord anche lunghissime- e si può andare pressochè ovunque, in parchi e sentieri.  

TELEFONO E INTERNET: Pur se qualche operatore telefonico italiano fa offerte convenienti , sappiate subito che la copertura in Alaska è estremamente rara, tranne nelle principali città. Se la permanenza è lunga, conviene fare un contratto con un operatore locale , oppure munitevi di carte internazionali prepagate (acquistabili in  molte stazioni di servizio ). Internet è molto diffuso, rete wireless  in alberghi  e internet point per ogni cittadina.

DONNE SOLE: Salvo le solite raccomandazioni sulla prudenza , l'Alaska è un luogo  ottimo per le viaggiatrici: la cavalleria  esiste ancora ed è proprio in questa area degli Stati Uniti. Cortesia e disponibilità  sono davvero diffuse in un paese dove la media di densità della popolazione è al di sotto di un abitante per chilometro quadrato.  E forse proprio per questo aiutarsi l'uno con l'altro è un imperativo.

Raffaella Milandri

domenica 20 novembre 2011

L'incredibile racconto della avventuriera Raffaella Milandri nel libro "Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella foresta"


Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella foresta



Nella lettura di questo sorprendente viaggio, ci immergiamo insieme all'autrice nel caldo della foresta tropicale, e ci lasciamo trasportare attraverso villaggi e personaggi, ansiosi di scoprire chi si incontra dietro l'angolo. Nella esperienza narrata nel libro della viaggiatrice solitaria e attivista per i diritti umani Raffaella Milandri, troviamo i buoni e i cattivi, ma soprattutto i cattivi: a tratti drammatico, mai patetico, è un vero racconto di denuncia. I Pigmei sono vittime di soprusi impensabili. Attraverso gli occhi della Milandri, ci troviamo anche noi alle volte inquieti, alle volte arrabbiati, altre volte ancora divertiti da situazioni vissute con ironia e dipinte con pungenti osservazioni . Le avventure della scrittrice si dipanano in un racconto avvincente, è il viaggio di una donna, attivista per i diritti umani, alla scoperta dei Pigmei odierni: chi sono e quali sono le straordinarie tradizioni di questa cultura millenaria? Qual è il devastante impatto del "Progresso" su questo popolo pacifico e in profonda armonia con la natura? Il libro racconta un incredibile viaggio e una ardua ricerca della verità. Le testimonianze raccolte diventano un appello disperato inviatoci dal Popolo della Foresta. Confida l'autrice del libro Raffaella Milandri, viaggiatrice in solitaria e fotografa umanitaria, in merito alle difficoltà incontrate durante la sua esplorazione: “Il mio vantaggio più grande? L'essere donna. Il mio svantaggio più grande? L'essere donna” L'esperienza della viaggiatrice è un racconto avvincente, commovente e terribilmente vero. Edito da Mauna Kea Edizioni, il libro contiene anche consigli per i viaggiatori "faidate" e soprattutto per le donne in viaggio. La dedica dell'autrice va a Sergio Bonelli "ha scolpito i miei Sogni" ; un capitolo è dedicato a Maurizio Costanzo , che ha ospitato la Milandri in tv. 

Lettera a Sergio Bonelli

Sergio Bonelli: arrivederci nelle celesti praterie- Lettera di Raffaella Milandri
Tempo fa sentii il bisogno di scrivere a Sergio Bonelli, per ringraziarlo. Perchè è proprio grazie ai fumetti bonelliani , alla filosofia bonelliana , che ho sviluppato e realizzato i miei Sogni: sono diventata una viaggiatrice solitaria, una attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, una fotografa umanitaria. Tex Willer, Zagor e Mister No, fin da bambina, hanno nutrito i miei sogni d'avventura, e alimentato i miei principi di giustizia. E anche oggi, da adulta, faccio regolarmente viaggi nell'universo bonelliano; anzi, per me è una necessità.
Scrissi nella mia prima lettera al grande Sergio Bonelli: "Sergio, Le scrivo con una gratitudine immensa. Mi spiace che oggi tanti bambini trascurino i Suoi fumetti per i videogiochi. E che perdano quello che io ho avuto la fortuna di apprendere." La coerenza e il senso di giustizia estrema dei personaggi bonelliani sono infatti le fondamenta di un mondo romantico dove i personaggi si muovono su binari di eroica e nobile avventura, gli ideali trionfano . Attraverso le pagine di questo mondo, si avverte anche la ricerca di un nitore storico e culturale. I personaggi bonelliani sono stati sicuramente specchio dell'animo dell'uomo Sergio Bonelli, che mi rispondeva con modestia: "Le sono sinceramente grato per avermi attribuito il merito delle Sue straordinarie scelte. Mi complimento con Lei, e confesso molta ammirazione per i Suoi mille viaggi avventurosi e per il nobile scopo che li anima. Dal canto mio sono ormai rassegnato all'idea che un fumetto non abbia la forza di sensibilizzare i lettori su temi importanti" Eppure, i fumetti di Bonelli hanno nutrito intere generazioni, fin dagli anni '60; e la sua è l'unica casa editrice che abbia resistito alle intemperie dell'elettronica. In altre lettere scambiate con Sergio Bonelli, gli ho confidato alcuni passi della mia missione per i diritti umani dei popoli indigeni, e gli ho raccontato, fiera, della mia adozione nella tribù dei Crow; nella sua ultima lettera mi giungeva il suo incoraggiamento: "Sarò lieto di seguire discretamente, come persona, i Suoi passi e i Suoi successivi successi. Il mio più sincero in bocca al lupo anche da parte dei "ragazzi" di via Buonarroti". Ho dedicato a Sergio Bonelli il mio primo libro su un incredibile mio viaggio tra i Pigmei: "Io e i Pigmei.Cronache di una donna nella foresta" che esce in questi giorni. Gentilissimo Sergio, un arrivederci nelle celesti praterie, e grazie ancora. Lunga vita a Tex, Mister No, Zagor , Dylan Dog e tutti gli altri Suoi amati personaggi che hanno sempre raccontato tanto del Suo modo di vedere la vita. E un grande in bocca al lupo a Davide Bonelli. Fotografa umanitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, viaggiatrice solitaria, scrittrice, Raffaella Milandri pubblica foto, articoli e filmati di sensibilizzazione, denuncia e comunicazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali .

Su Facebook con la viaggiatrice Raffaella Milandri: facci sognare

Alcuni giornali definiscono Raffaella Milandri una "avventuriera", una incredibile figura romantica di altri tempi. Gli amici la hanno soprannominata "Raffa Jones", Maurizio Costanzo ha detto "invidio il suo coraggio": è una viaggiatrice solitaria che parte alla esplorazione di alcuni remoti angoli di mondo, in fuoristrada. Armata di telecamera e macchina fotografica, si reca in riserve e villaggi di pigmei, aborigeni, indiani d'America, boscimani e cerca la verità sulle attuali condizioni di questi popoli, pronta a documentare e denunciare le ingiustizie e le violazioni dei diritti umani. Su Facebook tantissime persone la seguono e viaggiano con lei: lei in fuoristrada, in Africa, Asia, America; loro seduti di fronte al pc.
Questi alcuni commenti di chi segue i suoi viaggi su Facebook: “I reportage e i diari che ci hai puntualmente inviato sono stati davvero molto arricchenti: ci hanno fatto respirare l'aria di quei luoghi lontani e sentire il battito del cuore di quelle popolazioni, tutto con rara sensibilità ed equilibrio, grazie a te”G.V “. ... immagini e parole che toccano il cuore..” B.A. La incontriamo nel suo studio pieno di foto. -Quali angolo di mondo Le sono rimasti nel cuore? "Tutti, luoghi e persone. Il Giappone, l'Orissa, il Camerun, il Botswana, l'Australia , il Tibet....Forse l'Alaska ha un posto speciale: l'ultima frontiera" -La mèta del prossimo viaggio? "Ancora da confermare. Per ora sono impegnata con la presentazione dei miei libri e con i vari programmi.  

Scrittrice, giornalista, editore e fotografa, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è studiosa dei Popoli Indigeni e in particolare dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e membro adottivo della tribù Crow in Montana. Fondatrice del Gruppo Editoriale Mauna. Presidente della associazione Omnibus Omnes Onlus, patrocinata dalla UNRIC Italia (ONU Italia). Attualmente è una dei massimi esperti italiani sui Nativi Americani, storia e attualità. Attualmente si sta dedicando alla opera di recupero di opere di autori nativi americani, traducendo e curando diversi libri.

Cura una serie di video tematici su youtube, “Nativi Americani ieri e oggi”  (qui link alla playlist), una rubrica radiofonica su Radio Talpa, “Nativi Americani ieri e oggi”, dedicata anche alla musica nativa americana (qui link alla playlist )  e una rubrica giornalistica, “Nativi”, su L’Antidiplomatico (qui link alla lista di articoli), oltre ad aver curato articoli per Focus Storia, Far West Gazette e, in passato, per il Corriere della Sera.

Lega del Filo d'Oro: un calendario della fotografa umanitaria Milandri per sostenere i sordociechi

Presentato il calendario 2012 della Lega del Filo d'Oro, realizzato con foto donate da Raffaella Milandri: sono bellissimi scatti realizzati durante suoi viaggi in solitaria in Alaska, Tibet, Giappone, Botswana, ma ci sono anche alcune foto realizzate in Italia. "Sono rimasta profondamente colpita dall'amore con cui i ragazzi della Lega del Filo d'Oro vengono seguiti passo passo, escogitando per loro nuove forme di comunicazione e restituendo il sorriso a chi vive in una coltre di buio e di silenzio." dice Raffaella Milandri, nota fotografa umanitaria e attivista per i diritti umani. La Lega del Filo d'Oro è una importante Associazione Onlus che non solo assiste e ospita sordociechi e pluriminorati psicosensoriali in diversi Istituti in Italia , ma crea per loro dei percorsi alternativi di apprendimento e dà supporto alle loro famiglie . Il calendario è una iniziativa di sostegno per la Lega del filo d'Oro, per acquistarlo si può andare sul sito http://www.legadelfilodoro.it/  oppure chiamare il numero verde 800.904450. Raffaella Milandri riflette sul tema della comunicazione:
"In molti si affaccendano ogni giorno per trovare forme più elaborate ed incisive di comunicazione. Al fine di conquistare voti elettorali, clienti, consensi, successo, denaro, c'è chi scalpella parole con efferata determinazione, calibra l'enfasi della voce, conia efficaci neologismi. Al fine di guadagnarsi affetto, conforto, comprensione, approvazione e riscuotere consolazione per il proprio ego , c'è chi invece si affanna alla ricerca di frasi simpatiche, inventa espressioni originali, escogita mimiche empatiche. Per scacciare la solitudine o per lenire un disagio interiore, ogni mezzo è lecito: tra le mura domestiche o in convivi amicali , nelle chat o in appuntamenti al buio, sul profilo di Facebook o su un blog. L'affanno di comunicare con il prossimo in genere non ha un reale impedimento: anzi più sono le attività ricreative, i social network , le occasioni festaiole, e più l'uomo del XXI° secolo pare disperdersi e poi racchiudersi in un muto urlo di dolorosa solitudine. Più cerca di parlare, di comunicare, di esternare il proprio pensiero e i propri sentimenti, e più l'uomo del XXI° secolo si rende conto che il prossimo, perso dietro sè stesso, non è capace di ascoltare ed è teso nello spasimo di affermare il proprio io. Per i ragazzi della Lega del Filo d'Oro, invece, comunicare è un problema reale e concreto: avvolti in una coltre di buio e di silenzio, i ragazzi sordociechi non vedono, non sentono e non parlano. La pulsione di comunicare all'esterno è forte e urgente, e il senso del tatto è una grande risorsa attraverso la quale gli operatori della Associazione strappano sorrisi e grida di gioia. Quello alla Lega del filo d'Oro è un viaggio diverso, in un mondo lontano da noi anni luce eppure vicino e coesistente: un altro piano dimensionale, un universo parallelo di silenzio e buio, di suoni ovattati e di ombre." Le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali hanno bisogno di tanta cura e attenzione per poter manifestare anche la più semplice e banale esigenza, e alcuni di loro necessitano anche di 3 operatori al giorno per avere la dovuta assistenza. Il Servizio Sanitario Nazionale copre solo il 40% delle spese sostenute dalla Associazione, il cui principale testimonial è Renzo Arbore.

lunedì 23 maggio 2011

Su Facebook indignati per i Pigmei, dopo il Maurizio Costanzo Talk


Ospite del Maurizio Costanzo Talk, su Rai Due, Raffaella Milandri ha avuto spazio per lanciare il suo appello umanitario: il popolo dei Pigmei è a rischio di estinzione, sono schiavizzati e oggetto di violenze. Oltretutto, rapiscono anche le loro donne. Raffaella Milandri, fotografa umanitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, viaggia in solitaria per raccogliere denunce e testimonianze ed è tornata da poco dal Camerun.
Ma la puntata del 18 maggio su Rai Due non è stata idonea all'argomento trattato: tra battute e lazzi di Pierluigi Diaco, e i tempi stretti, gli oltre 6000 iscritti su Facebook al gruppo "Per i diritti umani dei popoli indigeni" hanno commentato delusi e arrabbiati l'esito dell'appello. Alcuni commenti(parzialmente censurati) visibili sul profilo facebook della Milandri http://www.facebook.com/raffaella.milandri :
"personaggi televisivi che trasformano tutto in barzelletta cercando di rendere meno credibile e insignificante il tuo racconto di denuncia, senza capire e rispettare le motivazioni, le passioni, gli ideali che spingono le persone come te a farci riflettere."
"io sono senza parole...non pensavo potesse esistere tanta indifferenza e mancanza di rispetto"
"sono riuscita a vedere quel teatrino insulso di persone portate solo a sfottere gli altri senza ascoltare chi parla."
"non sopporto molto quel programma,mi hanno irritato molto le battute fuori luogo su un argomento così delicato ed importante!!!! "
"guarda se dovessi dire tutto su quella puntata con la rabbia che mi è montata nel vederla non ti dico!!!!!!"
" per molti è meglio riderci sopra per me no! Ci sono anche i pigmei di cervello....e sono più schiavi del potere dei veri pigmei."
"dietro una testimonianza come la tua cercano di trovare spunto per qualche battuta.....se avessi raccontato che tutto quello che hai vissuto l'avevi fatto in un reality buttandoti su di un isola a giocare ad avere fame avresti avuto più attenzione...che tristezza"
Qui il link all'intervento http://www.youtube.com/watch?v=BYz9yeJT_dY
Dichiara Raffaella Milandri " Ho avuto il mio spazio e ovviamente capisco chi crede nella nostra causa sui popoli indigeni ed è rimasto indignato. Ma la tv è questa, meglio così che niente. Ringrazio Maurizio Costanzo e tutto lo staff e, magari, auspico e chiedo "asilo" per uno spazio televisivo più ampio e adeguato" La popolare giornalista e viaggiatrice è impegnata nelle cause dei diritti umani e dedica la sua arte di scrittura e fotografica a opere di beneficenza e di sensibilizzazione.
"Prossimo viaggio? Sempre in diretta su Facebook, ovviamente. E sempre tra popoli indigeni vittime di soprusi"

lunedì 25 aprile 2011

I miei amici Pigmei non sono su Facebook - di Raffaella Milandri ©
















I popoli indigeni non sono un argomento di attualità. Sono anacronistici. Non vivono all'insegna del consumismo, sono immuni al "Progresso", non producono rifiuti tossici, non risentono del caro-benzina e dell'inflazione.
Non emigrano: sono, appunto, indigeni, e quindi legati alle loro terre ancestrali da sempre.
Pur se oggetti di soprusi inimmaginabili, non chiedono visti e permessi di soggiorno in altri Paesi.
I miei amici Pigmei non sono su Facebook: non sanno nemmeno cosa è un computer.
Ben 300 milioni di persone nel mondo appartengono a popoli indigeni:
Pigmei, Boscimani, Adivasi, Aborigeni australiani, Indios, Maori, Indiani d'America.
E tanti altri popoli dai nomi semi-sconosciuti, che insieme alle loro culture, tradizioni, linguaggi, sono un patrimonio unico per la storia dell'Umanità.
Come dinosauri umani, molte etnie sono a rischio di estinzione. Senza tutela e protezione.
Anzi, sono oggetto di attacchi mirati nel nome del vangelo Denaro; un vangelo che predica la legge del più forte, in terre dimenticate fino a quando si scoprono risorse preziose e intoccate: petrolio, foreste, diamanti, oro. E' incredibile come in tutti gli ultimi paradisi terrestri arrivati ai giorni nostri coesistano risorse naturali e popoli indigeni.
Eppure lo stile di vita dei popoli indigeni, a contatto con la natura, ha fatto sì che, nelle loro terre, non si siano estinti come altrove animali e piante. Guardiani della natura. Ambientalisti , ecologisti perfetti. Poichè sempre vale il detto "homo homini lupus" sono proprio altri uomini che distruggono e mettono in pericolo l'esistenza di queste razze umane, di queste etnie. E molti popoli indigeni sono a rischio di estinzione.
In alcuni Paesi, come in Camerun, i popoli indigeni come i Pigmei non sono nemmeno censiti: sono esseri umani che non esistono. Privati delle loro terre, dei diritti umani più elementari, della propria dignità e spirito semplice e libero. Non esiste paese dove non vi sia discriminazione. Le leggi internazionali adeguate non esistono o, come nel caso del Forest Right Act in India, sono fatte per essere violate. Il diritto alla propria terra, alla propria religione, alla propria lingua , al proprio nome e alla propria esistenza è stato violato prima ed è violato ORA. " I nostri nomi originali sono stati cambiati, storpiati e poi cancellati nell'ultimo secolo. Ed ora stiamo lottando per ricomprare la nostra stessa terra, a prezzi salatissimi” mi racconta Marie della tribù dei Salish, negli Stati Uniti.

Non esiste altro posto dove i popoli indigeni vogliano nascere, vivere e morire: la terra dei padri.
"Datemi un carro, un asino: voglio tornare a casa" dice una donna boscimane durante una mia intervista in Botswana. Non desidera altro: deportata dal deserto, strappata da " casa", a causa del ritrovamento di un ricco giacimento di diamanti, non vuole soldi o una casa o un lavoro: vuole tornare a casa.

"La nostra vita è molto peggiore di quella dei nostri padri. Fuori dalla foresta non sappiamo come vivere. Siamo vittime di soprusi e violenze" mi dice una donna pigmea in Camerun.

"Dopo averci arrestato e torturato, ci hanno detto : adesso toglietevi di mezzo o spariamo su tutti."
racconta un adivasi dell'Orissa, dove è in atto una lotta spietata di una multinazionale per un ricco giacimento di bauxite, che causa deportazioni di interi villaggi (in campi di "riabilitazione", come li chiamano) nonchè un terribile inquinamento dalle conseguenze mortali su flora, fauna e esseri umani.

Preziosissimo l'esempio delle riserve indiane, negli Stati Uniti: nate per ghettizzare ed emarginare,
hanno funzionato invece come incredibile "collante" per le tribù dei nativi americani, che non si sono disperse ai quattro venti. Ora in molte riserve si studia il linguaggio originale, si recuperano tradizioni e cultura, e addirittura si registra un incremento della popolazione.

Le testimonianze che raccolgo sono un pesante fardello che porto con me, per condividerlo sotto forma di foto e filmati -in preziosa lingua originale- in conferenze-reportage che sono un appello umanitario ed un importante documento. Perchè vado in Paesi lontani, a rimestare nel fango, a testa bassa? Per poter girare a testa alta in nome di un allarme da lanciare. "Solo l'informazione può salvarci" questo è il messaggio semplice e incisivo di Kumti Majhi, un leader tribale dell'Orissa , contenuto in un appello che ho diffuso su sua esplicita richiesta. All'interno della conferenza-reportage "Scomode Verità" , itinerante in diverse città italiane.

Oggi si è tutti adirati e pronti a far la voce grossa per ripulire la propria fetta di mondo. Ma globalizzazione, attenzione, vuol dire che la nostra fetta di mondo non è più limitata al quartiere, alla città, al Paese. Ciò che accade in Giappone arriva a toccarci in un attimo. I mercati finanziari sono soggetti all'effetto domino immediato. Il mondo è di tutti.
La cultura dei popoli indigeni è un tesoro che appartiene a tutti e va salvaguardato prima che scompaia. Dice Gyani, donna della tribù dei Kusunda in Nepal: "sono l'ultima rimasta, dopo di me nessuno parlerà più la mia lingua."


Scrittrice e giornalista, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è studiosa in particolare dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. Presidente della associazione Omnibus Omnes OdV, patrocinata dalla UNRIC Italia (ONU Italia). Titolare alla Europrinters Consulting e Direttore editoriale al Gruppo Editoriale Mauna. Ha pubblicato finora oltre dieci libri sui Nativi Americani e sui Popoli Indigeni, con particolare attenzione ai diritti umani, in un contesto sia storico che contemporaneo. La Milandri si dedica alla scrittura, alla fotografia e ai reportage, intesi come strumento di sensibilizzazione e  divulgazione sul tema dei diritti umani  e delle problematiche sociali, attraverso campagne di informazione, appelli,  petizioni e conferenze, e diffondendo libri e interviste.  Attualmente sta conducendo un programma su Radio Talpa intitolato “Nativi Americani ieri e oggi” e collaborando con quotidiani e riviste.  

 

PUBBLICAZIONI

-Liberi di non Comprare. Un invito alla Rivoluzione, seconda edizione 2019.

-Gli Ultimi Guerrieri. Viaggio nelle Riserve Indiane, prima edizione 2019.

-In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi, seconda edizione 2019.

-In India. Cronache per Veri Viaggiatori, seconda edizione 2019.

-Lessico Lakota. Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Lakota, prima edizione 2019.

-La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d’America, seconda edizione 2020.

-Lessico Cherokee. Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Cherokee, prima edizione 2021.

-Nativi Americani. Guida alle Tribù e alle Riserve Indiane degli Stati Uniti, prima edizione 2021.

-Io e i Pigmei. Cronache di una Donna nella Foresta, seconda edizione 2022.

-Le scuole residenziali indiane. Le tombe senza nome e le scuse di Papa Francesco, prima edizione 2023.

 

TRADUZIONE, INTRODUZIONE E NOTE A CURA DI

-Racconti di Nativi Americani: Old Indian Legends di Zitkala-Sa, traduzione e note, prima edizione 2021.

-Racconti di Nativi Americani: Plenty Coups. Capo dei Crow di Frank B. Linderman, traduzione e note, prima edizione 2022.  

-Racconti di Nativi Americani: Il mio popolo. I Sioux di Luther Standing Bear, traduzione e note, prima edizione 2022.   

-Racconti di Nativi Americani: Infanzia indiana di Charles Eastman, traduzione e note, prima edizione 2023.   

-Racconti di Nativi Americani: Eroi e grandi capi indiani di Charles Eastman, traduzione e note, prima edizione 2023.   

-Racconti di Nativi Americani: La Terra dell’Aquila Maculata di Luther Standing Bear, prima edizione 2023.

-Racconti di Nativi Americani. I cinque di mezzo. Ragazzi indiani a scuola di Francis La Flesche, traduzione e note, prima edizione 2024. 


domenica 11 aprile 2010

GUIDA PER IL PERFETTO VIAGGIATORE INDIPENDENTE: QUANDO E CON CHI di Raffaella Milandri ©



Una miniguida della viaggiatrice solitaria e fotografa Raffaella Milandri.
Il momento del viaggio
Stai per partire: l’odore dell’aria e le cose intorno a te diventano evanescenti e lasciano il posto a nuovi e ancora inimmaginabili atmosfere e panorami.
La tua dimensione sta per proiettarsi “oltre”, stai per varcare i confini del tuo Paese, e poi altri ancora,
per percorrere e fagocitare miglia su miglia, via aria, via terra, via mare. Ti vedi un puntino minuscolo e insignificante sul mappamondo, e più ti allontani dalle tue abituali coordinate e più le tue radici geografiche, sociali e culturali si sfilacciano.
Stai per entrare in contatto con il te stesso che sonnecchia nella sicurezza del tran tran quotidiano.
E’ un momento di evasione dalla propria realtà quotidiana e dai ritmi usuali. Il tuo mondo sarà la valigia e il tuo zaino, devi scegliere cosa portare con te e le poche cose da amministrare. Assapori il piacere di ridurre il tuo parco telefoni ad un solo cellulare; i tuoi vestiti si ridurranno a 4 pantaloni e 6 maglie , i libri da leggere saranno 4 e in cuor tuo speri di non avere il tempo di leggerli tutti. Lasci tutte le tue cose in ordine perché quando torni tutto sarà al suo posto - un bisogno di certezza irrinunciabile.
Qualcuno intende il viaggio come vacanza e relax: due settimane al mare, o dieci giorni in crociera, o in un villaggio turistico, con i terminali mentali spenti senza pensare a nulla.
Qualcuno intende il viaggio come una esperienza di vita, un momento di conoscenza, di esplorazione e di crescita personale. E’ un momento di scoperta, di se stessi e degli altri.
La scelta
In un viaggio viene prima la scelta del dove o del quando?
Viene prima la scelta del dove o del “con chi” ?
E come si decide se viaggiare “fai da te” o con tour organizzati?
Quando e quanto
Con l’elenco delle località preferite in mano, è fondamentale identificare :
1)il periodo delle ferie: in Italia la maggior parte di noi mortali ha le ferie in agosto e a fine dicembre, quando i prezzi lievitano per i voli, per i tour, per tutto.
Se possibile, è sempre meglio viaggiare negli altri mesi.
2)la durata delle ferie: ottimale, per viaggi indipendenti fuori continente, avere 15/20 giorni o anche più. Per viaggi in Europa, invece, 10 giorni sono ottimi per molte destinazioni .
3)il budget di spesa: sono copiose le offerte di mutui per le vacanze, ma sarebbe meglio un viaggio dal costo accessibile sulla base delle proprie possibilità. Il viaggio indipendente può essere più economico ma è più soggetto a spese impreviste e richiede una buona organizzazione .
DA SOLI
La fondamentale consapevolezza prima di partire è che non puoi dimenticare nulla, non puoi tralasciare dettagli, devi prevenire al massimo gli imprevisti (fisici, mentali, climatici, etc) La tabella dei preparativi va seguita con scrupolo . Una buona parte dei tuoi imprevisti (qualcuno è inevitabile!!)si possono ridurre o risolvere con informazione e prevenzione e trovare la soluzione migliore in tempi veloci . In Giappone ad esempio i bancomat non sono sempre compatibili con le nostre carte. Onde evitare di esibirti in “O sole mio” nelle stazioni della metro a Tokyo per racimolare un po’ di spiccioli, è opportuno partire con scorta di contanti e carta di credito supplementare.
Io amo il viaggio indipendente in solitaria: è decisionismo puro, senza compromessi. Tutto dipende da te. Già in due è fondamentale sottostare ad una democrazia che impone di consultarsi e trovare un accordo. Ritengo un momento di grande crescita personale il viaggio in solitaria ”Chi rompe paga, e i cocci sono suoi”. Ecco, se sbagli qualcosa nel tuo percorso, i cocci sono tutti tuoi e tutto sommato sei sempre più tollerante con te stesso che non con gli altri. Grandi amicizie o anche relazioni sentimentali sono state distrutte, divelte, dissacrate dopo 10 giorni di convivenza in vacanza. La formula per l’esatta convivenza è ardua da trovare. Patti chiari amicizia lunga: prima di partire, onde abbeverarsi a quel dolce nettare che è la condivisione della vacanza, è opportuno definire: dove si va, la filosofia di viaggio, il budget di spesa, le località da visitare.
Con il partner
Occorre senz’altro una relazione solida per fare un viaggio “fai da te” con il tuo partner. Devi conoscerlo/a bene, sapere la sua resistenza fisica e mentale ai vari imprevisti. Certo, una vacanza di 15 giorni in un villaggio turistico non richiede molta preparazione e precauzioni, e anche una settimana in una capitale europea ben si presta alle coppie in via di consolidamento. Ma la vacanza on the road, con ritmi pressanti e sbalzi frequenti, richiede sangue freddo e non solo amore. Ti capiterà talvolta di tornare da un viaggio con il tuo partner, dicendoti che non avete nulla in comune: le sue reazioni al giro nel centro commerciale e quelle al giro nel bazar di Algeri sono completamente diverse. I suoi gusti alimentari macrobiotici, pienamente appagati nel centro di Milano, stonano terribilmente con le avventurose pietanze che trovi a Bangkok. Le sue lunghe soste in bagno, la mattina, ti hanno rubato ore preziose da dedicare all’esplorazione del Gange all’alba. La sua ricerca in tutti i negozi di Jaipur di una sciarpa in seta per la mamma ti ha sfinito, tediato, spossato fino all’esasperazione. Non reagire subito, aspetta e fai decantare le emozioni per almeno 15 giorni dopo il rientro dal viaggio. Probabilmente, dopo 15 giorni e qualche racconto agli amici della vostra vacanza, tutto sembrerà meno terribile. Ci riderai su. L’amore tornerà a trionfare.
Con gli amici
Se vai in vacanza con un solo amico/a , vale quello che è stato detto per la vacanza con il/la partner. Leggi amicizia e affetto invece di amore, e ci siamo. Il gruppo di amici/amiche , composto da tre o più persone, offre molte soluzioni e soprattutto alleanze opportune che alleviano la convivenza. Nelle decisioni vince la maggioranza, ma c’è una libertà maggiore, due di voi vanno a visitare il museo etnico, un altro va a fare shopping, due si fermano a mangiare un piatto di spaghetti neozelandesi. La cosa importante e vitale è avere poi sempre un posto di ritrovo e dei punti fermi, nonché nelle emergenze la possibilità di comunicare fra di voi. A Delhi abbiamo speso 4 (dico quattro ) ore cercando di ritrovarci in centro, con circa 42 gradi all’ombra , venditori ambulanti assillanti, mal di piedi incombente. Ognuno aveva ragione, ognuno pensava dell’altro che era un idiota. Con gli amici è altresì vitale, prima di partire, fare un programma di viaggio di massima, accordarsi su tempi e ritmi, stabilire tappe sicure e lasciare spazio alle variabili. Gli interessi possono essere diversi, quindi bisogna dare spazio ad ognuno nel programma . Questi punti fermi prima della partenza saranno utilissimi per gestire il tempo di tutti. Perché, va ricordato, in vacanza il tempo è denaro. Quando spendi 1000 euro di biglietto aereo e la prima mattina a San Francisco, per lasciare l’albergo, devi aspettare due ore Giovanni perché non si è svegliato, difficilmente avrai per lui tutta la tua comprensione . In vacanza il tempo è un patrimonio che va gestito molto oculatamente. Può essere difficile tornare negli stessi posti un’altra volta nella tua vita( e magari quei posti in dieci anni cambieranno del tutto fisionomia), quindi il rispetto del tempo comune è fondamentale. Un altro aspetto dei viaggi con amici è la famosa e temibile “cassa comune”. Quella cassa (un portafogli, un sacchettino, una tasca) verrà nutrita dalle tasche di tutti, onde evitare disparità (quello ci marcia, diranno di Andrea che ha la fama di essere tirchio). Con la cassa comune si pagheranno le spese comuni ed uguali per tutti: l’albergo, i biglietti per i musei o i parchi, il carburante o il treno. I pasti sono un caso a parte, da stabilire all’occorrenza: ho visto persone fare storie sul conto diviso equamente perché Giulia aveva mangiato per 40 centesimi più degli altri. Ho visto amici fare discriminazioni : Fabio beve birra e Luisa beve acqua, non possono pagare uguale. Insomma, la cassa comune è una fonte inesauribile di discussioni e dolori. Tra l’altro, chi tiene la cassa comune? Chiunque egli /ella sia, designato da tutti gli altri, verrà ad un certo punto guardato con sospetto: “Luigi, ma non è che hai pagato la tua freccia indiana con la cassa comune?Mi sembrava…ma è sicuro che tieni i soldi della cassa separati dai tuoi?” Fantastico Osvaldo , negli States: si lancia nel Colorado a fare il bagno con la cassa comune in tasca! Insomma, quando si viaggia insieme, si è collegati come nel gioco del domino, uno in fila all’altro, e quello/a che sta male, che perde i soldi, che deve SUBITO andare in bagno , che ha la gonna corta e nella moschea non può entrare, che la mattina non si alza, che mangia solo vegetariano, insomma quello/a che coinvolge anche gli altri del gruppo con le sue individuali esigenze o problematiche.
CON COMPAGNI IMPROVVISATI
Oggi molti siti web propongono e facilitano l’aggregamento tra compagni di viaggio che non si conoscono e che decidono di partire insieme, accomunati dalla meta desiderata. L’entusiasmo della partenza stempera le possibili divergenze di opinione, l’importante è partire! Ma i nodi verranno al pettine: mai tralasciare il programma di viaggio (tappe, ritmi, etc) ; questo è il salvagente che eviterà al vostro viaggio comunitario di
naufragare. Se infatti l’amore o l’amicizia possono fare da deterrente a litigi, discussioni e fratture fra i partecipanti al viaggio, quando si viaggia fra sconosciuti il malcontento è pronto a serpeggiare e a spuntar fuori anche violentemente. Ognuno ha il proprio ego pronto ad armarsi fino ai denti per la sopravvivenza e per la difesa della propria vacanza. Ognuno ha sognato la “propria” vacanza. Esistono delle persone amabili a priori, che si adatteranno comunque ad ogni circostanza e cercheranno di smussare gli animi spigolosi che li circondano; ma per molti è facile arrivare al momento delle polemiche e della “tolleranza zero”.
Dopo circa 10 giorni di patimenti caratteriali, intuiti ma non evitati, dopo qualche urlo e parolaccia, subìti ma non perdonati, la stazione di Calcutta si trasformò nello stage del film “Fuga da Alcatraz”: in due fuggimmo dal treno ancora in movimento, bagagli a tracolla, per seminare gli altri tre scomodi compagni di viaggio. In un batter d’occhio eravamo su un taxi , noncuranti degli altri e del loro futuro. “Mors tua vita mea” . Attenzione alla miscellanea di caratteri e di esperienza, e soprattutto ai “viaggiatori per caso” . Altro aspetto importante dei viaggi di gruppo: i bagagli. C’è che porta un bagaglio spartano e chi no. Se si viaggia in auto, è fondamentale spartire equamente gli spazi con gli altri. E mantenere del posto libero per i souvenir, immancabili, di ognuno.
“Mi raccomando, una valigia a testa!” dissi io. In partenza in auto per la Romania, in quattro, una valigia a testa, ma una valigia era grande come una portaerei. Non entrava nel bagagliaio!
Sosta tecnica per rifacimento bagagli.
Altro viaggio, in partenza in auto per la Polonia, in quattro : una valigia a testa! Avete presente il libro di Jerome K.Jerome, divertentissimo “Tre uomini in barca…per tacer del cane”?
Qui il titolo era “ Due uomini e due donne in auto…per tacer dell’asse da stiro” Ebbene sì, lo spirito pratico e spartano aveva suggerito ad una dei viaggiatori di portare l’asse da stiro. Forse era da usare come zattera in caso di alluvione?
CHI E' RAFFAELLA MILANDRI

Non è semplice descrivere Raffaella Milandri e le sue attività: è un personaggio poliedrico e improntato ad una schiettezza e a una chiarezza di intenti non comuni. Con i suoi oltre dieci libri pubblicati in tredici anni, i suoi viaggi in solitaria in ogni angolo di mondo, le sue foto che sembrano voler catturare l’anima dei soggetti, spesso membri di tribù indigene poco conosciute, e i suoi scritti in cui le sue parole dipingono popoli, è una donna che innesca naturalmente la curiosità di chi ha una ampia apertura mentale. Ha rischiato molte volte la vita, anche a causa delle sue inchieste per i diritti umani, e dice: “Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l’animo dei popoli”.

Biografia

Scrittrice, giornalista, editore e fotografa, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è studiosa dei Popoli Indigeni e in particolare dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e membro adottivo della tribù Crow in Montana. Fondatrice del Gruppo Editoriale Mauna. Presidente della associazione Omnibus Omnes Onlus, patrocinata dalla UNRIC Italia (ONU Italia). Attualmente è una dei massimi esperti italiani sui Nativi Americani, storia e attualità. Attualmente si sta dedicando alla opera di recupero di opere di autori nativi americani, traducendo e curando diversi libri.

Cura una serie di video tematici su youtube, “Nativi Americani ieri e oggi”  (qui link alla playlist), una rubrica radiofonica su Radio Talpa, “Nativi Americani ieri e oggi”, dedicata anche alla musica nativa americana (qui link alla playlist )  e una rubrica giornalistica, “Nativi”, su L’Antidiplomatico (qui link alla lista di articoli), oltre ad aver curato articoli per Focus Storia, Far West Gazette e, in passato, per il Corriere della Sera.

Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. Ha dichiarato: “Sono molto fiera di essere membro adottivo della famiglia Black Eagle dei Crow, tribù di Nativi Americani del Montana. E altrettanto fiera del mio nome in lingua originale, Baa Kuuxsheesh, che ha segnato una nuova tappa della mia vita e che significa ‘Aiuta gli altri’. Vorrei ricordarlo e dirlo sempre ad alta voce. La fratellanza è sacra. Un grande onore anche la adozione presso il popolo indigeno dei San, Boscimani del Kalahari. Il mio nome per loro è Nxuwa, che deriva da un tubero che il popolo boscimane porta con sé nel deserto per combattere la sete, la fame e la stanchezza”. 

Raffaella Milandri si dedica alla scrittura, alla fotografia e ai reportage intesi come strumento di sensibilizzazione e divulgazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali, attraverso campagne di informazione, appelli, petizioni e conferenze. Varie le partecipazioni televisive e radiofoniche, numerosi gli articoli sui suoi viaggi, su quotidiani e riviste. Si impegna in campagne informative sul turismo responsabile nei Paesi in via di sviluppo. Tra le mete dei suoi viaggi, in solitaria e spesso in fuoristrada, ricordiamo la Papua Nuova Guinea, l’Alaska, il deserto del Kalahari, il Tibet, il Kimberly in Australia. Tra i Popoli Indigeni oggetto delle sue campagne per i diritti umani, i Nativi Americani, i Pigmei Bakà, i Boscimani, gli Adivasi dell’Orissa. Ha affermato: “Avverto una incredibile urgenza nel mio viaggiare e divulgare, per documentare le discriminazioni dei diritti umani. La globalizzazione avanza a passi rapidi, ma spesso non porta con sé il Progresso positivo, anzi accelera il processo di estinzione di popoli che da decine di migliaia di anni vivono nelle stesse terre, legati alle loro tradizioni e culture, uniche e irripetibili”.

Libri pubblicati  e tradotti (con link nel titolo alla scheda libro completa)

tutti disponibili sia in edizione cartacea sia ebook.

PUBBLICAZIONI

Liberi di non Comprare. Un invito alla Rivoluzione, seconda edizione 2019.

Gli Ultimi Guerrieri. Viaggio nelle Riserve Indiane, prima edizione 2019.

In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi, seconda edizione 2019.

In India. Cronache per Veri Viaggiatori, seconda edizione 2019.

Lessico Lakota. Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Lakota, (con M. Blasini), prima edizione 2019.

La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d’America, seconda edizione 2020.

Lessico Cherokee. Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Cherokee, (con M. Blasini), prima edizione 2021.

Nativi Americani. Guida alle Tribù e alle Riserve Indiane degli Stati Uniti, prima edizione 2021.

Io e i Pigmei. Cronache di una Donna nella Foresta, seconda edizione 2022.

Le scuole residenziali indiane. Le tombe senza nome e le scuse di Papa Francesco, prima edizione 2023.

TRADUZIONI, CON INTRODUZIONE E NOTE

Racconti di Nativi Americani: Old Indian Legends di Zitkala-Sa, traduzione e note, (con T. Totò),prima edizione 2021.

Racconti di Nativi Americani: Plenty Coups. Capo dei Crow di Frank B. Linderman, traduzione e note, prima edizione 2022.  

Racconti di Nativi Americani: Il mio popolo. I Sioux di Luther Standing Bear, traduzione e note, prima edizione 2022.   

Racconti di Nativi Americani: Infanzia indiana di Charles Eastman, traduzione e note, prima edizione 2023.   

Racconti di Nativi Americani: Eroi e grandi capi indiani di Charles Eastman, traduzione e note, prima edizione 2023.   

Racconti di Nativi Americani: La Terra dell’Aquila Maculata di Luther Standing Bear, prima edizione 2023.

Racconti di Nativi Americani. I cinque di mezzo. Ragazzi indiani a scuola di Francis La Flesche, traduzione e note, prima edizione 2024.

Gli Indiani d’America e la loro musica di Frances Densmore, traduzione e note, prima edizione 2024.