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venerdì 2 agosto 2013

CONSIGLI E SEGRETI PRIMA DI PARTIRE



Dopo aver vissuto con gli Innuit sui ghiacci, cercato acqua con i Boscimani nel Deserto del Kalahari , esplorato la foresta pluviale con i Pigmei ed essere stata adottata in una tribù di Nativi Americani, il mio nuovo viaggio in solitaria ad agosto 2013 si preannuncia
estremamente periglioso. La Papua Nuova Guinea si inizia ad affacciare all'orizzonte......
con molti punti interrogativi. Ecco la spunta delle mie cose da fare, che sarà utile per tutti i viaggiatori come promemoria. Sono Raffaella Milandri, viaggiatrice solitaria in fuoristrada,
il fatto di viaggiare da sola e di poter contare solo su me stessa ha creato una grande esperienza.
I miei viaggi sono sempre spartani, e il budget di spesa è importante.

VOLO :
verificare sempre orari, stampare un paio di copie dei biglietti, verificare il bagaglio permesso in kg , e in caso registrarsi come frequent flyer per usufruire di vantaggi e accumulo miglia. Per me, volo su Port Moresby+volo interno su Mount Hagen: ok, a parte la differenza di bagaglio che per la compagnia del volo interno scende da 23 a 16 kg.
ASSICURAZIONE SANITARIA:
fuori dall'Europa, sempre da fare . Ne l mio caso, è abbastanza completa, include spostamenti di emergenza in Paesi vicini dove l'assistenza sanitaria sia più affidabile, e l'eventuale reimpatrio anticipato. Ho aggiunto anche furto e smarrimento bagagli.
VACCINI:
verificare sempre quelli consigliati e quelli indispensabili nel sito www.viaggiaresicuri.it curato dal Ministero degli Esteri. Per la Papua Nuova Guinea la lista è molto lunga; ho aggiunto solo quella per la parotite che mi mancava, e farò la terapia antimalarica, sempre da fare in Paesi a rischio e con clima caldo-umido. Nel mio caso, la Papua ha un alto rischio malarico e di altre malattie portate da zanzare e insetti.
CONTANTI , CARTE DI CREDITO ETC:
porterò con me il bancomat ( attenzione alcune banche chiedono di attivare il prelievo all'estero prima di partire), la carta di credito e una carta prepagata di emergenza(emessa su un circuito bancario alternativo alla carta di credito usuale); infine, una parte di contanti. Il tutto verrà tenuto diviso in varie tasche e scomparti, e questo accorgimento è valido per tutti i Paesi .
E' importante sempre tenere a portata di mano banconote di piccolo taglio di valuta locale, onde non esibire MAI in pubblico una quantità di denaro che potrebbe fare gola ai malviventi.
PASSAPORTO E PATENTE:
conviene fare le fotocopie e tenerle separate dagli originali.
Verificare se occorra o meno la patente internazionale per guidare nel Paese.
In Papua, ad esempio, il Ministero degli Esteri dice che è valida la nostra patente italiana.
MEDICINE ETC:
E' opportuno portare con sè almeno un antibiotico, un antistaminico, cortisone, un antidiarroico e/o disinfettante intestinale, un antinfiammatorio; nei climi caldi un buon integratore di potassio e magnesio, repellente per zanzare e altri insetti, protezione solare. In Paesi a rischio di disagi, portarsi un disinfettante per l'acqua (bere sempre acqua minerale imbottigliata e sigillata, niente ghiaccio e attenzione alla frutta e verdura). Nel caso della Papua, io aggiungerò un kit per aspirare il veleno da eventuali morsi di serpenti (oltre a portare appositi gambali protettivi).
ELETTRONICA , CARICABATTERIE E PRESE DI CORRENTE:
Verificare sempre la presa elettrica in uso nel Paese, anche a questo link http://it.wikipedia.org/wiki/Spina_elettrica . Per la Papua Nuova Guinea è in uso la presa elettrica di tipo A e I. La A è come quella americana ma senza messa a terra. Meglio procurarsi gli adattatori prima di partire! Oggi il bagaglio elettronico è una delle parti più importanti: tablet o smartphone o ultrabook, telecamera, macchina fotografica, GPS.....certo oggi con uno smartphone si può fare tutto, ma io sono all'antica: uno strumento per ogni evenienza. Per l'occasione ho acquistato una piccola telecamera da "indossare" con una imbracatura. Non porterò il GPS, poichè non è disponibile la cartina della Papua. Importante verificare se occorrono altri adattatori da sommare a quello giusto (noi in Italia abbiamo prese di tipo L ma alcuni elettrodomestici possono avere la presa tedesca o francese). Personalmente, niente asciugacapelli o ferri da stiro: non è un viaggio comodo!
PASSWORD, PIN ETC
Scrivete su un foglio , da duplicare e da tenere in posti separati, tutte le password e pin che vi possono servire: cellulare, ma anche per facebook e social network vari, posta elettronica etc etc. Vi eviterete un grande stress !
ABBIGLIAMENTO:
il massimo del comfort è d'obbligo. Alle donne dico: NO a tacchi a spillo, NO a minigonne, NO a scollature. Ovunque nel mondo oggi purtroppo le donne possono essere soggette a violenze. Sicchè, meglio non attirare l'attenzione a meno che non si vada a un party tra amici fidati. In molti Paesi , come anche la Papua Nuova Guinea, è opportuno, specialmente nelle zone rurali, legarsi e/o coprirsi i capelli, e magari indossare maniche lunghe, oltre a pantaloni o gonne lunghi. Che aiutano anche contro gli insetti. Con 5 paia di pantaloni e 8 t-shirts sono in grado di stare via almeno un mese. Una bustina con del detersivo per panni in valigia è ottimo. Sempre utile una canottiera di lana (in caso di escursioni in montagna o bruschi cambi di temperatura) e un giacchino impermeabile. Una buona scorta di calzini ad uso sportivo aiuta la salute dei piedi. Personalmente, ritengo che la calzatura ideale sia uno stivaletto leggero, che protegge le caviglie da distorsioni ma anche da insetti e/o serpenti.
AUTODIFESA:
Nonostante abbia acquistato nella lontana Bangkok uno storditore elettrico, il rischio di essere arrestata per detenzione illegale d'arma esiste.....Consiglio a tutte le donne di nascondersi sempre in borsetta un buono spray al peperoncino. Illegale o non illegale, a meno che non si sia maestri d'ati marziali un minimo di autodifesa è indispensabile! Da aggiungere senz'altro una sirena portatile antipanico: fanno tanto chiasso , richiamano l'attenzione e sono un buon deterrente per cani randagi , lupi e altri animali. Una sirena mi ha salvato la vita dai lupi in Alaska!
MEZZI DI SPOSTAMENTO:
ogni Paese ha caratteristiche diverse. Io preferisco sempre essere autonoma e noleggiare un fuoristrada, prenotandolo prima di partire. Questa volta non è stato possibile, quindi andrò un pò all'arrembaggio contando magari anche su "noleggio" di veicoli privati, e autobus. In Papua niente treni! E i taxi sono sconsigliati a donne sole, a detta del consolato italiano.
PERNOTTAMENTI:
C'è chi preferisce prenotare tutto rigorosamente, chi invece vive alla giornata.
Io amo vivere alla giornata, anche se alle volte mi fermo per cercare un posto per dormire a notte inoltrata, esausta, e poco lucida. Però, l'arrivo in un Paese è sempre il momento di debolezza maggiore. Quindi consiglio di prenotare sempre la prima notte , quando il fuso orario offusca le menti! Per la Papua, non ho fatto programmi tranne il volo interno, e ho prenotato solo alcune notti, quando sarò in prossimità di un famoso festival tribale che potrebbe portare a un tutto esaurito. Gli alberghi in papua sono molto costosi e non c'è molta scelta. Valida alternativa, da verificare in loco, case missionarie .
GUIDE E MAPPE
Rigorosamente occorre prima di affrontare un Paese nuovo leggersi una Lonely Planet , i consigli di www.viaggiaresicuri.it e anche siti per viaggiatori di altri Paesi, come www.smartraveller.gov.au .
Le Lonely Planet più aggiornate sono disponibili in inglese e si possono scaricare dal sito , ad un costo ridotto rispetto al libro vero e proprio. Quando possibile, munirsi sempre di una mappa e verificare le distanze (anche su siti appositi online).

Per ora è tutto, BUON VIAGGIO !
 
NOTE BIOGRAFICHE DI RAFFAELLA MILANDRI

Fotografa umanitaria e scrittrice(Io e i Pigmei, Polaris 2011 e La mia Tribù, Polaris 2013), attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, viaggiatrice solitaria, usa le sue foto, libri e filmati come strumento di sensibilizzazione e mezzo di denuncia di ingiustizie e violazioni dei diritti umani. Per i diritti umani dei popoli indigeni, porta avanti campagne e petizioni in favore di boscimani, pigmei e altri popoli vittime di ingiustizie e a rischio di estinzione , divulgando scottanti inchieste . Attualmente Raffaella Milandri sta portando avanti una petizione per la Giornata Mondiale dei Popoli Indigeni con il supporto di diversi Lions Club. Si impegna in campagne informative sul turismo responsabile nei Paesi in via di sviluppo.

Varie le sue partecipazioni televisive e radiofoniche : con Maurizio Costanzo sia su Rai Uno che su Rai Due , su Rai Tre a Alle falde del Kilimangiaro e telegiornale , su Rai Due a TG2 Insieme , su Radio Uno, Radio Due, etc etc . Numerosi gli articoli sui suoi viaggi, su quotidiani e riviste .

lunedì 19 novembre 2012

Tutta la verità sui miei viaggi in solitaria

Amici carissimi,
viste le tante domande sui miei viaggi, ecco domande e risposte!
Versione da viaggio

Versione "occidentale"

1)VIAGGI DAVVERO DA SOLA?
Sì, assolutamente. Per me è una esigenza: sia per essere libera nei movimenti , sia per essere accolta senza problemi. A chi fa paura una donna sola?
E' anche un modo per mettermi alla prova, per sfidare le mie paure.La disciplina è la mia prima regola, insieme alla preparazione fisica. Per poter spogliarmi della mentalità occidentale , senza preconcetti. E per chi non credesse che viaggio sola: ho le prove e i testimoni che mi hanno incontrato lungo i miei cammini....
2)COME TI FINANZI?
Ho un lavoro primario da libera professionista che, incrociando le dita, mi permette di prendermi il tempo necessario e mi permette di autofinanziarmi. Non ho sponsor, pago tutto io per poter avere la libertà di movimento indispensabile.
3)HAI PAURA?
Ho sempre paura....Viaggiare, e uscire dai binari della mia quotidianità, mi immerge in un flusso di eventi spesso incontrollabili e soggetti ad ogni tipo di imprevisto.
4)COME ORGANIZZI I TUOI VIAGGI?
Normalmente dall'Italia prenoto solo il volo, e in alcuni casi il fuoristrada. Una buona cartina, e uno studio della zona e delle problematiche attraverso libri e internet, mi permette di avere una idea di come muovermi e dove andare, ma non ho mai un programma fisso: lo costruisco giorno per giorno. Alle volte parto per indagare su soprusi a popoli indigeni (pigmei, boscimani, etc) ma non sono mai sicura di riuscire a raggiungere lo scopo del mio viaggio.
5)CHE VITA FAI QUANDO SEI FUORI DA SOLA?DOVE DORMI?
Vita estremamente spartana. A letto presto, anche perchè in molti Paesi non è sicuro girare di notte; e la mattina amo vedere l'alba e mettermi in viaggio presto, anche per catturare fotografie inconsuete e momenti di vita più indiscreti. Dormo in preferenza in alberghi o ostelli, ma sempre modesti; ho il sacco a pelo pronto e in alcuni casi dormo in macchina. Anche il cibo è semplice ed economico.
6)QUANDO VIAGGI  FAI AMICIZIE? VAI A FESTE, VAI A BALLARE?
Faccio amicizie certo, ma sempre e solo con persone del luogo e preferibilmente con persone dei piccoli villaggi. Per me stare con persone semplici, e popoli indigeni, è una sensazione di estremo benessere e ritrovo in me stessa i valori veri della vita. Feste e balli? Non in senso occidentale. Non mi rilasso mai più di tanto , devo badare a me stessa. Ad esempio, non bevo mai alcolici quando sono in viaggio.
7)IL PROSSIMO VIAGGIO?
Sempre incrociando le dita, Nuova Guinea, in solitaria e fuoristrada. Vi sono molte tribù di popoli indigeni e voglio sapere di più sulla loro situazione. Non da turista, ma da attivista per i diritti umani dei popoli indigeni.
8)ALTRI PROGRAMMI?
Sto scrivendo il mio nuovo libro sui Crow e sugli  Indiani d'America. Un libro impegnativo, ma ricco di sorprese per chi ama questo popolo. Il mio sogno è di poter lavorare solo come scrittrice, amo comunicare attraverso le parole scritte ed avere la attenzione del lettore, è un rapporto molto speciale.

domenica 8 aprile 2012

"Io e i Pigmei": successo di pubblico e di critica per un libro senza censure

E' la cronaca del viaggio di una donna sola nella foresta, tra i Pigmei. Una eroina dei tempi moderni, avventuriera in nome dei diritti umani. "Un viaggio che comincia – descrive la giornalista Adelina Zarlenga – “dove finiscono le nostre certezze”. Un libro avvincente, ricco di testimonianze e di foto, in cui è racchiusa l’essenza della scrittrice: Raffaella Milandri, una donna tenace, capace di arrivare in capo al mondo pur di difendere i popoli più deboli. "
Con estrema trasparenza e semplicità, Raffaella Milandri, viaggiatrice solitaria, fotografa e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, svela nel suo libro la drammatica situazione dei Pigmei. E i disagi fisici e psicologici di un viaggio nel cuore dell'Africa "vera". Dice l'autrice: "Mi sono trovata di fronte ad una realtà cruda e drammatica: nessuno protegge il Popolo della Foresta, che è vittima insieme alla Foresta stessa. I popoli indigeni assurgono al ruolo di agnelli sacrificali. I Pigmei , oggetto di una sistema­tica discriminazione da centinaia di anni, ora rischiano di scomparire. Per sempre. " Scrive a tal proposito Raja James Sheshardi, della American University: “I Pigmei sono sfrattati e poi sfruttati; da molti Stati africa­ni non sono considerati cittadini e viene rifiutata loro la carta d’iden­tità, insieme a terra di proprietà, assistenza sanitaria ed educazio­ne scolastica. Forzati da Governi e multinazionale del legname a lasciare le foreste, loro terre ance­strali da sempre, hanno un destino di emarginazione, impoverimento e abusi" Nella recensione del libro "Io e i Pigmei" , su La Stampa, scrive Irene Cabiati : "Il libro riesce ad inquadrare la situazione di un Paese, il Camerun, con 280 gruppi etnolinguistici spesso succubi della stregoneria, allegri e fieri della nazionale di football , inevitabilmente destinati a perdere la ricchezza delle foreste: sulle banconote da mille franchi qualche funzionario creativo ha pensato bene di far stampare la macchina che taglia il legname. Come segno di progresso naturalmente.  " Si legge in una recensione su Q Libri: "Ma i Pigmei ? Chi tutela i Pigmei ? La loro estinzione in quanto semplici uomini e' autorizzata ? Strano mondo il nostro." Il libro "Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella foresta", di Raffaella Milandri, è edito da Polaris . Qui il link all'avvincente booktrailer: http://www.youtube.com/watch?v=5sHZgaTRPOY La viaggiatrice, che ha visitato aborigeni australiani, boscimani, pigmei, adivasi e altri popoli, ha appena annunciato su Rai Due http://www.youtube.com/watch?v=UftvTztqXFA il prossimo viaggio che la porterà oltre il circolo Polare Artico, tra i popoli Innuit, a vivere con gli equipaggi della caccia alle balene, e a visitare la riserva degli indiani Crow, in Montana, dove la Milandri è stata adottata come sorella dal Presidente della Nazione Crow, Cedric Black Eagle. "Io sono la sorella adottiva, il fratello adottivo di Cedric invece è il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. " Condurrà una ricerca su storia e usanze dei Crow, nonchè sulla storia di Custer e del Little Big Horn dal loro punto di vista. " Il mio prossimo libro sarà proprio su mio fratello e sul suo popolo" dice la Milandri

domenica 20 novembre 2011

Su Facebook con la viaggiatrice Raffaella Milandri: facci sognare

Alcuni giornali definiscono Raffaella Milandri una "avventuriera", una incredibile figura romantica di altri tempi . Gli amici la hanno soprannominata "Raffa Jones", Maurizio Costanzo ha detto "invidio il suo coraggio": è una viaggiatrice solitaria che parte alla esplorazione di alcuni remoti angoli di mondo, in fuoristrada. Armata di telecamera e macchina fotografica, si reca in riserve e villaggi di pigmei, aborigeni, indiani d'America, boscimani e cerca la verità sulle attuali condizioni di questi popoli, pronta a documentare e denunciare le ingiustizie e le violazioni dei diritti umani . Su Facebook tantissime persone la seguono e viaggiano con lei: lei in fuoristrada, in Africa, Asia, America; loro seduti di fronte al pc.
Questi alcuni commenti di chi segue i suoi viaggi su Facebook: “I reportage e i diari che ci hai puntualmente inviato sono stati davvero molto arricchenti: ci hanno fatto respirare l'aria di quei luoghi lontani e sentire il battito del cuore di quelle popolazioni, tutto con rara sensibilità ed equilibrio, grazie a te”G.V “. ... immagini e parole che toccano il cuore..” B.A. La incontriamo nel suo studio pieno di foto. -Quali angolo di mondo Le sono rimasti nel cuore? "Tutti, luoghi e persone. Il Giappone, l'Orissa, il Camerun, il Botswana, l'Australia , il Tibet....Forse l'Alaska ha un posto speciale: l'ultima frontiera" -La mèta del prossimo viaggio? "Ancora da confermare. Per ora sono impegnata con la presentazione del mio libro in prossima uscita 'Io e i Pigmei.Cronache di una donna nella foresta' della casa editrice Polaris. E' un racconto di viaggio ma anche una denuncia del rischio di estinzione dei Pigmei. " Link a filmato su youtube http://www.youtube.com/watch?v=HXApuzVaVok

domenica 11 aprile 2010

GUIDA PER IL PERFETTO VIAGGIATORE INDIPENDENTE: QUANDO E CON CHI



Una miniguida della viaggiatrice solitaria e fotografa Raffaella Milandri.
Il momento del viaggio
Stai per partire: l’odore dell’aria e le cose intorno a te diventano evanescenti e lasciano il posto
a nuovi e ancora inimmaginabili atmosfere e panorami.
La tua dimensione sta per proiettarsi “oltre”, stai per varcare i confini del tuo Paese, e poi altri ancora,
per percorrere e fagocitare miglia su miglia, via aria, via terra, via mare.
Ti vedi un puntino minuscolo e insignificante sul mappamondo, e più ti allontani dalle tue abituali coordinate e più le tue radici geografiche, sociali e culturali si sfilacciano .
Stai per entrare in contatto con il te stesso che sonnecchia nella sicurezza del tran tran quotidiano.
E’ un momento di evasione dalla propria realtà quotidiana e dai ritmi usuali. Il tuo mondo sarà la valigia e il tuo zaino, devi scegliere cosa portare con te e le poche cose da amministrare. Assapori il piacere di ridurre il tuo parco telefoni ad un solo cellulare; i tuoi vestiti si ridurranno a 4 pantaloni e 6 maglie , i libri da leggere saranno 4 e in cuor tuo speri di non avere il tempo di leggerli tutti. Lasci tutte le tue cose in ordine perché quando torni tutto sarà al suo posto -un bisogno di certezza irrinunciabile.
Qualcuno intende il viaggio come vacanza e relax: due settimane al mare, o dieci giorni in crociera, o in un villaggio turistico, con i terminali mentali spenti senza pensare a nulla.
Qualcuno intende il viaggio come una esperienza di vita, un momento di conoscenza, di esplorazione e di crescita personale. E’ un momento di scoperta, di se stessi e degli altri.
La scelta
In un viaggio viene prima la scelta del dove o del quando?
Viene prima la scelta del dove o del “con chi” ?
E come si decide se viaggiare “fai da te” o con tour organizzati?
Quando e quanto
Con l’elenco delle località preferite in mano, è fondamentale identificare :
1)il periodo delle ferie: in Italia la maggior parte di noi mortali ha le ferie in agosto e a fine dicembre, quando i prezzi lievitano per i voli, per i tour, per tutto.
Se possibile, è sempre meglio viaggiare negli altri mesi.
2)la durata delle ferie: ottimale, per viaggi indipendenti fuori continente, avere 15/20 giorni o anche più. Per viaggi in Europa, invece, 10 giorni sono ottimi per molte destinazioni .
3)il budget di spesa: sono copiose le offerte di mutui per le vacanze, ma sarebbe meglio un viaggio dal costo accessibile sulla base delle proprie possibilità. Il viaggio indipendente può essere più economico ma è più soggetto a spese impreviste e richiede una buona organizzazione .
DA SOLI
La fondamentale consapevolezza prima di partire è che non puoi dimenticare nulla, non puoi tralasciare dettagli, devi prevenire al massimo gli imprevisti (fisici, mentali, climatici, etc) La tabella dei preparativi va seguita con scrupolo . Una buona parte dei tuoi imprevisti (qualcuno è inevitabile!!)si possono ridurre o risolvere con informazione e prevenzione e trovare la soluzione migliore in tempi veloci . In Giappone ad esempio i bancomat non sono sempre compatibili con le nostre carte. Onde evitare di esibirti in “O sole mio” nelle stazioni della metro a Tokyo per racimolare un po’ di spiccioli, è opportuno partire con scorta di contanti e carta di credito supplementare.
Io amo il viaggio indipendente in solitaria: è decisionismo puro, senza compromessi. Tutto dipende da te. Già in due è fondamentale sottostare ad una democrazia che impone di consultarsi e trovare un accordo. Ritengo un momento di grande crescita personale il viaggio in solitaria ”Chi rompe paga, e i cocci sono suoi”. Ecco, se sbagli qualcosa nel tuo percorso, i cocci sono tutti tuoi e tutto sommato sei sempre più tollerante con te stesso che non con gli altri. Grandi amicizie o anche relazioni sentimentali sono state distrutte, divelte, dissacrate dopo 10 giorni di convivenza in vacanza. La formula per l’esatta convivenza è ardua da trovare. Patti chiari amicizia lunga: prima di partire, onde abbeverarsi a quel dolce nettare che è la condivisione della vacanza, è opportuno definire: dove si va, la filosofia di viaggio, il budget di spesa, le località da visitare.
Con il partner
Occorre senz’altro una relazione solida per fare un viaggio “fai da te” con il tuo partner. Devi conoscerlo/a bene, sapere la sua resistenza fisica e mentale ai vari imprevisti. Certo, una vacanza di 15 giorni in un villaggio turistico non richiede molta preparazione e precauzioni, e anche una settimana in una capitale europea ben si presta alle coppie in via di consolidamento. Ma la vacanza on the road, con ritmi pressanti e sbalzi frequenti, richiede sangue freddo e non solo amore. Ti capiterà talvolta di tornare da un viaggio con il tuo partner, dicendoti che non avete nulla in comune: le sue reazioni al giro nel centro commerciale e quelle al giro nel bazar di Algeri sono completamente diverse. I suoi gusti alimentari macrobiotici, pienamente appagati nel centro di Milano, stonano terribilmente con le avventurose pietanze che trovi a Bangkok. Le sue lunghe soste in bagno, la mattina, ti hanno rubato ore preziose da dedicare all’esplorazione del Gange all’alba. La sua ricerca in tutti i negozi di Jaipur di una sciarpa in seta per la mamma ti ha sfinito, tediato, spossato fino all’esasperazione. Non reagire subito, aspetta e fai decantare le emozioni per almeno 15 giorni dopo il rientro dal viaggio. Probabilmente, dopo 15 giorni e qualche racconto agli amici della vostra vacanza, tutto sembrerà meno terribile. Ci riderai su. L’amore tornerà a trionfare.
Con gli amici
Se vai in vacanza con un solo amico/a , vale quello che è stato detto per la vacanza con il/la partner. Leggi amicizia e affetto invece di amore, e ci siamo. Il gruppo di amici/amiche , composto da tre o più persone, offre molte soluzioni e soprattutto alleanze opportune che alleviano la convivenza. Nelle decisioni vince la maggioranza, ma c’è una libertà maggiore, due di voi vanno a visitare il museo etnico, un altro va a fare shopping, due si fermano a mangiare un piatto di spaghetti neozelandesi. La cosa importante e vitale è avere poi sempre un posto di ritrovo e dei punti fermi, nonché nelle emergenze la possibilità di comunicare fra di voi. A Delhi abbiamo speso 4 (dico quattro ) ore cercando di ritrovarci in centro, con circa 42 gradi all’ombra , venditori ambulanti assillanti, mal di piedi incombente. Ognuno aveva ragione, ognuno pensava dell’altro che era un idiota. Con gli amici è altresì vitale, prima di partire, fare un programma di viaggio di massima, accordarsi su tempi e ritmi, stabilire tappe sicure e lasciare spazio alle variabili. Gli interessi possono essere diversi, quindi bisogna dare spazio ad ognuno nel programma . Questi punti fermi prima della partenza saranno utilissimi per gestire il tempo di tutti. Perché, va ricordato, in vacanza il tempo è denaro. Quando spendi 1000 euro di biglietto aereo e la prima mattina a San Francisco, per lasciare l’albergo, devi aspettare due ore Giovanni perché non si è svegliato, difficilmente avrai per lui tutta la tua comprensione . In vacanza il tempo è un patrimonio che va gestito molto oculatamente. Può essere difficile tornare negli stessi posti un’altra volta nella tua vita( e magari quei posti in dieci anni cambieranno del tutto fisionomia), quindi il rispetto del tempo comune è fondamentale. Un altro aspetto dei viaggi con amici è la famosa e temibile “cassa comune”. Quella cassa (un portafogli, un sacchettino, una tasca) verrà nutrita dalle tasche di tutti, onde evitare disparità (quello ci marcia, diranno di Andrea che ha la fama di essere tirchio). Con la cassa comune si pagheranno le spese comuni ed uguali per tutti: l’albergo, i biglietti per i musei o i parchi, il carburante o il treno. I pasti sono un caso a parte, da stabilire all’occorrenza: ho visto persone fare storie sul conto diviso equamente perché Giulia aveva mangiato per 40 centesimi più degli altri. Ho visto amici fare discriminazioni : Fabio beve birra e Luisa beve acqua, non possono pagare uguale. Insomma, la cassa comune è una fonte inesauribile di discussioni e dolori. Tra l’altro, chi tiene la cassa comune? Chiunque egli /ella sia, designato da tutti gli altri, verrà ad un certo punto guardato con sospetto: “Luigi, ma non è che hai pagato la tua freccia indiana con la cassa comune?Mi sembrava…ma è sicuro che tieni i soldi della cassa separati dai tuoi?” Fantastico Osvaldo , negli States: si lancia nel Colorado a fare il bagno con la cassa comune in tasca! Insomma, quando si viaggia insieme, si è collegati come nel gioco del domino, uno in fila all’altro, e quello/a che sta male, che perde i soldi, che deve SUBITO andare in bagno , che ha la gonna corta e nella moschea non può entrare, che la mattina non si alza, che mangia solo vegetariano, insomma quello/a che coinvolge anche gli altri del gruppo con le sue individuali esigenze o problematiche.
CON COMPAGNI IMPROVVISATI
Oggi molti siti web propongono e facilitano l’aggregamento tra compagni di viaggio che non si conoscono e che decidono di partire insieme, accomunati dalla meta desiderata. L’entusiasmo della partenza stempera le possibili divergenze di opinione, l’importante è partire! Ma i nodi verranno al pettine: mai tralasciare il programma di viaggio (tappe, ritmi, etc) ; questo è il salvagente che eviterà al vostro viaggio comunitario di
naufragare. Se infatti l’amore o l’amicizia possono fare da deterrente a litigi, discussioni e fratture fra i partecipanti al viaggio, quando si viaggia fra sconosciuti il malcontento è pronto a serpeggiare e a spuntar fuori anche violentemente. Ognuno ha il proprio ego pronto ad armarsi fino ai denti per la sopravvivenza e per la difesa della propria vacanza. Ognuno ha sognato la “propria” vacanza. Esistono delle persone amabili a priori, che si adatteranno comunque ad ogni circostanza e cercheranno di smussare gli animi spigolosi che li circondano; ma per molti è facile arrivare al momento delle polemiche e della “tolleranza zero”.
Dopo circa 10 giorni di patimenti caratteriali, intuiti ma non evitati, dopo qualche urlo e parolaccia, subìti ma non perdonati, la stazione di Calcutta si trasformò nello stage del film “Fuga da Alcatraz”: in due fuggimmo dal treno ancora in movimento, bagagli a tracolla, per seminare gli altri tre scomodi compagni di viaggio. In un batter d’occhio eravamo su un taxi , noncuranti degli altri e del loro futuro. “Mors tua vita mea” . Attenzione alla miscellanea di caratteri e di esperienza, e soprattutto ai “viaggiatori per caso” . Altro aspetto importante dei viaggi di gruppo: i bagagli. C’è che porta un bagaglio spartano e chi no. Se si viaggia in auto, è fondamentale spartire equamente gli spazi con gli altri. E mantenere del posto libero per i souvenir, immancabili, di ognuno.
“Mi raccomando, una valigia a testa!” dissi io. In partenza in auto per la Romania, in quattro, una valigia a testa, ma una valigia era grande come una portaerei. Non entrava nel bagagliaio!
Sosta tecnica per rifacimento bagagli.
Altro viaggio, in partenza in auto per la Polonia, in quattro : una valigia a testa! Avete presente il libro di Jerome K.Jerome, divertentissimo “Tre uomini in barca…per tacer del cane”?
Qui il titolo era “ Due uomini e due donne in auto…per tacer dell’asse da stiro” Ebbene sì, lo spirito pratico e spartano aveva suggerito ad una dei viaggiatori di portare l’asse da stiro. Forse era da usare come zattera in caso di alluvione?
CHI E' RAFFAELLA MILANDRI
Viaggiatrice in solitaria e fotografa, Raffaella Milandri
si dedica principalmente alla “fotografia umanitaria” intesa come strumento di sensibilizzazione verso i diritti umani, per i quali lottano quotidianamente molti popoli indigeni ad esempio, e problematiche sociali quali il lavoro minorile e la situazione femminile.
La sua attenzione si concentra sulle culture extraeuropee, sulla vita di strada e nei villaggi rurali: durante i suoi viaggi in solitaria cammina e vive con la sua Canon al collo, indaga con estrema curiosità, si siede fra la gente, beve, mangia e parla con loro, spesso ospite delle loro abitudini e cerimonie, partecipando con estrema empatia.
Nessuna posa o situazione è creata nelle sue opere: la fotografa riproduce la realtà, le situazioni e gli sguardi così come appaiono, cercando di ridurre al minimo il suo impatto “occidentale” sull’ambiente circostante.
Dal 2007 collabora con la Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi (MI )
-FOTOREPORTAGE
Australia (Northern Territory, Kimberly), Giappone ,
India (Gujarat, Rajasthan etc), Nepal , Tibet 2009,
Stati Uniti (Navajoland, Texas, New Mexico, Alaska, etc),
Canada (Yukon), Egitto (White Desert ), Botswana ,
Europa (Polonia, Francia etc etc)
-MOSTRE E PROIEZIONI
2008 Mostra Crossing borders sulla situazione della donna e il lavoro minorile in India
2009 Mostra Imagine sulla situazione nepalese e tibetana con asta di beneficenza
2009 Proiezione “ Imagine” sulla condizione del viaggio in solitaria in Tibet
2009-2010 Mostra-Proiezione “Tra la perduta gente” in solidarietà ai Boscimani del Kalahari
Svariate sue foto sono state donate per aste di beneficenza e raccolte fondi a fini benefici.
-VIAGGI MEDIATICI
Vari collegamenti in diretta dai luoghi dei suoi viaggi, tra cui uno con Maurizio Costanzo, e collegamenti in diretta su Facebook da Tibet, Nepal e Botswana fanno diventare i viaggi in solitaria di Raffaella Milandri un evento mediatico molto seguito.
“ Viaggiare in solitaria crea il necessario distacco dal mio quotidiano:
mi “abbandono” ai modi di vivere dei popoli che sto visitando, mi immergo “incontaminata” nella loro cultura e ne respiro l’essenza, in una dimensione spirituale ideale per la mia ricerca. Mi assimilo alle genti per catturarne l’immagine autentica, in momenti carichi di intenso significato emozionale. Il mio terzo occhio è la macchina fotografica, con la quale cristallizzo il quotidiano in un momento senza tempo”
“Cammino fra la gente e talvolta ho dei “colpi di fulmine”: mi innamoro di un viso, di un gesto,
di una situazione e sono capace di stare per ore ad inseguire l’attimo da immortalare”
“Adatto sempre i mie abiti e i miei gesti alla cultura locale. Viaggiare in solitaria può comportare vari contrattempi e pericoli , ad esempio oltre il Circolo Polare Artico ho dovuto abbandonare il fuoristrada in un fiume, rischiando l’ipotermia”

IN PROGRAMMA
“ Sto meditando i prossimi viaggi in solitaria del 2010.
Tra le prossime mete , il Camerun e la mia amata India, con particolare ricerca sulle popolazioni indigene e sulle loro problematiche. Sempre in diretta su Facebook.”

domenica 26 aprile 2009

NUOVO VIAGGIO IN SOLITARIA DI RAFFAELLA MILANDRI: DA NEPAL E TIBET COLLEGAMENTI SU FACEBOOK E MOSTRA FOTOGRAFICA "IMAGINE" PER IL FESTIVAL DELLA PACE


La viaggiatrice in solitaria e fotografa Raffaella Milandri,
di San Benedetto del Tronto, che sta preparando la mostra fotografica
"Imagine" per fine maggio 2009, parte martedì 28 aprile per un viaggio tra Nepal e Tibet.

LA MOSTRA
"Imagine" di Raffaella Milandri,
ci trasporta ai confini tra Nepal e Tibet, tra fratelli tibetani in esilio e soldati che pattugliano i confini.
La quotidianità appare sconvolta ma non rassegnata,
in una tensione carica di dignità, aspettando che il mondo reagisca in maniera determinante.
La mostra farà parte delle molteplici e interessanti manifestazioni del 1° Festival della Pace
organizzato dal Comune di San Benedetto, e sarà allestita all'interno dell'Hotel Calabresi, in Piazza della Rotonda (Piazza Giorgini)
dal 29 maggio al 7 giugno 2009. Durante la mostra sarà allestita una asta di beneficenza,
il ricavato della vendita delle foto sarà devoluto.
IL VIAGGIO
Rigorosamente in solitaria, senza alcuna prenotazione tranne l'aereo,
questo viaggio di Raffaella Milandri la vedrà indagare nella realtà del Nepal e del Tibet,
alla ricerca di immagini e di emozioni."Mi spoglio degli agi quotidiani, solo una valigia
e niente cellulare. Il mio cammino sarà costruito giorno per giorno.
Unico bagaglio sostanzioso: macchina fotografica, videocamera per mettere su Youtube alcuni filmati , e una webcam con la quale mi collegherò su Facebook per raccontare le mie giornate ."
(link alla pagina http://www.facebook.com/home.php#/profile.php?id=1138090234&ref=profile)
"Prima di partire ho prestato servizio con il Gruppo di Protezione Civile Comunale di San Benedetto e con il FIR SER di Ascoli per aiutare la popolazione aquilana, auguro un buon lavoro a tutti e invio un saluto speciale alle persone attendate al campo di Tempera (AQ) dove ho lasciato il cuore: forza e coraggio"
L'AUTRICE
Raffaella Milandri, viaggiatrice in solitaria e fotografa di San Benedetto del Tronto,
indaga tra popoli e culture con estrema curiosità, ritraendo momenti carichi di intenso significato emozionale.
«Viaggiare in solitaria crea il necessario distacco dal mio quotidiano che mi permette un temporaneo ma completo “abbandono” al modo di vivere dei popoli che sto visitando: mi permette di essere immersa “incontaminata” nella loro cultura e respirarne l'essenza. Io mi assimilo alle genti che studio per catturarne l’immagine autentica, perché mi vedano come una di loro - non come un forestiero - adatto sempre i miei abiti e i miei gesti alla cultura locale.»
L'autrice collabora con la Fototeca Storica Nazionale Gilardi (MI) ed ha all'attivo fotoreportage in Giappone, Australia, India, Nepal, Usa, Canada, Egitto e in vari paesi europei. In preparazione un libro sui suoi viaggi.

domenica 15 giugno 2008

Miniguida del Nepal per viaggiatori





Come viaggiatrice in solitaria e come fotografa, sento doveroso raccogliere alcuni consigli che sono orientati più al viaggiatore che al turista, a colui o colei che intende il viaggio come esperienza di vita e full immersion in una cultura molto diversa dalla nostra. La prima regola per il viaggiatore è il rispetto del Paese e del popolo che si va a conoscere, nelle usanze, nei costumi, nella religione, nella dignità.

Nonostante la posizione strategica tra India e Cina, i due stati più popolosi del pianeta, il Nepal è effettivamente un’isola culturale a sé stante. Con i suoi scarsi 30 milioni di abitanti, in Nepal si respira aria di una civiltà indomita : terra martoriata da atti terroristici, povertà ma non miseria, presenza ovunque di militari(32 campi militari solo nel parco Chitwan!!), mai è stata conquistata dal colonialismo, e qui la monarchia dopo circa 250 anni sta lasciando il passo alla Repubblica. Negli occhi dei nepalesi si legge una fierezza, una onestà e una matrice culturale dalle profonde radici. Il popolo del Nepal apprezzerà il rispetto che possiamo recare loro come viaggiatori, aprendoci un cuore generoso. Non fermatevi alle località turistiche, ai ristoranti per turisti, andate ad esplorare la identità di questo popolo nei villaggi, nei piccoli monasteri, nei campi dove mietono il grano. Interagite con i nepalesi parlando, magari con l’aiuto di una guida e interprete, fatevi raccontare cosa pensano e cosa sognano. Al primo posto dei loro sogni c’è la pace per il loro Paese, una pace che porti prosperità, istruzione, miglioramenti tecnologici. Mi sono seduta spesso, durante il mio viaggio, a guardare il telegiornale con i nepalesi, e spesso ho chiesto a quale casta appartenevano, e posto mille domande-fors’anche indiscrete- per capire di più. In questo 2008 speranza e ottimismo sono i sentimenti dominanti, anche se qui i volti sono spesso seri , ed è una conquista poterli far sorridere. I nepalesi sono poveri ma molto dignitosi e affaccendati . Come viaggiatrice in solitaria e come fotografa, raccolgo qui alcuni consigli per il viaggiatore che intende il viaggio come esperienza di vita e full immersion in una cultura diversa. La prima regola per il viaggiatore è il rispetto del Paese e del popolo che si va a conoscere, nelle usanze, nei costumi, nella religione, nella dignità. Ecco la mia miniguida divisa per argomenti:
DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI
DOVE DORMIRE
DOVE E COSA MANGIARE
BEVANDE
ABBIGLIAMENTO
VACCINI E MEDICINE
SOLDI , MANCE, ELEMOSINE
GUIDE
FOTO
LINGUA
CLIMA
TELEFONO E INTERNET
DONNE SOLE

DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI
Imperdibile la vallata di Kathmandu: tra le varie località, Pashupatinath (induista) , Bodhnath (buddhista), Bhaktapur che è un vero gioiello, Patan etc.
Kathmandu è piena di gente con le mascherine antismog, piena di traffico, direi invivibile a meno che non ci si voglia rinchiudere in quel serraglio per occidentali – e con prezzi da occidentali-che è la zona di Thamel. Sulle sponde del fiume Bagmati tendopoli e povertà sono incorniciate da rifiuti.
Ad ovest di Kathmandu, deliziosa una passeggiata a Devghat, una serata a Bandipur (anche se molto turistica), un salto in funivia a Manakamana, impegnativa ma interessante la scalata di 1500 gradini a Gorkha Mandir.
Ad est di Kathmandu, Nagarkot e Dhuliket offrono viste mozzafiato sull’Himalaya(ma solo da settembre ad aprile, poi le nuvole e la nebbia offuscano tutto), Namobuddha è una scoperta, con il suo monastero buddhista fuori mano e fuori dalle guide turistiche. Il Parco Chitwan –a sud - è molto turistico ma imperdibile, consiglio il giro in elefante all’alba ma se potete permettervelo prendete un elefante solo per voi, per godervi dei momenti indimenticabili nella giungla. Godetevi la pacifica convivenza di induisti e buddisti facendo un mix di luoghi sacri ad entrambe le religioni. Ah, ovviamente c’è il trekking che regna sovrano, con tanti percorsi: procuratevi una buona cartina! Per spostarsi anche di molti chilometri potete prendere un taxi (15-20 euro circa al giorno per l’intera giornata),
un microbus o un autobus che però spesso può essere sovraffollato, preparatevi a viaggiare sul tetto. Dentro Kathmandu un risciò va benissimo, ma attenzione allo smog. Al momento in cui scrivo, l’accesso al Tibet è chiuso, ma tutta la zona nord-est del Nepal verso il Tibet è da scoprire.
DOVE DORMIRE:

non è necessario prenotare, a meno che non si abbiano esigenze particolari o non ci si rechi in posti come Bandipur (piccola e molto turistica) Gli alberghi sono in genere puliti e decorosi per circa 6/8 euro a notte, bisogna SEMPRE chiedere di vedere prima la camera, controllate se si affaccia sulla strada poiché ovunque al mattino presto è rumoroso. Verificate che ci sia l’acqua a tutte le ore, controllate che ci siano candele sul comodino, l’elettricità va via spesso.
DOVE E COSA MANGIARE:

nei ristorantini solo per nepalesi potete tranquillamente mangiare con 0,50 euro; nei posti per turisti si arriva anche a 10 euro a testa. La cucina nepalese è abbastanza varia, dal vegetariano al non veg, con carne di bufalo, montone , pollo. La cucina newari è molto caratteristica, con frittelle di sangue, salsicce di lardo, etc etc. Decidete se sperimentare……..Le condizioni igieniche sono spesso precarie, ma in linea di massima accettabili.
BEVANDE:

attenzione all’acqua del rubinetto, sempre meglio bevande sigillate. Birra e superalcolici si trovano facilmente, in Nepal producono molte varietà di whisky e rum a basso prezzo – con conseguenze negative sulla popolazione dopo le 8 di sera…..
ABBIGLIAMENTO:

indipendente dalla stagione, consiglio sempre maniche lunghe, sia per uomini che per donne, e calzoni lunghi (o gonne) per due motivi: prima di tutto per integrarsi con i nepalesi e con le loro usanze e la loro cultura, e di conseguenza, rispettandoli, avere il loro rispetto spontaneo. Poi , soprattutto nei mesi caldi, per mantenere il calore corporeo e contenere l’evaporazione (consigliabile lino e tessuti traspiranti), nonché evitare scottature. Scarpe: parola d’ordine: SCARPE COMODE;

consigliabili scarpe chiuse, per evitare la sporcizia nelle strade ed eventuali insetti nei prati; al tempo stesso facilmente sfilabili, per entrare nei templi.
VACCINI E MEDICINE:

quando si viaggia è preferibile essere previdenti in materia di salute, perciò consiglio la profilassi antimalarica (da comprare in Italia e iniziare a prendere il giorno prima della partenza) soprattutto se andate nei parchi tipo Chitwan ; sempre consigliabili l’antitetanica e vaccini per l’epatite A e B. Se avete intenzione di camminare in zone isolate, consiglio anche l’antirabbica: vi sono moltissimi cani randagi e talvolta mordono. Da portarsi dietro: un antibiotico, un antidiarroico, degli integratori minerali e vitaminici, pomata cortisonica, antipiretico, antizanzare, salviettine disinfettanti(utilissime) e soprattutto fatevi consigliare dal medico un medicinale per il mal di montagna, se andate oltre i 2000 metri.

SOLDI , MANCE, ELEMOSINE:

bisogna sempre considerare il tenore di vita del luogo, e quindi diffidare da chi vi chiede 30, 50 o 100 dollari per un souvenir anche se pregiato. A Patan un venditore di coltelli artigianali (la mia passione!) mi ha seguito per tre ore partendo da un prezzo di 150 dollari. Alla fine me la sono cavata con 1000 rupie nepalesi (10 euro) . Una mancia di 50 rupie è sufficiente, al tassista o al cameriere o al facchino. Adeguatevi al valore dei soldi del Paese dove vi trovate, onde non fare la figura dei “ricconi” occidentali. E’ molto facile, con il vostro atteggiamento, lasciare delle impressioni negative che andranno poi a mutare i modi di fare nei confronti dei turisti in genere. Essere parsimoniosi e oculati serve anche a farsi rispettare maggiormente. Consiglio: tenete i vostri soldi in posti diversi, magari anche nella classica cintura a fascia, e spartite in due tasche diverse i tagli piccoli di denaro e i tagli grandi, così non mostrerete di avere molto denaro ogni volta che pagate qualcosa. Non date assolutamente denaro ai bambini: è un modo per invogliarli all’accattonaggio. Se volete, comprate loro dei dolcetti o delle penne o dei quaderni. Attenzione: a Bhaktapur (dove ci sono molti turisti) tanti bambini hanno questo approccio: chiedono di quale paese siete, quando dite che siete italiani, loro dicono “Capitale Roma” e poi “comprare libro” (incredibile!!se prendo chi glielo ha insegnato….) Chiederanno di comprargli un dizionario. Ebbene, nel 90% dei casi, sono d’accordo con il negoziante , quindi se comprate il dizionario poi i bambini lo riporteranno al negozio e si faranno dare i soldi indietro (meno una parte per il negoziante). E’ una forma “evoluta” di accattonaggio. Se proprio vi fate convincere, una volta comprato il dizionario scriveteci sopra con la penna una vostra dedica e il vostro nome, così non potranno rivenderlo.

GUIDE:

in Nepal con pochi euro (5 o 10 al massimo) potete procurarvi una guida del posto, più o meno accreditata. Magari non vi saprà citare la storia di un monumento, ma è ottimo come interprete per poter comunicare con i nepalesi che non conoscono l’inglese, e vi spiegherà magari come comportarvi nei templi e nei luoghi religiosi: si può fare, non si può fare. Almeno per un giorno, consiglio di provare.
FOTO
Chiedete SEMPRE il permesso prima di fare una foto in primo piano, rispettate la dignità delle persone. Se qualcuno non vuole una foto, non forzate e rispettate. Se vi chiedono dei soldi per una foto, possibilmente rifiutate, onde non far intraprendere il ruolo di accattoni anche in futuro ai soggetti che fotografate. Monaci buddisti e santoni invece sono abituati a vivere di elemosina, perciò non è scorretto dargli 50 rupie.
LINGUA

L’inglese è indispensabile per muoversi al di fuori di tour organizzati. In alcuni casi può non bastare, se non siete bravi mimi procuratevi una guida. Esistono alcuni dizionari di nepalese, per gli studiosi…(o secchioni)
CLIMA
In generale, i monsoni durano da giugno a settembre: le strade all’interno sono difficilmente percorribili e con molte frane. Informatevi bene prima di scegliere il periodo del viaggio e la zona da visitare. In alcune zone è molto freddo in inverno e le strade sono chiuse. Se noleggiate una macchina è meglio una 4x4.
TELEFONO E INTERNET
Ad oggi, non esiste operatore italiano che offra una tariffa conveniente per chiamare o ricevere telefonate dal Nepal col cellulare : la media è di 3 euro al minuto se si chiama dal Nepal e 2 euro al minuto se si riceve una telefonata dall’Italia. E’ consigliabile quindi comprare una scheda ricaricabile con un numero nepalese, il costo è molto limitato. Bisogna portarsi due foto tessera per richiedere il numero, e fornire la copia del passaporto. Attenzione, chiedete una sim card Meromobile, e non del provider governativo che ci mette anche un anno per rilasciare una scheda nuova!!. Per telefonare invece dal telefono fisso, i telefoni sono molto frequenti e il costo al minuto può essere in media di 20/35 rupie al minuto, ance se la linea alle volte è molto disturbata. L’alternativa è parlare con Skype, ma gli internet point non sono moltissimi ( 20 rupie all’ora) e anche qui la connessione può avere problemi.

DONNE SOLE
Raccomandazioni:

1) vestirsi in modo appropriato (gonne o pantaloni lunghi, maniche lunghe)

2) non andare in giro da sole dopo le 9 di sera: non c’è vita mondana, a una certa ora vi sono ubriachi in giro e può essere pericoloso

3) non dare troppa confidenza se non si vuole essere molestate. Un aneddoto: ero sulla jeep nel parco Chitwan, da sola con l’autista e la guida nel retro, di fronte a me. Costui aveva già mostrato il vizio di toccarmi spesso la spalla mentre parlava, gesto per me fastidioso e per la sua cultura poco rispettoso nei confronti di una donna. Ad un certo punto mi mette una mano sul ginocchio: conto fino a tre e poi SCIAFF!! Gli schiaffeggio la mano e gli spiego che per la mia cultura, in Italia, questi gesti con una donna li può fare solo a) il proprio marito b) una amica femmina. Mi guarda un po’ incredulo, ma io risoluta gli ripeto le “usanze italiane” e a questo punto lui smette del tutto. Talvolta è importante essere decise e autoritarie onde evitare trattamenti maleducati e audaci; purtroppo qui le donne occidentali hanno fama di essere “facili” e ho dovuto ricorrere ad una ferrea “morale” in uso nel mio paese per scoraggiarlo. Se sapesse invece qui da noi…….

Miniguida del Giappone per viaggiatori





Come viaggiatrice in solitaria e come fotografa, sento doveroso raccogliere alcuni consigli che sono orientati più al viaggiatore che al turista, a colui o colei che intende il viaggio come esperienza di vita e full immersion in una cultura molto diversa dalla nostra. La prima regola per il viaggiatore è il rispetto del Paese e del popolo che si va a conoscere, nelle usanze, nei costumi, nella religione, nella dignità. La bellezza del Giappone è nel fatto che conserva tutto il fascino delle proprie tradizioni pur essendo all'avanguardia. E i giapponesi sono disarmanti nel loro "non-europeismo": molto gentili, disponibili, discreti. Fiumi di persone silenziose e composte escono ed entrano dalla metropolitana a Tokyo, ad esempio, e dopo un paio di giorni credi di essere diventato l'uomo invisibile, per come sono discreti nel non guardarti o osservarti . Ecco la mia miniguida divisa per argomenti:
DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI
DOVE DORMIRE
DOVE E COSA MANGIARE
BEVANDE
ABBIGLIAMENTO
SALUTE E MEDICINE
SOLDI
FOTO
LINGUA
CLIMA
TELEFONO E INTERNET
DONNE SOLE

DOVE ANDARE E COME SPOSTARSI:

una caratteristica strabiliante di questo Paese è la rete ferroviaria che attraversa il Paese. Acquistando il Japan Rail Pass da una delle due Agenzie italiane autorizzate, (prima di partire!!) potete viaggiare liberamente sui treni giapponesi. Il pass costa circa 200 euro a settimana e si può scorazzare ovunque (il mio favorito è l'Hikari, 600 km all'ora WOW!!) Questi treni superveloci sono disponibili sulla rete principale, per recarsi in località più periferiche vi sono treni normali. I treni sono superpuntualissimi! Occorre prenotare, per le tratte lunghe, presso gli uffici appositi in stazione; qui viene dato il numero del vagone e del posto a sedere e, sul binario, si trova segnalato sul marciapiede il punto esatto per accedere al vagone giusto quando il treno si ferma. Una volta in viaggio, hostess e personale si prendono cura dei passeggeri, facendo l’inchino di saluto ad ogni uscita dai vagoni.
Questi spostamenti così veloci permettono molta agilità , per esempio da Tokyo a Kyoto, a Hiroshima, a Fukuoka. A Tokyo, città molto intrigante e facile da visitare con la metro, puoi scorazzare dal mercato del pesce ai quartieri hi-tech ai mercatini vecchio stile al quartiere a luci rosse, alla Tokyo Bay , puoi trovare la loro versione della Torre Eiffel (+grande) e la loro Statua della Libertà(+piccola). Tutti i nomi di città e fermate in stazione e metro sono scritti anche in caratteri normali, quindi ci si può orientare
L’importante è costruirsi un tour sulla base delle proprie esigenze, dei propri ritmi e tempi, e dei propri interessi, studiando prima una buona guida (consiglio Lonely Planet).
DOVE DORMIRE:

consiglio di prenotare online, anche poche settimane prima, magari su siti tipo hostelworld.com . Si può scegliere il budget e la posizione dell’albergo, o optare per un ryokan (alla giapponese). Prezzo medio a persona: 40 euro a persona per notte
DOVE E COSA MANGIARE:

la cucina giapponese è molto varia. Vi sono catene di ristorantini molto economici, dove un pasto costa circa 5/6 euro incluse bevande; si possono comprare ovunque vaschette take-away e snacks di mille tipi ; vi sono ristoranti tipici dove invece si spendono 30/40 euro a persona. Assolutamente consigliato un giro nel reparto gastronomia dei grandi magazzini: i banchi delle varie specialità fanno assaggiare di tutto, è un viaggio nella cucina giapponese(anche se talvolta si portano alla bocca cibi sconosciuti!). Mi permetto di raccomandare di non esagerare (non è un buffet!) e di essere sempre gentili e sorridenti, prima e dopo l’assaggio.
BEVANDE:

birra e sakè sono le bevande più popolari, oltre al thè verde. Distributori automatici ovunque -anche per bevande calde in lattina- e soft drinks anche originali e strambi. Alla sera, i giapponesi efficientissimi si rilassano e si lasciano andare a bevande alcoliche a gogò.
ABBIGLIAMENTO:

indipendente dalla stagione, un piccolo ombrello o un impermeabile è consigliato. Scarpe: assolutamente comode e al tempo stesso facilmente sfilabili, per entrare nei templi e per sedersi a mangiare nei posti che lo richiedano. Attenzione ai calzini bucati…...
SALUTE E MEDICINE:

tutto tranquillo in Giappone, ma è meglio stipulare una buona assicurazione sanitaria
prima di partire e portarsi alcune medicine per le emergenze. Se in farmacia non c’è nessuno che parla inglese, può essere molto complicato farsi capire.SOLDI : controllare con la propria banca prima di partire, alcuni bancomat non funzionano con il normale PIN . Consigliabile prenotare degli yen e portarseli con sé alla partenza.
FOTO :

Sempre chiedere il permesso prima di fare una foto: normalmente i giapponesi sono molto disponibili, ma una buona dose di rispetto è sempre un buon lasciapassare in qualsiasi Paese.

LINGUA :

L’inglese è indispensabile , ma non sono molti i giapponesi che lo parlano fluentemente.
Importante!Per educazione i giapponesi non dicono mai NO direttamente, quindi attenti quando si chiede una informazione: dicono di sì con la testa, e poi si scopre che non sanno ciò che serve, e si scusano tantissimo!

CLIMA

In generale, il clima è abbastanza simile al nostro nella fascia centrale del Paese; ma al nord (Hokkaido) è sempre più freddo e al sud più caldo.
TELEFONO E INTERNET

Ad oggi, il solo operatore italiano che offra una tariffa conveniente per chiamare o ricevere telefonate dal Giappone col cellulare è Vodafone. I telefoni pubblici sono comunque dappertutto,
da usare con schede internazionali prepagate . Attenzione al prefisso per chiamare l’Italia, su alcune guide è riportato il prefisso sbagliato (ci ho messo 5 giorni prima di scoprire quello giusto) Nessun problema per internet point, diffusissimi anche negli alberghi
DONNE SOLE

In generale, non ci sono problemi di nessun tipo. Solo la sera sul tardi, è opportuno prestare un minimo di attenzione poiché vi sono molti giapponesi alticci alla fine della loro giornata di lavoro.